18 Settembre 2015

Al via I Mille Occhi, fra la riscoperta e il piacere della visione

el sunto Al via la quattordicesima edizione di I Mille Occhi - Festival internazionale del cinema e delle arti che si terrà al Teatro Miela di Trieste dal 18 a

Al via stasera la quattordicesima edizione di I Mille Occhi – Festival internazionale del cinema e delle arti che si terrà al Teatro Miela di Trieste dal 18 al 23 settembre.
Un festival che, dalle parole del suo direttore Sergio M. Germani, conferma la volontà di non accettare i limiti di quanto è già noto puntando a proporre un programma in cui il gusto della riscoperta s’intrecci con il piacere della visione, con il proposito di incoraggiare il suo pubblico a confrontarsi con il cinema di ogni tempo e luogo con libertà di sguardo e curiosità per il molto che ci è ancora sconosciuto.

Anche l’edizione del 2015 sarà caratterizzata da proiezioni da mattina a notte, nonché da svariati ospiti – si terranno infatti incontri con registi, attori, critici e storici del cinema. «Purtroppo molti colgono nei Mille occhi un luogo unico per coltivare scoperte, “purtroppo” perché il festival teme più la solitudine che rischi di competizione», afferma Germani nella sua introduzione al catalogo.

Tra i cineasti “segreti” da riscoprire, accanto alla rosa di cinque rarissimi film salvati dal giovane collezionista e storico Simone Starace e all’omaggio al poeta e regista Raffaele Andreassi (che prosegue un percorso avviato nel 2014, curato da Fulvio Baglivi di Fuori Orario), vi saranno approfondimenti dedicati al messinese Oreste Palella, più noto come attore (ad esempio, in Sedotta e abbandonata di Germi) ma autore di preziosi mélo soprannaturali, ed Emanuele Caracciolo, ucciso a 31 anni nelle Fosse Ardeatine e regista di un solo film (Troppo tardi t’ho conosciuta!), ma di cui si vedranno anche altre interessanti opere del periodo, a cui collaborò (di Carmine Gallone, Mario Bonnard, Corrado D’Errico..).

Saranno all’insegna degli intrecci tra Cinema e Storia del nostro Paese anche le proiezioni che inaugureranno ufficialmente il festival con alcuni documenti storici poco o per nulla conosciuti: venerdì 18 settembe alle ore 20.45, dopo il rinfresco inaugurale alle ore 20, si assisterà infatti all’anteprima dell’appena ritrovato e restaurato Il Duce a Trieste, sulla visita di Mussolini nel capoluogo giuliano (avvenuta il 18 settembre 1938, esattamente 77 anni prima della sua riproposizione al festival) e alla rara versione integrale di Vivere da anarchici, film-intervista sull’anarchico triestino Umberto Tommasini, realizzato da Paolo Gobetti nel 1976. Dello stesso Gobetti si potrà vedere anche Racconto interrotto (1992), il mediometraggio dedicato al padre Piero, figura tra le massime della cultura antifascista. A Trieste questi filmati storici saranno presentati da Paola Olivetti, compagna di Paolo Gobetti e direttrice dell’Archivio cinematografico della Resistenza di Torino (responsabile del ritrovamento di Il Duce a Trieste), alla presenza dello storico dell’anarchismo triestino Claudio Venza, del Gruppo Anarchico Germinal e del direttore della Cineteca del Friuli Livio Jacob.

Anche la sensibilità per l’immaginario femminile, da sempre al centro dei Mille occhi ed evidente sin nella scelta di proporre per ciascuna delle sue edizioni un’icona donna della storia del cinema (quest’anno è la volta di Daliah Lavi, protagonista di Il demonio di Brunello Rondi), avrà anche quest’anno modo di esprimersi al meglio con la breve personale della celebre artista francese Niki de Saint Phalle, autrice di due originalissimi lungometraggi che verranno presentati alla presenza della figlia Laura Duke Condominas, indimenticata Ginevra nel Lancelot du Lac di Robert Bresson.

Tra gli approfondimenti più attesi, vi saranno anche omaggi al caratterista triestino Livio Lorenzon, all’attore di molti western e peplum italiani Richard Harrison, al regista e produttore tedesco Frank Wysbar, allo scenografo russo Boris Bilinsky e – non ultimo – al sodalizio creativo tra Ermanno Olmi e lo scrittore Mario Rigoni Stern. Il Premio Anno Uno 2015 a un cineasta del nostro tempo andrà invece al portoghese Vítor Gonçalves, per il suo secondo lungometraggio realizzato a 27 anni dall’acclamato esordio, A vida invisível, il quale verrà proiettato alla presenza dell’autore nella serata conclusiva del festival, mercoledì 23 settembre.

Tutte le proiezioni e gli incontri sono a ingresso libero.

 

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