23 Febbraio 2018

La fille du régiment e i nostri artisti triestini

el sunto Al teatro Verdi di Trieste è in scena ancora domani, sabato 24 febbraio, La fille du régiment, brillante opera di Gaetano Donizetti

di Camilla Soncini

Al teatro Verdi di Trieste è in scena ancora domani, sabato 24 febbraio, La fille du régiment, brillante opera di Gaetano Donizetti, che fortunatamente, in questo allestimento, ha dato risalto a numerosi volti nostrani.
Così, con quest’opera dai toni patriottici, si risveglia il nostro orgoglio triestino che ci fa elogiare con ancor più enfasi i nostri “prodotti” locali.
Le note di merito si aprono sulla sapiente arte della scenografia di Pier Paolo Bisleri che da molti anni regala al pubblico, triestino sì ma anche più largamente italiano e internazionale, scene e costumi che non si limitano ad essere semplice sfondo ma che definiscono nuove chiavi di lettura, che danno un’identità precisa all’opera, che raccontano da sé una storia.
Nonostante la scenografia sia la stessa usata nell’allestimento andato in scena a Trieste nel 2009, è stato un piacere ritrovare la verde e montuosa ambientazione del Tirolo grazie alla quale, per contrasto, vengono esaltati anche i costumi indossati dai soldati del reggimento.
L’attenzione del pubblico è stata rapita anche dal nostro beniamino dell’operetta, Andrea Binetti, uno degli artisti più amati in città, la cui empatia con la sala arriva sempre dritta al cuore di noi spettatori. Ne La fille du régiment, Andrea Binetti ha rivestito i panni della Duchesse de Krakentorp, che con elegante comicità e una meravigliosa presenza scenica ha dato un tocco di classe in più alle ultime scene dello spettacolo.
C’è da dire poi che negli ultimi tempi abbiamo avuto il piacere di apprezzare, in ruoli da solisti, diversi artisti del coro del Teatro Verdi, alcuni triestini per nascita, altri triestini d’adozione. Questa promozione del “made in Trieste” non è fine a sé stessa. Si tratta infatti di artisti talentuosi che hanno modo di dimostrare sempre più spesso le loro doti sceniche e canore, che si notano chiaramente già quando li vediamo far parte del loro insieme, il coro.
Bravi dunque Giuliano Pelizon nei panni di un caporale e il paesano Dax Velenich, a cui ha dato il cambio Andrea Fusari nelle serate del 17, 20 e 24 febbraio.

Per quanto riguarda la penultima rappresentazione de La fille du régiment, andata in scena il 22 febbraio, la serata è stata senza ombra di dubbio un successo. Lunghi applausi, pubblico, per una volta anche molto giovane, entusiasta e percepibile emozione sui volti dei protagonisti che hanno sentito il riconoscimento che arrivava dalla sala.
Giuliana Gianfaldoni che ha interpretato Marie, “la perla del reggimento”, è stata superba. Non una nota fuori posto, acuti sorprendenti per una voce chiara e morbida. Giuliana Gianfaldoni, questa giovane cantante del ’92, piena di brio, ha dato vita a una figlia del reggimento fresca, spigliata, una ribelle con delle movenze da maschiaccio, divertenti ma giustamente non esasperate.
Molto apprezzato anche Deniz Leone, che con simpatia e una performance canora all’altezza delle difficili arie del personaggio, ha dato vita a Tonio.
Più che promossi Sulpice di Andrea Borghini e lo spiritoso e poliedrico Fumiyuki Kato, che ha saputo dare un tocco internazionale a questo spettacolo dalla cospicua componente triestina, grazie anche a un intervento nella sua lingua madre, e ha interpretato ben tre ruoli diversi: un notaio, un soldato e un maestro di musica. Dario Giorgelè è stato invece uno spigliato Hortensius.

Peccato per la pronuncia della recitazione in francese di Rossana Rinaldi, la Marquise de Berkenfield, che altrimenti sarebbe stata ancora più azzeccata nel ruolo.
La regia, pulita ed essenziale, è stata firmata da Sarah Schinasi. Sorge spontaneo uno sguardo nel passato, rivolto alle trovate geniali di Davide Livermore che nel 2009 aveva costruito, con la sua regia, uno spettacolo stravagante e forse più coinvolgente dal punto di vista registico.
Infine l’orchestra è stata ben diretta da un attento Simon Krečič.
Concludo citando l’opera stessa, che andrà in scena per la sua ultima rappresentazione sabato 24 febbraio, “Tutti lo sanno, tutti lo dicono, il reggimento per eccellenza”. Anche Trieste ha una sua schiera, non di soldati ma di artisti. Abbiamo dato i natali a cantanti, ballerini e attori validi che non dobbiamo sottovalutare e che soprattutto le produzioni non devono dimenticare!

Camilla Soncini

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Un commento a La fille du régiment e i nostri artisti triestini

  1. PIO ha detto:

    CONDIVIDO INTEGRALMENTE LA RECENSIONE , UNA STUPENDA ESPERIENZA CON ARTISTI FAVOLOSI.

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