Quale donna si aggiudicherà la prima intitolazione slovena di Trieste? La risposta ha i giorni contati. La prescelta verrà molto probabilmente svelata lunedì. Alle 20.30 nella sala Peterlin di via Donizetti 3 la docente Elena Cerkvenič inaugurerà la prima mostra sulla toponomastica femminile slovena e per l’occasione la vicesindaco Fabiana Martini potrebbe rendere noto quale (o quali) nome è stato scelto, fra la rosa al vaglio dalla commissione toponomastica. Tredici donne slovene si contendono il primato. I nomi sono stati avanzati in parte dal quotidiano Primorski (sulla base di un sondaggio proposto in passato ai propri lettori), in parte dalle associazioni Anpi ed Edinost, in parte ancora dalla stessa Cerkvenic.
Nella rosa dei nomi più papabili almeno quattro donne, proposte da più parti. Si tratta di Maria Bernetič, nata a Trieste nel 1902 e morta sempre nel capoluogo giuliano nel 1993. Una vita, la sua, dedicata alla lotta per la libertà e la fratellanza fra i popoli. “Figlia della Trieste proletaria – si legge nel documento con cui l’Anpi la propone – Maria Bernetic rappresenta degnamente quella generazione di triestini (italiani e sloveni) che non hanno mai piegato la schiena di fronte al fascismo e che lo hanno combattuto in tutte le sue espressioni”. Venne arrestata e torturata più volte perché comandante partigiana perseguitata politica.
Fra le preferite anche la scrittrice e giornalista Mara Samsa (proposta sia dal Primorski sia da Edinost), nata a Trieste nel 1906 e morta a Golnik nel 1959. Maestra elementare, venne licenziata nel 1926, dopo che vennero vietate le lezioni in lingua slovena. Emigrata in Slovenia, venne deportata dai tedeschi in Serbia e poi internata nel campo di concentramento di Gonars. Due anni dopo, nel 1944, riuscì comunque a tornare a Trieste per organizzare corsi segreti in lingua slovena e, una volta arrestata dagli agenti dell’Ispettorato speciale di pubblica sicurezza, fuggì dalla finestra del bagno della sede di via Bellosguardo e fece ritorno sul territorio liberato.
Proposta sia da Edinost sia dal Primorski anche Marica Nadlišek (1867-1940). Scrittrice, traduttrice e maestra, fu una delle prime grandi firme femminili nel mondo della cultura slovena. Strenuamente impegnata nella lotta per i diritti delle donne, nel 1897 fondò e diresse a Trieste il mensile Slovenka, organo delle donne slovene. Oltre a racconti e novelle, scrisse il primo romanzo sloveno di Trieste, Fata morgana (1898).
E ancora Zora Perello, proposta da Anpi e Primorski. Nata a Trieste nel 1922, morì di tifo nel 1945. Da adolescente prese segretamente parte ai giovani comunisti di San Giacomo, iniziando un percorso politico considerato illegale dal regime fascista. Per la sua attività politica (in collegamento col Fronte di Liberazione) venne più volte arrestata; fu condannata dal Tribunale Speciale a 13 anni di reclusione ed internata. Rimase in prigione fino all’ 8 settembre 1943. Ritornò a Trieste dove continuò a fare l’attivista, in città e sul Carso. Venne arrestata di nuovo dalla Gestapo e torturata.
A lei è dedicato il libro Zora (Editoriale stampa triestina, 2005) e la Casa del Popolo di Servola.
Le altre donne slovene cui Edinost e il Promorski hanno proposto l’intitolazione sono: Marija Manfreda, Marica Gregorič, Marija Mijot, Marija Merlak, Darinka Piščanc e Elvira Kralj. La stessa Elena Cerkvenič ha invece proposto Ivana Zorman, Angela Janova e Zofka Kveder.
speremo che i li scrivi giusti, sti nomi: marica gregorič (stepančič), marija mijot, elvira kralj.
Wanda e Marjon Wulz…ma cossa slovene le iera “le Wulz”, no gnoche? Bon indiferente!
Le ghe ga fato un “ritratto di bambino” a mio cugin che dopo i lo ga esposto in una mostra. Parlante, propio.
@Fiora Non essendoci foto della mostra “slovena”, ancora da inaugurare, abbiamo usato la foto della mostra itinerante sulla toponomastica femminile, di cui abbiamo dato notizia qua: https://bora.la/2015/04/19/toponomastica-triestina-largo-alle-donne-slovene/
vedi anche: http://commissionepariopportunita.comune.trieste.it/sulle-vie-della-parita-iii-tappa/