11 Maggio 2023

“Il Mostro del Buio” di Davide Stocovaz in pre-ordine online. L’intervista

el sunto "Il Mostro del Buio", di Davide Stocovaz, è in pre-ordine online. Abbiamo approfittato dell'occasione per intervistare l'autore

mostro del buioIl Mostro del Buio“, di Davide Stocovaz, collaboratore di Bora.La con la rubrica mensile dedicata ai racconti horror ambientati a Trieste, è già acquistabile sugli store online e sul sito della casa editrice Dark Abyss Edizioni. Lo si può trovare qua sia in formato cartaceo che ebook. 

Abbiamo approfittato dell’occasione per intervistarlo.

  1. Il mostro del buio, il tuo nuovo romanzo thriller ambientato in Carnia, è in pre-ordine online. Per i non troppo avvezzi, cosa significa?

Il pre-ordine online significa che il romanzo è già disponibile all’ordine prima della sua data di uscita ufficiale. È come una prenotazione per ricevere le prime copie.

“Il Mostro del Buio”, la cui data di uscita è il 22 maggio 2023, è già acquistabile sugli store online e sul sito della casa editrice Dark Abyss Edizioni. Lo si può trovare sia in formato cartaceo che ebook.

  1. Che cosa ti ha ispirato a scrivere un thriller ambientato proprio in Carnia?

Sono sempre stato affascinato dalla cornice montana della Carnia. Le sue foreste, le sue cime più ardite, hanno un che di mistico. Dinnanzi alla magnificenza della sua natura non si può che restare esterrefatti. È un’area famosa anche per i suoi miti e le sue leggende, una terra dove il soprannaturale sembra espandersi e girare da storia a storia, in una narrazione che percorre i secoli. Quando mi viene in mente una trama, e poi quando la delineo meglio, cerco sempre una location particolare, che sia la più adatta per quel tipo di storia. E “Il Mostro del Buio”, quando mi si è formato nella mente, mi ha richiamato la Carnia, le sue foreste e le sue montagne.

  1. Quali sono le tue fonti di ispirazione per creare storie horror e thriller?

Di solito parto da leggende esistenti e poi le rielaboro con la mia fantasia. Cerco sempre di mescolare i generi narrativi, perciò una storia horror può avere anche scene action come nel mio primo romanzo “Zanne nelle Tenebre”, oppure un sub-plot sentimentale come nei romanzi “Abissi” e “Ombra di Morte”.

Un esempio di leggenda metropolitana rielaborata con la fantasia la si trova in “Addendum”, in cui rivisito in chiave horror una leggenda popolare di Milano.

A volte, specie per i racconti brevi, prendo spunto da fatti di cronaca veramente accaduti. Oppure, se parto con la fantasia spinta, mi chiedo “Cosa succederebbe se…”

I miei maestri nella narrativa di genere, i miei pilastri, sono H.P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe.

  1. Come hai sviluppato l’idea del mostro nel tuo nuovo libro? Puoi darci qualche anticipazione?

Cerco di non svelare troppo. L’idea del mostro l’ho sviluppata partendo da un personaggio e dalle sue dinamiche. È una creatura sanguinaria, proveniente dalle viscere dell’inferno, che cercherà di saziare la sua fame di vendetta. Ma bisogna sempre interrogarsi sul chi sono i veri mostri e comprendere l’animo umano scendendo anche in fondo ai suoi abissi più reconditi, dove il Male può annidarsi e risvegliare istinti animali che non credavamo di possedere più.

  1. Quali sono i tuoi personaggi preferiti nel tuo ultimo romanzo e perché?

Sono legato a ogni personaggio del romanzo, perché ognuno rappresenta un mondo a sé stante. Provo rispetto per il protagonista, Lorenzo De Filippi, che si ritrova a dover affrontare gli spettri del suo recente passato per risolvere il caso di Valverde.

Provo ammirazione e fascinazione per Lucilla, una donna che vive da sola nella foresta e che i paesani reputano strana o addirittura capace di stregonerie.

Provo tenerezza per Alessio Del Ben, un ragazzino con la passione per la natura e la montagna, che suo malgrado si ritrova coinvolto nella faccenda.

  1. Cosa pensi che i lettori possano aspettarsi dal tuo nuovo libro?

Un viaggio nelle tenebre. Un volo di passaggio in quelli che sono gli istinti primordiali e animali che albergano in ognuno di noi. Mi auguro che anche questo romanzo possa coinvolgere i lettori, tenendoli col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.

Davide Stocovaz

  1. Come hai deciso di diventare uno scrittore specializzato in horror?

Storie dell’orrore sono sempre state la mia passione, fin da quando ero ragazzino. Sono cresciuto con la collana “Piccoli Brividi” e i Dylan Dog. Più che una scelta è stata quasi una propulsione interiore verso il genere horror, che mi ha lanciato nella stesura dei primi racconti e dei primi romanzi. L’horror e il thriller sono generi che possono sondare gli abissi della psiche umana, portare in luce le sue ombre e svelarle ai lettori.

Credo che la paura sia l’emozione più forte che l’essere umano possa provare. Nella paura si spalancano tutti i nostri sensi e siamo tremendamente vulnerabili, ma in essa possiamo trovare anche la nostra forza interiore per affrontarla, comprenderla e superarla.

Adoro quelle storie che ti lasciano col fiato sospeso con svolte narrative che ti arrivano con la potenza di un pugno, e provare poi i brividi gelidi quando la suspense raggiunge il suo apice.

Trovo elettrizzante scrivere un horror o un thriller, è una sfida continua nel trovare nuove storie e nuovi mostri da svelare ai lettori.

  1. Puoi parlarci della tua rubrica di racconti horror ambientati a Trieste su Bora.la?

La rubrica su Bora.La è nata come esperimento. Ne parlai con il direttore Diego Manna facendogli la proposta di provare a fare questo esperimento assieme e vederne poi i possibili risultati. E sono molto contento ch’egli abbia accettato questa scommessa.

I racconti sono variegati, spaziano dall’horror al thriller, e credo che la rubrica stia riscuotendo un buon successo.

Trieste è una città dove, per fortuna, si legge molto ed è un autentico piacere collaborare con Diego nel cercare di regalare ai lettori triestini delle piccole storie non comuni, far provare loro qualche nuovo brivido.

E mi auguro, in un futuro non lontano, di poter realizzare una raccolta con i migliori racconti presenti nella rubrica.

  1. Come descriveresti il tuo processo di scrittura? Hai qualche metodo particolare?

Il processo di scrittura è un fiume in piena. A volte, quando sono stanco, mi costringo comunque a scrivere qualcosa, magari poco, ma scrivere e poi, come l’appetito vien mangiando, così la voglia di continuare a scrivere mi cattura mentre lo faccio.

Di solito, quando pondero bene un’idea, quando mi si forma bene nella mente, procedo poi con la fase di “scaletta”, in cui mi segno punto per punto cosa succede di capitolo in capitolo: è un modo per vedere la storia e i personaggi dall’alto, senza correre il rischio di trovarmi a pagina 60 senza sapere come proseguire o dove andare. È una strategia presa in prestito dalla sceneggiatura, ma che si può applicare anche alla stesura narrativa. Scrivo la scaletta anche per i racconti più complessi.

  1. Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito letterario? Hai già in mente nuove storie da scrivere?

Ho in mente molte altre storie da scrivere, nuovi incubi da sondare. Un progetto futuro si intitola “La Giungla dell’Orrore”, che uscirà in ebook, quindi solo in formato elettronico, questo settembre 2023 per la Delos Digital. Si tratta di una storia che è un misto tra la pellicola “Predator” e il romanzo “Alle Montagne della Follia”. Ma non voglio rovinarvi la suspense.

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