29 Ottobre 2021

La Trieste del futuro sempre più… Hollywoodiana

el sunto Esce per White Cocal Press “C’era una volta a… Triestewood”, storia ambientata in una Trieste del futuro dal sapore Hollywoodiano. Sabato 30 ottobre la presentazione

In una Trieste distopica del futuro, l’industria cinematografica americana regna sovrana, con titoli come “L’ammutinamento dell’Ursus”, “Fast & Furios: Italcementi drifts”, “Un tram chiamato desiderio” e “Gangs of Largo Barriera”.

Eric, triestino in declino, richiama in città il suo vecchio compare di bevute Furio, da anni ormai ritiratosi in meditazione in un monastero in Grecia, con una richiesta di aiuto: salvare la città dalla deriva a stelle e strisce riportandola agli antichi valori, fatti di spriz bianco e panini di cotto, senape e cren.
In una lunga passeggiata urbana, Furio resterà così colpito dagli enormi cambiamenti portati dalla progressiva americanizzazione della città: dalle bevande salutiste alla spiaggia californiana di Barcola, dalla “Walk of fame” trasferita in Piazza Unità sino alla tremenda scritta a caratteri cubitali TRIESTEWOOD sotto Monte Grisa.

Trieste triestewoodQuesta la sinossi del romanzo di Andrea MartinisC’era una volta a… Triestewood”, che sarà presentato ufficialmente sabato 30 ottobre alle ore 10 al Cafè Rossetti, all’interno della mattinata dedicata agli autori locali dal festival della fantascienza Trieste Science+Fiction, giunto alla ventunesima edizione.
A moderare l’incontro sarà il giornalista musicale Ricky Russo, vincitore nel 2017 del premio letterario “Salva la tua lingua locale” con il suo “Daghe! El greatest hits“.
Oltre all’autore sarà presente anche l’editore Diego Manna, autore di libri e giochi su Trieste e il suo dialetto. L’ingresso è libero con Green Pass.

Il libro, di 171 pagine, edito da White Cocal Press, è già presente in libreria al prezzo di 12 euro, nonché online sulla nostra botega dei libri triestini e su amazon.
Per l’occasione, i primi 10 che lo acquisteranno nel nostro negozio online riceveranno in omaggio anche una copia di “The origin of Nosepolis“.

A Trieste le produzioni cinematografiche sono ormai pressoché all’ordine del giorno, tanto che a momenti non ci si fa più caso,” dice l’autore, “la storia raccontata in questo libro non fa altro che partire da questa constatazione e portarla all’estremo. Cosa succederebbe, mi sono chiesto, se Trieste, da set occasionale, diventasse una base mondiale del cinema? Quali sarebbero le conseguenze per la città? E, soprattutto, come reagirebbero gli autoctoni, che tendenzialmente sembrano sempre ben poco inclini a innovazioni o cambiamenti? Ovviamente, il tutto è raccontato con estrema leggerezza, seguendo da vicino due personaggi che rappresentano alcuni tratti caratteriali dei triestini”.

Qualche esempio di come potrebbero essere le produzioni cinematografiche ambientate a Trieste? Questa la versione domacia della serie del momento, Squid game, divenuta nel capoluogo giuliano “Spriz game”: “Un gruppo di persone dalla diversa estrazione sociale, accomunate da due caratteristiche: l’esser ciste e bere come ludri. Mossi dalla disperazione e dalla sete, accettano di sottoporsi ad una serie di prove sempre più difficili, che prevedono sempre il massiccio consumo di alcolici. Chi finisce in coma etilico, viene eliminato e deve pagare il conto. Giorno dopo giorno, prova dopo prova, riescono a sopravvivere solo le migliori bobe, che sanno superare i postumi della sbronza con scioltezza e si contendono poi l’ambito premio finale: un intero bar da gestire. Notevoli le sequenze di bevute a collo, molto cruda (e per questo non adatta ai bambini) la scena in cui i partecipanti si contendono l’unico piattino di patatine offerto dagli organizzatori del gioco. Suggeriamo l’attivazione dei sottotitoli: l’elevato consumo alcolico porta gli attori a sbiascicare le parole, quasi come se parlassero in coreano.”

Riusciranno Eric e Furio a salvare la città o ci ritroveremo la versione del Titanic ambientata sul Delfino Verde?

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Un commento a La Trieste del futuro sempre più… Hollywoodiana

  1. Naurizio ha detto:

    Sembra divertente, perciò ridiamo per non pianger.

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