11 Settembre 2024

L’intervista a Irene Brigitte: Trieste, spazio mentale per creare

el sunto L'intervista di Maria Fuchs a Irene Brigitte, artista poliedrica triestina che ora studia in Portogallo

Irene Brigitte, rappresenta molti artisti che sono nati a Trieste e che portano il loro talento in giro, con fierezza.
Questa volta parliamo con una raffinata musicista, specializzata in Canto Rinascimentale e Barocco, cantante e direttrice artistica presso cantar poesia, cantante presso Arte Minima e cantante presso O Vive Rose Ensemble.

Il 24 maggio a Coimbra è stata una dei protagonisti di MUNDOS POSSÍVEIS 2024, con la conferenza “Sobre as versões de um canto” (in italiano, “Delle versioni di un canto”). Ci spiega più specificamente di cosa si tratta?

Si tratta di una nuova avventura, ossia il dottorato presso l’Università di Coimbra (Portogallo). Nelle ultime decadi, il mondo accademico ha dimostrato un crescente interesse per la performance come strumento di ricerca, e così ho proposto un progetto dedicato ai canzonieri rinascimentali portoghesi. L’idea è di unire la riflessione teorica con la pratica musicale per studiare questo repertorio, così ho iniziato anche a pubblicare articoli e a fare conferenze (come quella che ha menzionato).

Poi il mese di giugno è stato per lei molto interessante e produttivo: con Pedro Martins ha suonato (per la prima volta) la vihuela in pubblico, un momento che le ha regalato una grande emozione professionale. E poi ha continuato con giorni pieni di ispirazione e condivisioni artistiche durante le “Jornadas Mundos e Fundos”, organizzate dal Centro de Estudos Clássicos e Humanísticos (CECH) come parte integrante del progetto “Bridging Musical Heritage”.

È vero, ho fatto un piccolo intervento musicale con la vihuela (uno strumento rinascimentale molto diffuso nella Penisola Iberica), anche se non assolutamente a livello professionale, siccome sto ancora imparando. Però sì, è stata una grande emozione, perché ha un suono dolcissimo. Inoltre, sento che mi avvicina ancora di più al repertorio che sto studiando per il dottorato. Le “Jornadas Mundos e Fundos” di giugno sono state meravigliose, un bellissimo incontro che ha visto la partecipazione di tanti invitati, offrendo un programma ricco sia di conferenze sia di concerti. In questa occasione ho potuto presentare lo stato attuale della mia ricerca a un pubblico di specialisti, un’esperienza che mi ha arricchito molto.

Cosa mi racconta della collaborazione con Arte Minima?

Da qualche anno collaboro con l’ensemble di Pedro Sousa Silva, che vede la partecipazione di un consort di flauti dolci rinascimentali e di cantanti specializzati in musica antica. È un progetto dedicato soprattutto al repertorio polifonico portoghese, che propone un’interpretazione storicamente informata (HIP). A luglio, per esempio, abbiamo registrato dei bellissimi brani di Vicente Lusitano: alcuni di questi mottetti non sono mai stati registrati, quindi è una bella responsabilità! Probabilmente il disco uscirà tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

Quali sono i suoi prossimi impegni?

Dal punto di vista dell’attività concertistica, ad ottobre sarò impegnata in una piccola tournée nel sud del Portogallo con l’ensemble Arte Minima. Sempre in ottobre, faremo un concerto con l’ensemble cantar poesia, di cui sono anche direttrice artistica, che in fondo è il lato artistico del mio dottorato dove mettiamo in pratica parte del repertorio che studio. Inoltre sarò coinvolta in un bellissimo progetto dedicato al teatro e alla musica di Gil Vicente, un importante autore portoghese, a cura del gruppo O Bando do Surunyo.

Cosa le ha regalato la nostra città? (Ricordo che lei a iniziato con il Festival Internazionale Trieste Poesia, che purtroppo non si fa più , ma che ha visto premiare i più grandi poeti internazionali contemporanei.)

Lo spazio mentale per creare. Trieste è una città che non ha il ritmo isterico di certe metropoli, ti puoi spostare a piedi, e il tempo si dilata quando ammiri il golfo, o passeggi in Carso. Cose semplici, ma estremamente preziose. Inoltre, quando ero adolescente, l’attività culturale proposta dalle moltissime associazioni (che, spesso, devono basarsi soprattutto sulla passione di pochi) mi ha sicuramente stimolato e ispirato.

Ricordo (come dimostra la fotografia ); che lei ha iniziato la sua carriera artistica anche esibendosi al Collegio del mondo unito di Duino. Che ricordi ha?

Non so a quale fotografia si riferisca, ma (se ben ricordo) credo che il mio primo contatto con il mondo dello spettacolo lo devo proprio a lei, Maria, quando mi ha riferito che cercavano una comparsa per lo spettacolo “Scugnizza” al Teatro Verdi. Ho avuto la possibilità di cantare nell’Auditorium del Collegio del Mondo Unito lo scorso anno, quando Stefano Sacher mi ha invitato a partecipare al festival DNA Festival Internazionale delle Arti del Comune Duino Aurisina, proprio con il mio ensemble cantar poesia. È stato un concerto molto significativo per me, perché mi ha permesso di condividere con la mia città parte della ricerca che svolgo in Portogallo.

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