Vita a Palazzo Silos, il libro di Annamaria Zennaro Marsi che racconta l’esperienza da bambina dell’autrice, esule di Cherso, al Silos di Trieste, sarà presentato “in presenza” al Caffè San Marco di Trieste venerdì 21 maggio, alle ore 11, all’interno del Triestebookfest.
A dialogare con l’autrice sarà il giornalista e storico Nicolò Giraldi.
Per partecipare sarà obbligatoria la prenotazione, fino a esaurimento dei posti, al numero +393314373087 (anche via WhatsApp).
Il Silos di Trieste, già deposito di granaglie e terminale ferroviario ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico, nel secondo dopoguerra ospitò gli esuli istriani, giuliani e dalmati. In ogni singolo piano lo spazio era suddiviso da pareti di legno in tanti piccoli scomparti famigliari detti “box”, che si susseguivano senza intervalli come celle di un alveare. Annamaria Zennaro Marsi, esule da Cherso con la sua famiglia, vi giunse nel 1948. La sistemazione provvisoria, della durata prevista di diciotto mesi, superò di gran lunga i tempi indicati nei contratti, protraendosi fino al 1955. Sette lunghi anni a cavallo tra l’infanzia e l’adolescenza, dei quali serba molti ricordi.
Con gli occhi ancora vispi di quella bambina, l’autrice ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta della vita quotidiana nel Silos, contenitore di anime disperate, divise tra il desiderio di poter un giorno fare ritorno alle proprie terre e la voglia di guardare avanti verso un futuro migliore.
Il libro, oltre a fotografie originali dell’autrice, contiene anche quindici video dell’epoca, accessibili tramite i QR code inseriti nel testo. Questi documenti, visionabili anche direttamente su youtube a questo link, sono stati filmati da Giuseppe Fucci, esule da Pola e anch’egli ospite al Silos con la famiglia per molti anni.
Vita a Palazzo Silos, edito da White Cocal Press e del costo di 12 euro, si trova in tutte le librerie di Trieste e dintorni nonché online su amazon, sia in formato cartaceo che ebook.
La bella copertina è di Bernardino Not.
Annamaria Zennaro Marsi è nata a Cherso allo scoppio della seconda guerra mondiale ed è vissuta nell’isola fino al 1948. Ha raccontato in un precedente libro la sua infanzia gioiosa, ma anche travagliata, del periodo bellico in una terra mitica, ricca di tradizioni e di storia, fino all’approdo al Silos di Trieste. Sposata, madre e nonna, ha dedicato la sua vita alla famiglia, all’insegnamento, ai viaggi e ai suoi numerosi hobby fino al pensionamento. Ha, quindi, iniziato a scrivere i commenti di alcuni video del marito, a collaborare per molti anni al giornale della Comunità chersina, per proseguire con i ricordi dell’esilio e della vita al Silos, il palazzo con l’anima di carta, cartone e legno sito in piazza Libertà a Trieste.
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