Deboli, poco gustosi, inquinanti: così possono diventare i gamberi se non vengono allevati seguendo le tecnologie corrette. Questo è quanto in alcuni casi succede ad Hainan. Presto non sarà più così grazie a un accordo firmato tra Unimpresa e l’Accademia delle scienze oceanografiche di Hainan.
Tecnologia e ricerca per la filiera agroalimentare e riduzione dell’impatto ambientale della produzione, insomma non è solo design, moda e food quality ad attrarre la Cina. Le piccole medie imprese italiane, rappresentate da qui da Unimpresa, presente in questi giorni ad Hainan con una folta rappresentativa, dimostrano di saper attrarre l’interesse di istituzioni e aziende dell’isola cinese di Hainan.
Il Presidente della Federazione delle MPMI Innovative Paolo Bonivento – unico straniero invitato a intervenire alla conferenza di apertura della fiera internazionale dell’Agricoltura di Hainan – ha presentato ai membri del Governo dell’Isola, un nuovo modello che prevede un preciso rapporto tra ricerca sviluppo e realizzazione della filiera agroalimentare, diverso da quello che spesso caratterizza la produzione di Hainan e di molte altre parti del mondo.
“I passaggi chiave per realizzare questo modello sono almeno tre – ha dichiarato Bonivento – Occorre sviluppare un sistema di ricerca congiunto Cino-italiano relativo agli studi nel campo dell’agroalimentare; è importante impostare progetti pilota che sfruttino l’esperienza italiana per la risoluzione di problematiche nel campo di acquacolture e orticolture; è strategico spingere vigorosamente verso un buon uso della certificazione di prodotto e di provenienza per i prodotti di entrambi i Paesi. Questo per garantire la massima trasparenza e tracciabilità all’interno delle condizioni standard dell’eccellenza dei prodotti.”
Paolo Bonivento qui ad Hainan si è fatto portavoce di questo tipo di “made in Italy”,tipico delle imprese innovative tra le quali spiccano alcune eccellenze italiane triestine come Dna Analytica, Mttlab, Pulsar, EtLab, Arcosolution, A&P Polymers e Bioenergy Italia, aziende fortemente interessate al progetto di Hainan.
Unimpresa e l’Accademia di oceanografia della Cina ad Hainan hanno, in proposito, chiuso un accordo per lo sviluppo di questo modello e per partire con un progetto pilota relativo all’allevamento di gamberi, risorsa strategica per l’Isola che li esporta in mezzo mondo.
Sotto il cappello di questo agreement è stato infatti firmato un contratto tra ETLAB, impresa associata e tra le Pmi Innovative, insediata nell’Area Science Park di Trieste e l’Accademia delle Scienze di Hainan.
Il progetto pilota prevede tre step: la progettazione di una nursery campione che garantisca gamberi di qualità ed eviti inquinamento genetico; la ristrutturazione del processo produttivo di allevamento dei gamberi, e infine l’implementazione di bioreattori per alghe e anellidi, da cui viene ricavato il cibo con cui ogni allevatore dovrà nutrire i gamberi per garantirne la qualità certificata.
Il ricorso all’uso di questo cibo e l’obbligo per gli allevatori a filtrare l’acqua di ingresso e ad utilizzare vasche di allevamento a rotazione, garantirà al tempo stesso una fortissima riduzione dell’impatto ambientale e dell’inquinamento.
Il centro dell’Accademia delle scienze Oceanografiche oltre alle nursery per l’allevamento di gamberi si occupa di studi di speci algali e delle riproduzione di specie protette come quelle che popolano la barriera corallina dalle più microscopiche come i polipi corallini fino alla cernia del Pacifico.
EtLab insieme delegazione italiana partirà per Milano portando con sé alcune provette d’acqua che verrà analizzata nei laboratori italiani. Un’immagine simbolo di un’eccellenza del made in Italy che riguarda sì i propri prodotti agroalimentari, ma anche le capacità uniche di sviluppare una filiera alimentare che sa garantire questa qualità famosa nel mondo tutelando al tempo stesso le risorse del territorio.
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