26 Ottobre 2016

ADASS: E quindi uscimmo a calcolar di stelle

el sunto Un importante congresso internazionale di astrofisica a Trieste, ADASS 26, passa sotto silenzio per i media locali, persino nella Città della Scienza…

Ci sono silenzi che fanno rumore – come quello della sonda Schiapparelli, di cui si è parlato da quando ha smesso di farsi sentire da Marte – e, al contrario, ci sono eventi a loro modo clamorosi di cui si sente parlare poco. Restando in ambito astronomico, si è appena conclusa a Trieste una conferenza di alto livello e rilevanza internazionale. Pur essendo chiusa al pubblico e trattando argomenti molto tecnici, per alcuni suoi aspetti ADASS XXVI merita di essere almeno presentata anche ai non addetti ai lavori. Io stesso ne sono venuto a conoscenza per caso, quando un conoscente che lavora per l’Osservatorio Astronomico me ne ha parlato.

ADASS è una conferenza internazionale annuale, giunta nel 2016 alla ventiseiesima edizione, dedicata ai software e ai sistemi di analisi dei dati per l’astronomia, ed ha portato qui a Trieste dal 16 al 20 ottobre 340 congressisti da tutto il mondo che hanno visitato la città e riempito la Stazione Marittima con presentazioni, dimostrazioni e interventi vari; circa 200 persone sono rimaste in città fino al 23 ottobre per un workshop collegato, dedicato ai lavori dell’Alleanza per l’Osservatorio Virtuale Internazionale.

Trieste, che ama fregiarsi del titolo di Città della scienza (ed è in effetti la città al primo posto in Europa per  numero ricercatori per abitante), ha eccellenti istituzioni di rilevanza internazionale, nei campi della ricerca pura e applicata; qui si svolge quotidianamente un incessante lavoro che coinvolge un discreto numero di residenti e ospiti; di fianco a queste attività vi sono degli eventi periodici pensati per il pubblico generale, come Trieste Next, La notte dei Ricercatori e la Mini Maker Faire, capaci di catturare l’attenzione di buona parte della cittadinanza. Quella dei grandi eventi “per addetti ai lavori” è un’ulteriore dimensione dell’attività scientifica nel capoluogo giuliano, meno nota delle due precedenti.

A quanto mi risulta, non c’è stata grande eco nei media locali per questo evento, che però è qualcosa di più del “solito congresso annuale”  degli specialisti di un dato settore che scelgono Trieste come meta. In parte per l’eccellenza del Consorzio scientifico che lo promuove (è anche grazie a software e sistemi presentati in precedenti conferenze ADASS che George Smoot è potuto arrivare ai risultati che lo hanno portato al Nobel per la fisica nel 2006, ma allo stesso tempo queste tecnologie forniscono dati indispensabili per la comunità di appassionati e addirittura per il grande pubblico: il progetto World-Wide Telescope è nato anche grazie a queste tecnologie e questi dati), in parte per alcune innovazioni messe in campo e, non da ultimo, per l’importante lavoro di promozione della città svolto dagli organizzatori per gli ospiti.

ADASS 26 - congressisti

Fabio Pasian, Coordinatore del Comitato Organizzatore Locale e membro del Comitato Scientifico del Congresso ADASS oltre che Astronomo Ordinario presso INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, si è speso in prima persona per portare questo evento nella nostra città (questa di Trieste è la prima edizione che una conferenza ADASS si svolge sul territorio italiano). È molto soddisfatto che i partecipanti si complimentino con lui per il lavoro organizzativo svolto, ma ha anche alcuni importanti appunti da fare. Sente che due zavorre gravano sul lavoro dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, e hanno pesato anche su questa iniziativa: la mancanza di sinergia fra i numerosi enti della ricerca scientifica triestina e la burocrazia che rende lente e poco efficaci le decisioni.

«Nella giornata di sabato la presenza contemporanea in Stazione Marittima del congresso e di due navi da crociera hanno fatto emergere alcuni aspetti tipici della disorganizzazione triestina. Ma è il dover dipendere dalla burocrazia è anche più faticoso. Per dire, all’Osservatorio abbiamo bisogno di informatici, e possiamo garantire loro dei contratti “entry level” di tutto rispetto per questi tempi, ma i meccanismi dei concorsi sono lunghi e farraginosi, e alla fine scoraggiano i potenziali candidati. In più questa informazione “per specialisti” non trapela a livello dei media locali e alla fine si perde. Risultato? Noi non abbiamo gli informatici che ci servono e dei validi informatici non hanno i lavori che possiamo offrire loro», dice Pasian. «A questo aggiungiamo il fatto che a Trieste non solo non esiste un efficace coordinamento tra gli enti di ricerca, ma nemmeno la capacità di parlarsi, cosa che sarebbe indispensabile per sormontare insieme gli ostacoli burocratici di cui il sistema della ricerca è spesso vittima».

L’organizzazione di ADASS XXVI è stata curata dall’Osservatorio Astronomico di Trieste, con la partecipazione dell’Università di Trieste e del Comune di Trieste. Oltre che ai problemi logistici legati alla presenza in città di circa 500 ospiti, sono stati affrontati e risolti problemi tecnologici non indifferenti, legati soprattutto alle tecnologie di rete necessarie ai relatori per le dimostrazioni dei software presentati. Ma mentre veniva realizzato tutto questo, si svolgevano anche altre attività.

Martedì sera si è svolto un concerto “in remoto”, realizzato dall’orchestra sinfonica del Conservatorio Tartini con la partecipazione dall’Accademia della Musica dell’Università di Ljubljana dei pianisti Urban Stanič e Tim Jancar, le cui note sono arrivate a Trieste in perfetta sincronia grazie a LOLA, un innovativo sistema di trasmissione del suono. Alle mattine, per i numerosi astrofisicia appassionati di corsa sono state organizzate le Jogging Wakeup tra le Rive e Portovecchio, che hanno permesso ai partecipanti di osservare Trieste da un punto di vista inconsueto per il comune turista.

È stata particolarmente curata anche la parte di comunicazione, grazie alla presenza di un canale YouTube, una pagina su FaceBook e un account Twitter, dove sono stati caricati molti contenuti (e dove si possono anche ascoltare i commenti sulla città da parte dei partecipanti ad ADASS: qui potete sentire quelli di Omar Laurino, che è stato a Trieste dal 2007 al 2010 e ora lavora nel prestigioso Smithsonian Astrophysical Observatory di Boston). Tra gli aspetti innovativi introdotti proprio in questa edizione triestina c’è stata anche la sperimentazione di un nuovo formato di presentazione dei contenuti, il video di 90 secondi detto Drops of ADASS, che si è rivelato interessante ed efficace, e diventerà uno standard per le presentazioni brevi a partire dalla prossima edizione.

Insomma, un piccolo grande risultato per la Città della Scienza (che nel frattempo ha cambiato abiti in questo weekend per fregiarsi del titolo di Capitale del Caffè), di cui siamo venuti a conoscenza per caso. Probabilmente ci sono stati anche altri eventi d’eccellenza durante l’anno che hanno avuto scarsa o nulla eco al di fuori della cerchia degli specialisti: ma in che modo si può intercettarli e raccontarli?

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