Foto Erika Barnaba
12 Novembre 2024

L’intervista ad Anna Falcone, attrice attenta e attiva nel sociale

el sunto L'intervista di Maria Fuchs a Anna Falcone, attrice triestina sempre molto attenta e attiva nel sociale

Per la serie: pozzo senza fine!
Continuiamo a scoprire i talenti della nostra regione.
Oggi è la volta di Anna Falcone, attrice triestina sempre molto attenta e attiva nel sociale.
In particolare in difesa delle donne che hanno subito violenza.
Ora lavora in un’importante Casa di Riposo, come educatrice animatrice.
Le chiedo, come prima cosa:
Quanto è importante l’animazione, per gli anziani?

Innanzitutto è importante sottolineare che l’animazione così com’era concepita una 20 di anni fa non esiste più o solo parzialmente.
Oggi gli animatori devono necessariamente essere dei laureati, figure professionali
dotate di una preparazione scolastica di alto livello, proprio per offrire all’anziano un supporto a 360 gradi, da un punto di vista ludico, psicologico, motorio, culturale e sociale. L’educatore che decide di intraprendere la professione all’interno delle case di riposo, non ha soltanto il compito di far “divertire” dei grandi adulti, ma soprattutto di supportarli e, là dove necessario, accompagnarli serenamente nell’ultimo percorso della loro vita.
E’ quindi necessario che un buon animatore sia dotato di grande empatia e a mio avviso, di un profondo senso della compassione, intesa per quello che è il vero significato di questa parola, ovvero, mettere il cuore in ciò che si fa.
Inoltre il percorso di perfezionamento di un animatore non si limita alla sola laurea, ma prosegue nel tempo in una sorta di work in progress che prevede corsi di alto perfezionamento in tecniche di approccio all’altro sempre più mirate e complesse, ad esempio; il metodo snoezlen, la bambola empatica o doll teraphie, la musico terapia, il canto, il metodo Montessori applicato all’anziano… e molti altri. Compresa la complessità di questa professione e il vasto campo di azione che essa ricopre nella sfera più intima e personale dell’anziano è più facile giungere alla conclusione che l’animazione nelle case
di riposo è ormai un elemento fondamentale per la sana e buona permanenza del residente.

Ricordiamo, ai nostri lettori, alcuni dei suoi spettacoli…
A quale rimasta più affezionata e perché?

Uno dei miei primi spettacoli era a favore delle donne violate, fu “IL PECCATO DI ADAMO”.
Da lì si sono susseguiti vari altri lavori teatrali a sfondo sociale, che ho scritto e che ho personalmente interpretato. Il lavoro a cui sono più affezionata è “GUERRA”, un monologo di una madre che attende il ritorno del proprio figlio dalla guerra. Ho anche scritto un libro; “KEREL, UN UOMO DA MARCIAPIEDE” autobiografico.

Purtroppo i femminicidi sono in aumento. Secondo lei, come mai?

Non ho dubbi sul fatto che i femminicidi non solo sono in aumento, ma
purtroppo aumenteranno ulteriormente. Soprattutto tra i giovani. Purtroppo gli
ultimi decenni hanno divulgato la cultura della violenza attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione. Non solo, le famiglie sono scardinate nei valori e nei principi fondanti dell’amore. Non si coltiva più l’amore tra fratelli, tra coniugi, tra figli e genitori. Tutti sono diventati figurine di un teatrino, che quando diventa scomodo basta distruggere.
E’ aberrante, ma purtroppo gli omicidi a cui stiamo assistendo sono sempre più per futili motivi, se non addirittura senza alcun motivo. Non c’è educazione al rispetto dell’altro. I femminicidi in particolare denotano un totale senso di inadeguatezza del sesso maschile di fronte l’enorme evoluzione del sesso opposto. Alcuni uomini non sono capaci di evolversi e non sono capaci di comprendere che le donne hanno fatto salti da gigante in campo sociale, politico e manageriale. Le donne hanno delle menti creative, preparate ed estremamente moderne in tutti i campi; che si tratti di politica, di scienza, di economia. Ciò ha dimostrato una totale parità di genere, che per uomini-maschi retrogradi e assetati di potere e controllo è inaccettabile. Li fa sentire sminuiti, li fa sentire fragili. Uccidere una donna è voler rimarcare che l’uomo è più forte, che è lui quello che comanda e decide. Decidere della vita e della morte di un’altra persona può far sentire l’omicida onnipotente e rinvigorire il suo narcisismo. Ho sentito dire di un progetto di fare un ISEE separato tra moglie e marito: questo potrebbe essere un buon deterrente.

So che si è rimessa a studiare e che a portato a casa molti risultati positivi per la sua carriera e per se stessa.
Ne vuole parlare più approfonditamente?

Sì, a soli 21 anni ero già professoressa di musica. Ho sfruttato il mio diploma in lungo e in largo, ma poi alcuni anni fa la legge Jori mi ha messo nuovamente alla prova, per poter continuare la professione di animatrice avrei dovuto terminare il percorso di studi e affrontare la laurea in educatore socio pedagogico. Diciamo che a 53 anni non è una passeggiata tornare a mettersi sui libri, ma oggi sono felice di averlo fatto. Mi sento più completa.
Rispetto al mio curriculum ho acquisito molti elementi che senza quella formazione avrei solo potuto improvvisare.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Onestamente non ho progetti e contemporaneamente ne ho molti. Diciamo che ogni giorno è un progetto di vita, che offre occasioni di arricchimento e ispirazione. Forse il vero progetto è quello di essere una brava persona.

1 commenti a L’intervista ad Anna Falcone, attrice attenta e attiva nel sociale

  1. Renata Purin ha detto:

    cara Anna sei meravigliosa nel tuo fare e per questo ti ho sempre ammirata sopratutto hai una dolcezza nel esprimerti che ti fa onore Auguri per tutto…..

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