2 Marzo 2017

Trieste xe per bici: parola di olandese

el sunto "Penso che i triestini non siano ancora consci delle potenzialità che la città avrebbe incrementando le infrastrutture a favore della ciclabilità"

Milou è olandese. Sta facendo un dottorato all’Università di Amsterdam sulle identità urbane di Trieste e Fiume, e per questo ha scelto di trascorrere un breve periodo nella nostra città, per completare e approfondire le sue ricerche. Qui si è molto interessata al dialetto, che, chiudendo il cerchio, unisce la natura cosmopolita e internazionale della città con il suo grande patrimonio locale.

Da buona olandese, una delle prime cose che si è procurata per il suo soggiorno a Trieste è… una bicicletta.

Non poteva dunque sottrarsi alla nostra canonica intervista:

1. Descrivi le tue bici
Ad Amsterdam ho 3 biciclette: una da città, la classica bicicletta olandese (nella foto di copertina. La cosa divertente della foto è che è stata scattata senza che lo sapessi per un reportage -non su di me- del Guardian sulla vita degli studenti ad Amsterdam. Un amico che legge spesso il Guardian poi mi ha riconosciuta per caso sull’articolo.); poi ho una seconda bici da città che uso quando la prima si rompe; infine ho una bici da corsa che uso per i viaggi fuori città.
Faccio parte di un gruppo di turismo col quale facciamo dei bellissimi giri nella campagna olandese.
bici triesteMolte persone a Amsterdam hanno almeno due o tre bici: è il mezzo di trasporto principale della città, così se la tua prima bici si rompe o viene rubata… puoi sempre proseguire con le altre. E siccome i furti sono molto comuni, le leghiamo con due o tre catene.
A Trieste ho noleggiato una bici (seconda foto). Mi piace molto, ha un colore verde retrò e marca italiana, ma sembra proprio una bicicletta classica che gli olandesi usano per andare al lavoro e che puoi anche portare sui treni.

2. Da quanto tempo vai in bici
Da quando sono nata. Impariamo ad andare in bici fin dalla prima infanzia. A Trieste ovviamente è la prima volta che uso la bici, prima mi muovevo a piedi, ma in bici è decisamente meglio.

3. Dove ti porta la bici
Qua a Trieste praticamente ovunque. E’ un ottimo mezzo di trasporto per spostarmi da casa alle librerie e biblioteche che devo frequentare quotidianamente per le mie ricerche. Uso la bici anche per esplorare i dintorni del centro, per conoscere altri aspetti della periferia di Trieste. Sfortunatamente questo tipo di bici non è fatto per andare sul Carso.

4. Trieste xe per bici?
Penso che i triestini non siano ancora consci delle potenzialità che la città avrebbe incrementando le infrastrutture a favore della mobilità ciclistica. Specialmente il centro città è prevalentemente pianeggiante, per cui percorribile molto facilmente in bici. Non devi cercare parcheggio e la bici ti porta ovunque.
Anche quand’ero a Firenze o Roma mi sono sempre spostata in bicicletta, perchè era un mezzo di trasporto super veloce e sicuro, perché il resto del traffico aveva sempre rispetto per te sulla strada.
Sai che Trieste e il resto della regione sta diventando ogni giorno più famoso in Olanda da quando viene promossa come una bellissima, accessibile e facilmente percorribile regione ciclistica? Soprattutto la ciclabile Alpe Adria – solo un po’ collinare, visto che gli olandesi sono soliti preferire le strade piatte – che viene promossa in Olanda come una destinazione turistica tutta da scoprire.

5. Cosa pensi di chi dice che Trieste non è fatta per le bici?
Nonsense! Come ho detto, i turisti olandesi negli ultimi anni stanno scoprendo la città e il Carso come la meta perfetta per le vacanze in bicicletta
Il centro di Trieste e il lungomare sono prevalentemente pianeggianti, il resto è collinare ma non troppo. La città ha delle strade larghe, c’è tutto lo spazio necessario per creare ciclabili. Io credo che sarebbe una buona chance per lo sviluppo di una mobilità sostenibile a Trieste.
Soprattutto in qualità di città principale dell’Euroregione Adriatica Trieste dovrebbe essere di esempio per le regioni circostanti. Io penso inoltre che molti triestini abbiano già scoperto le potenzialità ciclistiche di Trieste, come puoi vedere dall’aumento delle bici in giro per la città negli ultimi anni.

6. Cosa pensi della nuova ciclabile di Campi Elisi?
E’ un’ottima partenza. La critica principale che ho sentito riguarda il calo dei parcheggi disponibili per le automobili. Credo tuttavia che vada fatto il ragionamento inverso: quando andare in bici sarà più sicuro e più comune a Trieste molte più persone useranno la bicicletta per i loro impegni quotidiani e non avranno più bisogno di un parcheggio in città.
Credo sia importante per la città creare un’infrastruttura ciclabile che sia sicura non solo per le bici, ma anche per i pedoni e le auto. Per questo sono necessarie corsie ciclabili separate dala carreggiata o almeno ben indicate.

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4 commenti a Trieste xe per bici: parola di olandese

  1. Davide ha detto:

    per mi la critica principale ala campi elisi sè el toco la dela grande viabilità. ma sicuramente sai meo de prima che no iera gnente.
    bela intervista interesante.

  2. LuisaG ha detto:

    speremo che i fazzi anca la ciclabile in via Giulia.. tanto xè marciapie enormi do che camina 2 persone ogni ora, per gran parte del percorso. Ma se sa, comanda i comrcianti.. bisogna imparar a votar siori e siore. Cussì xè..

  3. Tommaso ha detto:

    Da biciclettaro che ha utilizzato solo poco fa per la prima volta la ciclabile di Campi Elisi non capisco vari aspetti della stessa: perché i ciclisti devono fare la chicane all’incrocio con via San Marco (e vengono nascosti a chi viene dalle Rive dal muro d’ala del ponte ferroviario), perché il termine della ciclabile in strada all’incrocio con via Alberti (https://www.google.si/maps/@45.6396868,13.7749236,3a,75y,216.39h,66.65t/data=!3m7!1e1!3m5!1sYGnpnJMxW-HkUXtUlu7Fjg!2e0!6s%2F%2Fgeo1.ggpht.com%2Fcbk%3Fpanoid%3DYGnpnJMxW-HkUXtUlu7Fjg%26output%3Dthumbnail%26cb_client%3Dmaps_sv.tactile.gps%26thumb%3D2%26w%3D203%26h%3D100%26yaw%3D146.20253%26pitch%3D0%26thumbfov%3D100!7i13312!8i6656!6m1!1e1) sia con un cordolo perpendicolare alla ciclabile, poco visibile di giorno, probabilmente invisibile e pericoloso di notte (ma qualche catarinfrangente o un po’ di pittura facevano sforare il budget?), e perché abbiano scelto di nascondere i ciclisti dietro i contenitori dell’immondizia all’incrocio con via dei Lavoratori (scelta criminale secondo me – un bambino in bici arriva all’incrocio completamente invisibile al traffico che da via d’Alviano svolta in via dei Lavoratori, quando senza la ciclabile rimaneva sempre visibile).

    Hanno fatto scelte che in altre città si facevano 40 anni fa, che sono obsolete e che si stanno correggendo da almeno una quindicina d’anni.

    Spero vivamente che se la giunta Dipiazza si decide a fare qualcosa per migliorare la viabilità cittadina lo faccia guardando a cosa si fa altrove oggi, e non cosa si faceva negli anni 80.

  4. Stojan ha detto:

    i tempi del Tram di Opcina mi sono fatto una bellissima biciclettata caricando la mia vecchia Atala senza cambio, tipo prete di campagna, sul tram fino all’Obelisco. Ho proseguito lungo la ciclabile nel bosco fino a Prosecco, proseguito per S.Croce, Aurisina e Sistdiana per tornare lungo la costiera in piazza Oberdan e rimettere la bici sul tram fino al castello di Scorcola. Abitavo la vicino.

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