28 Maggio 2021

Di bellezza, bici, cambiamento e vaccini

el sunto Pubblichiamo la bella riflessione di Giulia Massolino, nata lungo la strada che percorre in bici quotidianamente per recarsi al lavoro

Potrei raccontarvi di quanto sia stato spettacolare andare a lavoro e poi a vaccinarmi (commozione e gratitudine!) in bici oggi. Delle montagne ancora piene di neve (climate change) che si stagliavano dritte davanti a me sul cielo azzurro. Dell’altopiano carsico, verdissimo e lussureggiante, quasi tropicale, dopo gli acquazzoni dei mesi scorsi (climate change). Dell’immenso mare blu luccicante,contornato dalla penisola istriana. Delle falesie bianche che risaltavano ancora di più questi colori. Del vento fresco sulla faccia e sulle braccia finalmente scoperte, dopo questo lungo inverno. Dell’inebriante profumo dei cespugli di gelsomino e di sambuco, mentre ci passavo più vicino possibile respirando a pieni polmoni per godermelo appieno. Delle rondini che volteggiavano cinguettando sopra la mia testa.

Oppure potrei raccontarvi del rovescio della medaglia. Della volante della polizia che mi sorpassa a 5 cm in una strada stretta a doppio senso mentre veniva giù il bus. Di quelli che superano per accostare a destra dopo pochi metri senza freccia tagliandoti la strada. Di chi impreca o ti spacca i timpani suonandoti immotivatamente il clacson. Dei simpaticoni che ti superano e lavano il vetro per dispetto. Delle scarpe ancora bagnate dall’ultimo acquazzone preso pedalando. Della fatica e della necessità di organizzare il tempo della giornata e i vari spostamenti in modo diverso. In ogni caso, rispetto allo spettacolo descritto poco sopra direi *stiquezzi*.

Invece racconterò una storia di cambiamento. Della mia vita precedente, quando guidavo un’auto e uno scooter, e al benzinaio (ciclista) sotto casa dicevo che non potevo usare la bici perché lavoravo troppo distante. Del mio primo giorno in cui con un misto di titubanza e orgoglio dicevo a mia mamma “oggi vado a lavoro in bici!” E lei mi guardava con stupore e disapprovazione come se le avessi detto “oggi vado a lavoro nuda”, affermando con tenerezza “no podevo gaver fioi normali?”. La stessa mamma Licia che a distanza di qualche anno mi dice che vorrebbe provare anche lei la mia bici.

Vi racconterò anche del primo incidente in bici (in età adulta), su delle temibilissime rotaie bagnate, e di come questo mi abbia insegnato a non risparmiare sulla sicurezza. E che in bici, come nella vita, si cade, ci si fa male, ci si rialza e si torna a pedalare, più forti e consapevoli di prima.

Vi racconterò di come abbia preso la decisione più veloce della mia vita, un giorno di due anni fa. Lo stupore con cui mio fratello – conoscendomi – mi ha guardata mentre entravo nel negozio di bici, ne provavo una, e dopo 5 minuti stavo già lasciando l’acconto. Di come non me ne sia mai pentita. Perché non ero cambiata solo io, erano cambiate anche le e-bike, aumentando la loro autonomia e potenza e rendendole competitive con gli scooter.

Vi racconterò che credevo di comprare un mezzo complementare a quelli che già usavo. E di come invece mi sia liberata dalla comoda schiavitù dei mezzi privati rinunciando dopo 1 mese al motorino e dopo 10 mesi all’auto.

Vi racconterò che la prima volta che sono andata a lavoro a Borgo Grotta in bici mi pareva di partire per una spedizione faticosissima. E di come oggi riesca invece a fare Trieste-Borgo Grotta-Monfalcone e ritorno in bici senza problemi.

Vi racconterò di come questo sia stato solo il primo tassello di un approccio più gentile verso il pianeta, che sto facendo diventare olistico, passo passo. Di come questo in realtà più che sacrifici preveda solamente un po’ di organizzazione. E in cambio si hanno grandi soddisfazioni. (*Civa, mi mancate, ma sappiamo tutti che era giusto farla finita*).

E infine vi racconterò del dialogo con la dottoressa che mi ha somministrato il vaccino.
“Sintomi dopo il primo?”
“Febbre, mal di testa, stanchezza”
“Accidenti, fastidioso…”
“Guardi, ero così feloce di aver ricevuto ol vaccino che avrei sopportato qualunque cosa”
“Che bello sentirlo dire… Le auguro una bellissima vita!”

Ecco, buona vita a tutti quelli che ne hanno rispetto.

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