8 Gennaio 2025

Il fascino di Trieste. L’intervista al fotografo Daniele Macrì

Il fascino di Trieste ha colpito anche il fotografo calabrese Daniele Macrì. Conosciamolo meglio:

Come mai è arrivato a Trieste e cosa le ha dato di più, dal punto di vista artistico?
A Trieste ci sono arrivato per lavoro, sono qui da 26 anni. Dal punto di vista artistico Trieste è una perla, il suo mix di stili architettonici, la sua storia, ricordiamo che Trieste è stata e continua ad essere un crocevia dove i popoli si incontrano, ed ognuno di loro lascia inevitabilmente un’impronta, non a caso è l’unica città italiana Mitteleuropea.

Daniele Macrì

Lei si è definito “Vagabondo Nomade”, perché le le piace ricercare l’estetica in tutte le sue forme, dalla più semplice a quella più contorta. E’ sempre di questa opinione?

Sì, perché io penso che ognuno di noi dovrebbe essere un nomade che vagabonda per il Mondo, d’altronde è l’unico modo che permette all’essere umano di arricchirsi di esperienze, vivendo e respirando culture diverse. La sperimentazione dovrebbe far parte dell’io per permettere alla curiosità di non spegnersi mai. L’estetica credo sia una cosa strettamente personale al pari della bellezza, ciò che è bello per me, magari non è bello per altri e così anche l’estetica.

Si può spiegare meglio?

Prendiamo ad esempio l’architettura, se noi paragoniamo gli stili di architetti come Piano, Fuksas, Gaudì, Hadid, Calatrava, solo per citarne alcuni, vediamo che ognuno di loro ha un senso estetico completamente diverso dall’altro, ecco cosa intendo quando dico che l’estetica è strettamente personale, di conseguenza anche la fotografia risente e rispecchia il gusto personale dell’autore.
Posso sperimentare la fotografia a mio piacimento, tra l’altro non ho scadenze dettate da
consegna lavori per cui i tempi li decido io.
Sono libero di spaziare ma sicuramente tra i vari generi quelli che più mi piace affrontare sono il reportage ed il ritratto.
Il reportage mi piace perché mi permette di raccontare storie o luoghi attraverso le immagini, i ritratti invece mi piacciono perché mi permettono di vedere l’essenza di una persona.
Prima di scattare un ritratto è bello conoscere e capire il soggetto in modo da far emergere le sue caratteristiche peculiari anche nella foto.

Daniele Macrì

Quale impronta personale vuole dare alle sue fotografie?

Beh, sarebbe il massimo riuscire a creare un’impronta indelebile alle foto come hanno fatto i grandi della fotografia, se lei guarda una fotografia di Mc Curry o di Scianna, come La Chapelle o Salgado e via dicendo, riconoscerà l’autore al primo sguardo, ecco mi piacerebbe che la gente appena vede uno scatto mio lo riconducesse a me, ma per far sì che questo avvenga ci vuole lavoro, esperienza, ma soprattutto una conoscenza di sé stessi molto approfondita.

Nell’ agosto 2019 ha inaugurato la sua prima mostra personale itinerante dal titolo: “Chernobyl… e poi il futuro …” fotografando particolari capaci di raccontare le loro storie più segrete. Immagini ricche di contenuti e di poesia: Come mai Chernobyl con la sua terribile tragedia?

Nel 1986 avevo 9 anni e ricordo bene quel periodo, quando ci dicevano di non bere latte, di non mangiare frutta o verdura, di non giocare all’aperto perché c’erano le radiazioni.
Ovviamente ero troppo piccolo per capire e comprendere quello che il Mondo stava
vivendo. Quindi sono cresciuto con la curiosità di sapere, appena ne ho avuto l’occasione sono andato a vedere personalmente quello che era successo. Posso dire che è stata un’esperienza che rifarei anche domani, quattro giorni nella zona di esclusione non sono bastati a vedere tutto quello che è stato.

Daniele Macrì

Mi ha colpito molto la sua ecletticità fotografica, che spazia da un oggetto quotidiano come può essere un bicchiere arricchito solamente da una fragola o una fetta di limone, che cadendo nel bicchiere crea degli schizzi d’acqua artistici, alla drammaticità di Chernobyl. Come mai questa varietà di tematiche?

Questo è il frutto della sperimentazione e del fatto che non ho un genere definito per cui posso dedicarmi allo still-life (NR: Lo still-life è un particolare genere fotografico, che viene utilizzato per descrivere la rappresentazione di oggetti inanimati attraverso una specifica tecnica fotografica), piuttosto che al glamour, che fa risaltare le caratteristiche fisiche e di personalità che rende irresistibilmente attraente una persona, senza che mi crei alcun problema. La cosa importante è che tutto venga mosso dalla passione.

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