Se l’Alma, come i tifosi sperano, riuscirà a centrare la promozione in A1 saranno in molti a indicare l’ultimo minuto di gara 2 dei quarti di finale come una delle partite decisive dell’intera stagione cestistica triestina.
Dopo trentanove minuti di dormiveglia generale, la Pallacanestro Trieste si è inaspettatamente svegliata, grazie soprattutto al duo biancorosso Mussini-Green. Con una giocata da 3+2 punti i due giocatori hanno regalato all’Alma una vittoria al fotofinish sull’XL Montegranaro. Prima è andato a segno, per il sorpasso biancorosso, un marcatissimo Mussini con un tiro da tre. In un PalaTrieste dove regnava un silenzio di tomba, Green ha poi chiuso i conti segnando 2/2 dalla linea dei tiri liberi.
Trieste ha così vinto per 80-79 contro la squadra marchigiana.
Il risultato finale è però alquanto bugiardo. Trieste giganteggia nel primo quarto chiudendolo 21-8, con un parziale iniziale di 16-2 su Montegranaro. Dal secondo quarto cambia tutto. I marchigiani Amoroso e Powell (51 punti in due) puniscono l’arroganza dei giocatori biancorossi i quali, credendo di aver il risultato già in tasca, subiscono un parziale di 18-8 nel secondo quarto. Trieste scompare così dal campo, tirando male e regalando palloni agli avversari.
Le statistiche per la Pallacanestro Trieste reciteranno a fine gara: 14 palle perse a frutto di 5 recuperate, il 50% al tiro da 2 (era il 38% al terzo quarto) e 32% da 3. Soltanto negli ultimi minuti della gara, quando nessuno all’Alma Arena ci credeva oramai più, Trieste si è riportata in scia degli avversari. L’epilogo è poi storia.
Al termine di questa gara una considerazione va fatta. Trieste ha vinto la partita grazie a un mix di azzardo, la cosiddetta “ignoranza”, e fortuna. Se i tiri di Mussini e Green non entravano oggi parleremmo di una cocente disfatta di fronte al pubblico amico. Se coach Dalmasson vuole veramente riportare l’Alma nel basket che conta, dovrà assolutamente trovare una soluzione ai periodici cali di concentrazione dei suoi giocatori. Ci sono due vie che si profilano all’orizzonte.
Insegnare ai suoi giocatori a tenere alta la soglia di attenzione fino alla fine, serrando i ranghi nei momenti di difficoltà. O affidare le chiavi della squadra a un giocatore capace di risolvere la partita nei minuti che contano.
C’è un superstar tra Cavaliero, Green, Bowers o tra i vari lottatori Prandin e Baldasso capace di ergersi a Ubermensch, Superuomo?
[photo credits @Alma Trieste fb]
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