Negli ultimi dieci anni, gli avvistamenti dello sciacallo dorato nel Friuli Venezia Giulia sono diventati sempre più frequenti, trasformando questo carnivoro selvatico in un protagonista inatteso della fauna regionale. Originario dell’Asia, il Canis aureus ha conquistato nuove aree grazie alla riduzione storica dei lupi, espandendosi nei Balcani e, dal 1984, anche nel Nord-Est italiano.
In assenza di dati ufficiali recenti, un gruppo di naturalisti, Therion Research Group, guidato dal fotografo e divulgatore scientifico Stefano Pecorella ha deciso di colmare questa lacuna. Con un’indagine svolta tra Carso isontino e pianura dell’Isonzo – un’area di circa 270 km² che spazia dal Golfo di Trieste a oltre Udine – il team ha rilevato la presenza di 22 gruppi di sciacalli e 15 esemplari isolati. Un numero che, secondo i ricercatori, rappresenta una sottostima, dato che non tutte le aree adatte alla specie sono state esaminate.
La metodologia utilizzata si basa sull’ascolto degli ululati: riproducendo i cori di sciacalli nelle ore notturne, i ricercatori hanno registrato le risposte degli animali, stimandone la densità sulla base di studi europei simili. Doberdò del Lago, in provincia di Gorizia, è risultata l’area con la maggiore concentrazione, dove la presenza dello sciacallo è documentata almeno dal 1994.
Nonostante l’apparenza simile a quella dei lupi, gli sciacalli dorati sono più piccoli e meno minacciosi. Con un manto grigio-rossastro e abitudini alimentari che includono roditori, uccelli e occasionalmente caprioli, questi animali si integrano nel delicato equilibrio della biodiversità locale. Tuttavia, come spesso accade con i carnivori selvatici, la loro presenza divide l’opinione pubblica, sollevando preoccupazioni nelle comunità locali.
Vedi anche l’articolo sull’introduzione di un esemplare di lince in Friuli Venezia Giulia.
Domenica 12 gennaio, la carcassa di un maschio di sciacallo dorato è stata rinvenuta nella pedemontana pordenonese. Le prime analisi sul corpo dell’animale hanno rivelato due profonde ferite al collo, compatibili con l’attacco di un lupo, ipotesi probabile vista la presenza di questi predatori nell’area. Un’alternativa, meno comune ma possibile, è che lo sciacallo sia stato ucciso da altri esemplari della sua stessa specie, in un caso di cannibalismo. La conferma definitiva arriverà dalle analisi genetiche della saliva rinvenuta sulle ferite, che permetteranno di identificare con certezza il responsabile.
Attraverso la pagina Facebook “Sciacallo dorato Italia“, il gruppo di ricerca ha lanciato un appello per ampliare lo studio, invitando altri naturalisti a condividere foto, video e registrazioni di ululati per estendere l’indagine ad altre aree del Friuli Venezia Giulia.
Puoi trovare dei bei video sullo sciacallo dorato nel nostro articolo dedicato alle fototrappole in Friuli Venezia Giulia.
Nel frattempo, chi vuole avvicinarsi alla conoscenza della fauna regionale in modo giocoso e divulgativo può scoprire Friko Bestiale, un nuovo gioco da tavolo che, applicando il principio del game-based learning, porta a scoprire tra i suoi protagonisti anche lo sciacallo dorato, che si trova addirittura al centro della copertina, scelto come animale simbolo della popolazione isontina. Un modo originale per conoscere meglio il nostro territorio e le sue meraviglie naturali.
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