Per l’ottava edizione del TACT Festival 2021 è stata “scelta la strada”. Dalla sua fondazione nel 2014, il TACT Festival è cresciuto attraverso le persone che l’hanno fondato e portato avanti in tutti questi anni. Da tempo lo staff sentiva l’esigenza di ripensare al modo in cui era stato ideato il TACT e, con il periodo di chiusura forzata a causa della pandemia, ha deciso di mettersi in discussione e di avviare una vera e propria trasformazione del Festival.
Durante il periodo di riprogettazione sono venute alla luce molte necessità, una su tutte quella di costruire “percorsi artistici e culturali attraverso i quali innescare la creazione di momenti di bellezza e, grazie allo scambio artistico e alla partecipazione delle persone, condividere le luci e le ombre dell’umanità”, afferma Marco Palazzoni, direttore artistico del Festival.
Non è un caso infatti che il tema di questa ottava edizione del Festival sia “scegliere la strada”. La strada intesa non solo come luogo fisico, ma anche come luogo di esplorazione, di scoperta e di possibilità di dialogo con i cittadini. L’obiettivo del Festival è quello di indagare con le persone questo momento di cambiamento che è o che sembra essere in atto in atto tra il mondo nuovo e quello vecchio e che la pandemia ha messo in luce. Tale indagine verrà restituita alla cittadinanza attraverso diverse performance e installazioni, alcune create durante la settimana del Festival.
Il Festival manterrà sempre la sua vena internazionale, ma la programmazione non includerà più esclusivamente spettacoli di prosa. Si spazierà dalle installazioni, agli spettacoli partecipativi, per arrivare a flash-mob e concerti. Non mancheranno i workshop formativi che si terranno in alcuni luoghi specifici di San Giacomo. Molti sono gli artisti italiani e internazionali.
Parleremo di miti antichi con Vittorio Continelli e il suo Dioniso o con le Metamorfosi tratte da Ovidio di Ilaria Drago, ci tufferemo nelle parole e nei suoni di Dante e della Divina Commedia con Tullia Alborghetti, i maestri di arti marziali dell’associazione Bushido di Trieste Fulvio Pascut e Marco Cozzutto e con gli attori di Hangar Teatri. Forse i punti di riferimento che ci servono in questo momento di profonda trasformazione li possiamo ritrovare anche nel passato e nei racconti antichi. Ma questo cambiamento starà davvero avvenendo? Ci troviamo alle soglie di un nuovo Rinascimento o siamo ancora incastrati in quel che sembra a tutti gli effetti il ritorno di un buio Medioevo? Cercheranno di rispondere a queste complesse domande Mattia Piani e Sacha Safretti con la creazione di ambienti immersivi sonori e visivi a partire da registrazioni sonore e riprese video effettuate nel quartiere di San Giacomo. Simili domande verranno poste agli stessi abitanti di San Giacomo; le loro risposte potremo ascoltarle nell’installazione Finestre Vive. Ci troveremo al confine tra due mondi anche con gli artisti della Repubblica Ceca Continuo Theatre che ci trasporteranno nel mondo del sogno con il loro teatro fisico e dalle forti suggestioni visive. Non sarà da meno la poesia della performance proposta dall’artista circense Rouge Maudit: in questo caso la trasformazione riguarderà l’intimità e le profondità dell’animo umano.
Scegliere la strada ha poi un significato più evidente; dopo tutti questi mesi passati all’interno delle nostre abitazioni, infatti, la condivisione di spazi e tempi all’esterno risulta quasi un obbligo da parte del teatro verso la collettività. Ci è sembrato che nessun altro luogo come la strada permetta l’incontro con le persone, quello che per tanti mesi è mancato. La strada è il luogo dell’incontro, della spontaneità e dell’imprevisto, delle sorprese, della festa. E allora non poteva mancare il circo e il divertimento della compagnia franco-italiana Soralino, il fuoco e le installazioni pirotecniche de Il Drago Bianco, la collaborazione con Theo Verdiani, ALT e ZUF ZONE per il Poetry Slam e la poesia da strada, non potevano mancare i laboratori (in collaborazione con il collettivo austro-catalano Eléctrico 28, il clown Antoine Innocente e DobiaLab) e i concerti (tra gli altri Queen of Saba, The Holy Smog, e gli Odbo Opqo in collaborazione con DobiaLab e Bellavista Music Club). Diverse sono le collaborazioni instaurate con piccole attività commerciali e di ristorazione del quartiere, a partire dall’aperitivodi inaugurazione del Festival presso Frèsco Juice Bar in Campo San Giacomo con un ricco buffet di frutta di produzione locale.
Dalle parole di Marco Palazzoni “abbiamo deciso di invitare artisti che ci parleranno – attraverso emozioni, parole, suoni, visioni, acrobazie, musiche – di mutamenti, trasformazioni, passaggi da mondi antichi a mondi nuovi, nel tentativo di trovare similitudini e differenze”.
Il TACT Festival è organizzato dal CUT Trieste, in collaborazione con Hangar Teatri, grazie al sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e Giovani FVG, e con il contributo di Scena Unita – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo un fondo privato gestito da Fondazione Cesvi – organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata a Bergamo nel 1985 – in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub.
Tutti gli eventi sono a entrata gratuita con prenotazione obbligatoria su eventbrite.com. In caso di maltempo alcuni eventi si terranno presso Hangar Teatri. Verrà data comunicazione sul sito del tactfestival.org.
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