La familiare sagoma illuminata del bianco Castello di Miramare durante la notte del 26 marzo sarà spenta. Anche il Museo storico aderisce infatti a “M’illumino di Meno”, Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata da Caterpillar e Radio2 nel 2005. L’edizione 2021 è dedicata al “Salto di specie”, l’evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla pandemia.
Il Museo storico e Parco del Castello di Miramare ha messo in atto negli ultimi anni diverse iniziative correlate alla sostenibilità e all’evoluzione ecologica. Dal riuso dei materiali di scarto provenienti dalle potature nei 22 ettari di Parco come pacciamatura, all’utilizzo di energia a basso consumo, dal recente ripristino delle falde idriche per alimentare le acque di laghi e ruscelli alla salvaguardia e rispetto delle specie animali in tutto il comprensorio anche nel corso dei lavori di restauro nelle aree verdi.
A proposito dell’iniziativa “M’illumino di meno” cui Miramare aderisce spegnendo le luci per tutta la notte del 26 marzo, da qualche mese i vetusti fari ingialliti funzionanti ai vapori di sodio che illuminavano (poco e male) il castello, sono stati sostituiti da undici moderni proiettori a led, la cui tonalità è abbastanza “calda” da attutire nell’oscurità il biancore caratteristico della pietra d’Istria di cui è rivestita la dimora nobiliare voluta da Massimiliano d’Asburgo. La temperatura colore delle lampade installate è di tremila gradi Kelvin, paragonabili per impatto all’illuminazione usata in casa. Sono state posizionate lungo il perimetro del castello per garantire un’illuminazione omogenea, mentre è stata attutita la luminosità diretta sulla torre del Castello per far risaltare il quadrante dell’orologio che è illuminato dall’interno.
Di recente, inoltre, è stata ripristinata la rete idrica che alimenta gli specchi d’acqua nel Parco grazie a una stazione di pompaggio che sfrutta la ricchezza della falda acquifera nel sottosuolo ed è indipendente dalla fornitura dell’acquedotto. Questa attenzione alla sostenibilità consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella riserva marina che circonda il comprensorio del Museo storico oltre che di ottenere un notevole risparmio idrico.
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