28 Agosto 2021

Butik Festival, dove mezza Europa si è incontrata sulle rive dell’Isonzo

el sunto Il festival si svolge nell’area del Sotočje, ovvero la giunzione tra il torrente Tolminka ed il fiume Isonzo, un’area attrezzata in modo permanente pe

Se c’è una dimensione che ha permesso di far crescere in termini numerici la club culture e la musica elettronica da ballo, sicuramente è quella dei festival estivi.

Un tempo appannaggio esclusivo della scena rock, da quasi vent’anni in tutto il mondo questi eventi avvicinano un pubblico sempre maggiore e sempre più attento, vuoi per il clima rilassato che non impone orari, file, selezioni all’entrata ed interminabili viaggi di ritorno all’alba, vuoi per location sempre più ricercate ed in grado di fornire un’esperienza globale che va ben oltre al solo dancefloor.

Se di ambientazione vogliamo parlare, quella del Butik è da sogno: Tolmin, località turistica nella valle dell’Isonzo (che qui si chiama Soča) nota per attività sportive come il canyoning e base di partenza per escursioni ai piedi delle Alpi Giulie, ben servita da mezzi pubblici (un’ora di corriera da Nova Gorica).

Il festival si svolge nell’area del Sotočje, ovvero la giunzione tra il torrente Tolminka ed il fiume Isonzo, un’area attrezzata in modo permanente per eventi (qui si svolgono anche i festival Overjam, Punk Rock Holiday e Sajeta) che prevede tre palchi al livello superiore, uno all’aperto e due al chiuso, e due palchi sulla riva del fiume, uno dei quali è quello principale.

Stupisce il fatto che basti allontanarsi di poco dall’area per non percepire l’impatto acustico del festival, due passi ed è il silenzio assoluto.

Gia dall’entrata, una volta passati i controlli di rito, mi rendo conto che stavolta non si tratta più di una dimensione locale o semilocale, non ci sono solamente sloveni ed italiani presenti, si tratta di un festival che con la sua offerta è riuscito a raggiungere ogni angolo d’europa ed a portare nel cuore delle alpi giulie migliaia di persone provenienti anche da Francia, Belgio, Olanda ed oltre, alcune arrivate apposta, alcune che hanno aprofittato per chiudere degnamente una vacanza passata sulle coste slovene o croate.

Nella prima giornata di Giovedì, con il solo Beach Stage attivo, l’headliner che doveva essere Gerd Janson è stato sostiuito all’ultimo con nientepocodimento che Dj Tennis, all’anagrafe Manfredi Romano, attualmente una delle persone più influenti nella club culture a livello globale, direi che con questa sostituzione l’offerta ne ha guadagnato ulteriormente in termini di qualità, mentre la restante line-up è rimasta invariata a quella programmata per l’edizione 2020, e che per ovvi motivi non si è svolta.

Io decido di visitare il festival nella serata di Venerdì

L’area è molto estesa ed immersa nella vegetazione, con campeggio ed un’offerta di street-food da far invidia: Pizza, burger gourmet e smoothies si affiancano alle solite birre da concerto, qui servite in bicchieri riutilizzabili da riconsegnare all’uscita dietro cauzione (riducendo così in maniera esponenziale la quantità di rifiuti prodotta).

Beach Stage

Scendendo verso la riva, nell’area centrale, rimango stupito dal colpo d’occhio, sono solamente le 22:00, ma un migliaio di persone stanno già ballando sulla deep-house di Alex Ranerro e Teo, membri del team organizzatore ed ottimi dj.

E’ qui che inizio ad accorgermi della reale portata di questo evento, e del perché manifestazioni di questo tipo non vengono ostacolate quando organizzate in maniera professionale: Oltre all’aspetto ludico-musicale, qui viene generato un indotto enorme, portato da qualche migliaio di persone che per tre giorni vivono e condividono le immagini di un territorio unico, facendolo arrivare dove nessun’altro canale di marketing turistico può effettivamente arrivare.

Ma è spostandomi di qualche metro dal palco principale che scopro quella che per me è stata la vera chicca del festival, il Garden Stage, una situazione ristretta, sempre in riva al fiume, dove è la qualità della musica a fare da padrona e si respira quell’aria da club intimo.

Anche qui dancefloor gremito ed entusiasmo alle stelle, è un attimo a venir sorpreso dal live set dell’uruguayana Michelle: Synth taglienti, sentori di Acid House prima maniera sparati in una cornice che in quanto a tasso di suggestione ha ben pochi rivali.

Ciò che leggo sulle facce non solo dei presenti, ma anche degli artisti stessi, è una certa dose di incredulità e stupore nel ritrovare la possibilità di esibirsi di fronte ad un pubblico vero (e che pubblico) e non solamente di fronte ad una webcam.

Sonja Moonear @ Beach Stage

Nel mentre, lo stage principale è occupato dalla headliner della serata, Sonja Moonear, selezione di elettronica raffinatissima sia vinilica che digitale, il Forest Stage invece schiera rigorosissima techno vecchia maniera, genere che tra tutti ha subito meno variazioni in assoluto nel corso degli anni e che in questa terra ancora oggi è considerato una sorta di patrimonio nazionale, ai comandi Etapp Kyle.

Questo è più o meno il resoconto della serata di Venerdì, il festival è proseguito alla grande anche senza di me fino a Domenica pomeriggio, le mie impressioni sono state confermate nello scorrere delle Instagram Stories della manifestazione nei giorni successivi: “Unforgettable”, “Already Missing” e “See You Next Year” sono stati i commenti più ricorrenti.

L’edizione 2022 è già programmata per Luglio.

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