17 Marzo 2015

Trieste no xe per auti

el sunto "Trieste no xe per bici", un motto che si sente molto spesso e che contrasta con la realtà dei tempi. E se invece si dicesse "Trieste no xe per auti"?

Qualche settimana fa dovevo andare in città a fare le seguenti cose:

1. portare libri alla libreria Ubik e alla Tergeste

2. lasciare una cosa in una cassetta della posta in via Ghega

3. trovarmi alle 18 in Largo Barriera con una persona per una consegna. La cosa da consegnare doveva esser prima presa però in via Matteotti.

4. portare libri in via Pascoli.

5. trovarmi alle 19 da Robi Scussa e rilassarmi.

Di solito lo facevo in bici, con queste tempistiche:
Servola-Ubik+Tergeste 20 min. Tergeste-via ghega 5 min. Via Ghega-via Matteotti-Largo Barriera 10 min. Largo Barriera-via Pascoli 5 min. Via Pascoli-Scussa 5 min. Totale: 45 minuti.

Quel giorno però pioveva. Leggermente. Il che mi ha fatto prendere l’auto, non tanto per il fastidio di bagnarmi, quanto perché con l’asfalto umido il tutto comincia a diventare troppo pericoloso.

Ecco la cronaca del viaggio:

Parto alle 17 da Servola, me ciapo per tempo. Arrivo sulle rive in 10 minuti, benon. Siccome non amo il parcheggio selvaggio, tento il colpo di fortuna e faccio un illusorio giro per trovare un parcheggio libero. Il giro illusorio dura 15 minuti, parcheggio sulle rive davanti la stazione marittima. 17.25. Ora che arrivo a piedi alla mia tappa 1 (Ubik+Tergeste), passano 10 minuti. Faccio le due consegne, e arrivano ormai le 17.45.

Scelta: vado a piedi fino via Ghega e poi torno all’auto o torno all’auto e tento la fortuna di trovare un parcheggio regolare vicinissimo alla mia tappa 2? No, è troppo tardi per entrambe. Tappa 2 fallita.

Torno all’auto (17.55), parto. Traffico. Incugnai. Sono in Largo Barriera alle 18.10, ma mi ricordo che devo ancora passare in via Matteotti. Giro in via Maiolica. I parcheggi qua su ambo i lati son belli stretti. E infatti tac. Furgone che non passa. Taca sonar. 10 minuti fermi. Finalmente avanti, a passo d’uomo. Arrivo in via Matteotti. 18.25. Eh no, non posso cercare un parcheggio regolare, sono già troppo in ritardo. Allora mi sento moralmente autorizzato a fare una “contravvenzione soft”.

Dicesi “contravvenzione soft” quella violazione del codice della strada soggettivamente considerata “piccola”, necessaria a rendere psicologicamente sostenibile l’utilizzo dell’automobile.

Tipo la sosta in seconda fila in via Carducci, dove vige addirittura il divieto di fermata. O il sorpasso superando la linea continua quando si vede che “no xe problemi dei”. O il sorpasso quando c’è la linea doppia, per lo stesso principio del “no xe problemi dei”. O l’autogestione del limite di velocità giù per strada nuova per Opicina perchè “se te va per bon a 50 km/h te fa la fila fin Ferneti”. Comunque, lascio l’auto su un passo carrabile confidando nella magica alchimia “contravvenzione soft” + “onnipotenza delle quattro frecce”, tanto mi bastano 2 minuti esatti: apri porta, ciol robe, torna in auto. Ecco, al minuto 1.23, arriva chi deve entrare nel passo carrabile. Giustamente incazzato. E nei 30 secondi che mi servono per spostarmi, si è già creata una fila lunghissima e ho dato il mio pessimo contributo al caos totale del traffico cittadino. “Ma bon, per una volta, e po no podevo far altrimenti”.

18.30 e devo ancora trovare dove mollare l’auto per l’appuntamento delle 18 in Largo Barriera. Dopo 15 minuti, trovo chi sta uscendo da un parcheggio in via Foscolo. Daghe. 20 manovre, ma ce la faremo (intanto si forma la fila dietro). Entro e corro in Largo Barriera. 18.50. Tappa numero 3: fatta.

In via Pascoli ci vado ovviamente a piedi. Alle 19 anche la missione 4 è completata. Benon. Non mi resta che andare da Scussa, neanche mal, forse non arrivo tardi.

Torno all’auto, arrivo in zona alle 19.15. Via Giulia. Un parcheggio in via Giulia alle 19.15? No se pol. Trovo parcheggio (regolare) alle 19.40 in via Cologna, arrivo da Scussa alle 19.45.

E me rilasso.

E tiro le somme: in auto 2 ore e 45 minuti per fare quello che in bici faccio in 45 minuti.

Trieste no xe per auti.

E voi dirè: “Come no xe per auti? Se xe pien de auti in giro! Forsi te volevi dir che Trieste no xe per bici!

E mi ve dirò: “Ma sì, iera un viz, ovio che l’auto la usa in tanti (anche mi). Ma xe tanti anche che usa la bici. Quindi se Trieste xe per auti, Trieste xe anche per bici.

Eco, mi me piasessi ‘ssai no sentir più sta frase: “Trieste no xe per bici”. Xe un poco fora logo ormai. I tempi xe cambiai. Trovassi molto più coreto meterghe vizin un “secondo mi” o un qualcossa tipo “mi no andassi in bici a Trieste ma vedo che tanti va”, o “mi go provà e no me ga piasso ma vedo che xe tanta gente strana che ghe piasi, ben per lori ah”.

Ogni volta che qualchidun disi “Trieste no xe per bici”, un toco de porfido de Scala Santa se suicida.

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19 commenti a Trieste no xe per auti

  1. marco ha detto:

    GranDe!!! 🙂

  2. erika ha detto:

    In agiunta volessi ricordar ai automobilisti che anche lassar una persona in auto parchegiada in divieto non rendi la “contravvenzione soft” ancora più soft perchè el disagio che te dà ai altri utenti che devi schivarte, rallentar, spetar che te discuti coi vigili…genera un trafico mato e sbassa la qualità dela vita. Altro: el fato che tanti usi l’auto no vol dir che la città xe fata pei auti (se tanti se suicida, no xe che poi penso che la vita xe fata per suicidarse). Altro: chiedemoghe a un foresto se el pensa che Trieste xe fata per auti…me vien za de rider…go visto gente preferir…el suicidio appunto.

  3. sfsn ha detto:

    diego,
    oltre al risparmio de tempo ghe xe anche altri risparmi a no ndar in auto:
    costo parchegio bici: 0
    costo parchegio auto davanti ala stazion maritimia: 1,50 euri al ora
    costo benzina bici: 0
    costo benzina auto: tra i chilometri fati, el motor impizà nei ingorghi e el consumo del aviamento penso che te sia andai almeno un due-tre litri: in benzina slovena: 3,90 euri
    costo logorio nervi bici: 0
    costo logorio nervi auto: bastanza, se te lo fa ogni giorno xe possibile che te vegni qualche tumoraz al stomigo

    te dovessi anche zontar i costi in euri oltre a quei in tempo:
    parchegio a pagamento davanti

  4. sfsn ha detto:

    ops, le ultime due righe xe un refuso

  5. aldo ha detto:

    Girar in auto in centro xe una folia. Mi serassi tuto el centro ai auti. Se un vol ‘ndar a piedi se ciol casa in zona centrale o semicentrale (e sta seconda opzion pol esser anche economica). Se vol star fora dele zone centrali e semicentrali vien in centro in bici o ciol el bus o el taxi coletivo e dopo va a piedi o con bici nolegiada.

  6. Kiwi ha detto:

    Giro in bici da 8 anni.
    Praticamente solo in bici (salvo casi eccezionali, quali trasporto di un armadio o simili).
    Pioggia, vento, neve.
    Se vedete un pirla in bici, fatevi 2 domande e potrei essere io.

    Vado ogni giorno a Barcola, partendo da Ponziana. Tempo stimato15-20 minuti, in base a quanta fretta ho, rispettando segnaletica verticale, orizzontale, luminosa (sì, rispettando).

    Un giorno ho dovuto fare lo stesso percorso in macchina, perché avevo un carico ingombrante difficile da trasportare in bici (no, difficile è un eufemismo).
    Ci ho messo gli stessi 20 minuti più posteggio.

    Io penso si possa viaggiar etranquillamente sia in bici, sia in auto: basta avere un reciproco rispetto sulla strada.

  7. Luca ha detto:

    Moto e passa la paura 😉

  8. Stelio ha detto:

    Bellissimo! Io da triestino emigrato a milano, ma con esperienza in Germania Olanda Danimarca, vedo che Trieste non è poi tanto “su e zò” da non poter girarci in bici. Ci torno con la mia piegabile spesso e, a meno di non fare scala Santa o opcina, in bici ci vai bene, anche a san Giacomo o san Giovanni o san giusto. Forza pedalate! E sorridete a quelli che girano incazzati in auto non trovando parcheggio o parcheggiando in doppia

  9. Fiora ha detto:

    Ciao caro “espatriato” Stelio, ma se farai salita di Gretta ti terrai strettamente sulla dx?
    un po’ di pietà per automobiliste “coatte” tetragone vs le due ruote in quanto totalmente destituite d’equilibrio….Ma nooo! esclusivamente fisico dei! 😉

  10. michela ha detto:

    beati voi che andate in bicicletta! io l’adoro ma solo nei luoghi di vacanza rigorosamente pianeggianti…. in città mi ha sempre fatto una paura boia. Oltretutto non so ripeterlo, ma mi spiegava qualcuno che ne sa di fisica, che andando in bici dietro un autobus si crea una turbolenza che investe il ciclista (scusate, davvero non so dirlo BENE) e che rende incerto l’effetto di una pronta frenata se frena pure il bus. Come se la turbolenza desse una spinta in più al ciclista, che nel caso di frenata sbatterebbe ugualmente contro il bus….
    e poi basta essere toccati in un angolino piccolissimo per cadere, basta un colpo di bora che stacca un nastro da cantiere come quella ciclista che è caduta a causa di questo, durante la Biennale Diffusa in Porto Vecchio ed è andata in coma nel settembre 2011… no, no….. vi invidio e basta.

  11. sfsn ha detto:

    deiiiiii…. se xe bora podessi stacarse un copo e cascarte in testa, se xe bel tempo a dei fachini che porta un pianoforte ghe se podessi spacar la cinghia e el piano te casca dosso, se xe piova podessi spacarse una gorna proprio co te passi, per no parlar dei meteoriti e dele aluvioni…
    Anche a andar a pie ga una componente de rischio.

    “La sicurezza è perlopiù una superstizione. Non esiste in natura, né i cuccioli di uomo riescono a provarla. Evitare il pericolo non è più sicuro, sul lungo periodo, che esservi esposti apertamente. O la vita è una avventura da vivere audacemente, oppure è niente.” (Helen Keller)

  12. Fiora ha detto:

    “o la vita è un avventura da vivere audacemente,oppure è niente”
    ahio!propio el nostro sfsn ne posta un succedaneo del meglio un giorno da leone…
    scherzo, dei e condivido. Mi tute le pare de Michela a fronte del mezo no me le fazo .
    Vojo e no posso. sic et simpliciter. co’ provo me tolo, senza remission. Remenghis!

  13. michela ha detto:

    eheheheheh come ben sapete, ognuno ha le sue piccole idiosincrasie. a me non fanno alcuna paura nè l’aereo nè l’elicottero, anzi adoro salirci, e mi dolgo solo di non aver mai sperimentato l’aliante. invece, la bicicletta mi fa paurissima in mezzo al traffico urbano. De gustibus! è come Grace Jones nel vecchio film “Conan”, donna guerriera intrepida e selvaggia, che ad un certo punto si impaurisce e strilla perchè vede un topolino…

  14. ufo ha detto:

    Bon desso, basta co sto ciclismo teorico: sabato se pedala per vero. Me xe pena rivà per meil el programa dela 34. edizion de “Confini verti”, che prevedi sto sabato (21 marzo) anca do versioni de gita in velocipede.
    Prima version, per fioi, infermi e spuzafadighe: ritrovo ale undisi e meza e partenza a mezogiorno del castel de Socerb in direzion Beka, dove che al una xe ristoro e ale do se riparti per Socerb; arivo previsto ale do e meza.
    Seconda version, par de capir per tuti i presenti: ale diese e meza partenza de Boljunec, davanti del Centro visite dela Riserva, verso el castel de Socerb; de là a mezogiorno se riparti per Beka insieme a quei altri del grupo de prima; a Beka se ghe riva verso l’una e se mania e se bevi per dopo ripartir, un ora dopo, per Boljunec pasando per Botač, quindi in piena riserva. Secondo mi merita!
    Chi che vol vignir el gavessi de notarse prima, per meil a info@riservavalrosandra-glinscica.it opur ciamando el 040 8329 237 o el 340 9897 957, disi el volantin.
    Se vedemo ala partenza? I prometi bancarele a Beka e Boljunec. Chi che no ga bici pol andar anca a pìe, partindo per Beka ale diese del Centro visite.

  15. maja ha detto:

    Ma porca mastela, me par che proprio sabato a Bolunc xe anche la Pesem mladih, e noi spuzafadighe in auto no troveremo postegio nianca a pagarlo oro.

  16. Fiora ha detto:

    @15
    “noi spuzafadighe in auto”,maja?! cossa te go dito ! più convergense che divergense 😉

  17. Fiora ha detto:

    e che rivi qua documentazion fotografica, Ufo! quel che me farà marameo vardando ‘ntel obietivo saverò che te son ti! in tua asenza me candido a bebisiter del dindio. o te se lo porti ‘ntun cestin sul manubrio?

  18. ufo ha detto:

    Ma cossa bebi, cossa sitter, dindio nostro oramai se rangia – el xe grando. Po, desso che ogni tanto trova qualche lavoreto (mi scrivessi in che color che lavora, ma no se pol – qualchidun podessi lezer), el ga un per de schei de spender e spander e el se ga ciolto la bici sua. Roba de marca, ma no ste chiederme qual, no capisso mi de ste robe, ma so che ga le suste davanti e deiodri, e alora vol dir che xe roba seria, no come la mia che xe za tanto che la ga do riode e un sedil.

    Bom, i disi che doman sarà come ogi, no piova, ma nianca sol che bati – perfeto per darghe de pedal. Se go capì ben devo portarme drio el fotoaparàt? Va ben, ma xe altro peso de portar in quota, vol dir che vanzerò una Laško per la fadiga… basta che ghe sia qualche dindia carina de farghe la foto, che mio ordegno giaponese el fa foto solo che de putele, altri se rifiuta. Chi sa de chi che ga ciapà.

  19. Luca ha detto:

    Ho la sensazione (ma, in verità, non la certezza) che i vandalismi e i furti a danno delle biciclette siano piuttosto diffusi. Parcheggiarle in sicurezza sarà gratis ma è un problema (anche costoso), alla fin fine.

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