13 Marzo 2015

Di cosa parliamo quando parliamo di rispetto

el sunto Che cos’è il rispetto di cui parla il gioco del rispetto? L’opinione di Marta Zacchigna, scrittrice, educatrice e insegnante di danza.

Educare al rispetto, nel senso più autentico del termine, molto lontano dalla quella che viene definita formalmente “buona educazione”, significa prima di tutto, educare all’empatia. L’empatia è quella straordinaria lente che permette a tutti noi di guardare l’altro-da-me come un possibile-me. Sono nato maschio, ma potevo nascere femmina, e come mi sarei sentita in quel caso? Posso permettermi di immaginarlo. Sono nata sana e forte, ma poteva nascere fragile o malata, come mi sarei sentita in quel caso? Posso permettermi di immaginarlo. Sono nato in una famiglia ricca ma potevo nascere in una famiglia povera.

Il “come mi sentirei”, il “se fosse che” è il pensiero chiave dell’empatia ed è fondamentale aiutare i bambini a sviluppare questo punto di vista prima che attecchiscano nei loro pensieri tutti quegli stereotipi potenti, invadenti, corrosivi che, e dobbiamo dircelo forte e chiaro, provengono necessariamente dal mondo adulto; stereotipi sulle differenze che riguardano il genere, l’orientamento sessuale, l’appartenenza etnica e religiosa ma anche molte altre piccole e grandi differenze, vogliamo dire tutte le differenze, anche quelle che, semplicemente, distinguono un uomo da un altro uomo.

Se non si educa a “de-strutturare” queste griglie ideologiche, non si educa, si somministrano nozioni, si impartiscono leggi, si pratica la dottrina. Il paradosso di questo assunto è che sono spesso i bambini a ricordare agli adulti il valore della differenza, per questa loro innata capacità di cogliere nei grandi le costanti contraddizioni tra i valori enunciati idealmente e quelli praticati realmente ogni giorno. Necessariamente le famiglie, tutte le famiglie, le differenti famiglie, trasmettono i valori di cui sono portatrici, costituendo (loro malgrado) un mondo stereotipato, ed è esattamente per questo motivo che il ruolo della scuola è fondamentale: a Lei spetta il compito difficile e meraviglioso di “mettere in discussione”, di aprire alla sensibilità. Come? Parlando ai bambini, ascoltandoli, cogliendo il loro sguardo originale.

Ma perché questi facciamo esperienza vera delle cose reali è necessario che “mettano le mani” nel mondo: nelle ambivalenze dei sentimenti, nella sorpresa delle percezioni del corpo, nella potenza delle emozioni, nelle inattese diversità, come fanno con la sabbia, il pongo, i colori. Per crescere devono poter sperimentare i loro gesti, le loro parole e portarle nell’universo dell’altro-da-sè. E allora mi chiedo, se ragioniamo così: chi, meglio di un bambino, potrà convincere una bambina che è bellissima anche se non ha lunghi capelli biondi? chi, meglio di una bambina, potrà convincere un bambino che la dolcezza può appartenere anche al mondo maschile, ad esempio?

Qui non si tratta solo del fatto che un papà può fare il casalingo e una mamma essere manager d’azienda. Il punto qui è trasmettere l’idea della possibilità: la possibilità anche di chiamare le cose con il loro nome laddove queste riassumano una diversità fisica, perché bisogna dare una nome alle cose per non confonderle e per non generare ambiguità.

Questo è il gioco del rispetto: far capire a ogni bambino che, se la sua diversità vale, allora deve valere per forza anche quella degli altri. Insegno danza, ma preferisco dire educo al movimento, le bambine (e i bambini) perché credo che questa disciplina possa essere una risorsa preziosa per la vita. I bambini imparano con la loro stessa esperienza che ci sono delle differenze e capiscono, sempre da soli, che queste pluralità sono la materia creativa e poetica di cui ci nutriamo, tutti. È inquietante vedere genitori che si scandalizzano per cose che non scandalizzano i loro figli, preoccupante scoprire che c’è chi gioca in malafede screditando piccoli ma essenziali progetti educativi che mirano a rendere i bambini liberi di pensare sempre, in qualsiasi momento, “ E se fosse che?”. E allora di cosa parliamo quando parliamo di rispetto?

Parliamo, semplicemente, di dotare i bambini di risorse (ed esperienze) esistenziali e umane che li renderanno adulti aperti, intelligenti, emotivamente maturi e creativi, adulti che nulla hanno a che vedere – spero – con lo spettacolo avvilente di questi giorni che ha visto protagonista un coro di voci disinformate e sconnesse – ormai a malapena si domina la lingua italiana – che senza alcuna traccia di imbarazzo hanno portato nella pubblica piazza insinuazioni morbose violentando – sarebbe interessante capire da quale cattedra – la credibilità di Istituzioni e professionisti. E questo il coro che vogliamo ascoltare dagli adulti del domani? perché se non ce la facciamo noi questa domanda, mi domando, chi se la deve fare?

Marta Zacchigna

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52 commenti a Di cosa parliamo quando parliamo di rispetto

  1. Sara Matijacic ha detto:

    Ciao,
    condivido ciò che scrivi alla lettera.

    Educare all’empatia è una delle mie sfide giornaliere. Così come educare senza veicolare i miei di stereotipi.

    Il problema è che non sempre ci si riesce, perché spesso bisogna fare i conti con i propri limiti.

    Bene perciò che ci siano degli strumenti come Il gioco del rispetto.

  2. Fiora ha detto:

    Sarà la stagione ad ispirarmi, mi viene da dire che vedremo se sta rondine farà primavera…
    Ribadendo che per me male non fa e che mi chiedo quanto di bene sul pratico (perché senza la pratica,tutta la grammatica…) e a fronte di quanto esborso (nessuna che mi illumini su questo dettaglio? è importante, eh?!) io mi dichiaro però assolutamente felice senza alcuna riserva che l’esperimento pilota parta dall’amatissima Trieste.
    e le perplessità? beh, così parlando tra noi…mica le vado esprimere ai taliani di altre regioni,io! 😉

  3. bibliotopa ha detto:

    per l’esborso, c’era sul Piccolo un paio di giorni fa: un po’ meno di 12 mila euro.

  4. Fiora ha detto:

    @3
    grazie cara! e un tuo parere, bibliotopa ?

  5. valentina ha detto:

    al di là dei paroloni il senso è che con questo gioco vorreste impedire che i bambini assorbano da altri valori diversi dai vostri – quelli che tu chiami stereotipi – per inculcare nella loro testolina i vostri valori..che poi sono la fine della differenza tra maschile e femminile per creare una persona ibrida..forse sta roba piacerà alle maschie e ai femmini ma a me e alle mie amiche no di sicuro..noi femminili siamo e femminili vogliamo restare..ben differenti dagli uomini come mentalità, sentimenti e tipo di lavori..se avrè dei bambini non darò di sicuro l’autorizzazione di farli manipolare in questo modo

  6. maja ha detto:

    eccolo qua. l’avevo detto, io, che il vero problema non era la parità tra etero cisgender. cara valentina, la scuola pubblica non offre mero nozionismo, ma educa pure. educa i bambini a vivere in comunità nel rispetto e nell’accettazione di tutti. le maschie e i femmini hanno il diritto di frequentare la scuola pubblica e i tuoi figli dovranno imparare a rispettare anche loro per quello che sono, e non per quello tu vorresti fossero. se non ti sta bene, metti i tuoi futuri feti in lista d’attesa dalle suore già da subito.

  7. betty blue ha detto:

    Ma imparate voi a rispettare la femminilità. Quando avrò figli non permetterò mai il lavaggio del cervello per trasformarli da 1 e 2 in x.
    Grande Vale! Anche noi alla pizza del venerdì eravamo tutte contro. E nessuna ma proprio nessuna è basabanchi. Anzi tutto il contrario. Una ci ha detto chi sono queste dietro sta roba. Senza un uomo e invasate dalla carriera. Certe politicanti. Quelle che hanno brigato per vietare i concorsi di miss in Piazza Unità: suore! Non quelle dei conventi. Ma sempre suore restano.

  8. maja ha detto:

    Ma femminilità de che? Ma cossa vol dir, femminilità? Tacco 12 e birkin? Ma camina, dei.

  9. valentina ha detto:

    non sai cosa vuol dire femminilità? sei in buona compagnia..una politica dietro questa cosa la ricordo in una foto della giunta comunale sul piccolo..era in sandali e pantaloni alla zuava al ginocchio..ci siamo scompisciate..ma che impari a vestirsi..vada a lezioni private dalla boschi o dalla madia..il sindaco era in scarpe e pantaloni lunghi..mica in infradito e bermuda

  10. maja ha detto:

    per me le guerrigliere curde in mimetica sono mille mila volte più femminili di te in manolo, e sono donna da ben più tempo di te.

  11. valentina ha detto:

    hai scoperto la h2o calda..il military style lo uso anch’io..è sexy femminile per contrasto..come il boyfriend style..o mettersi una camicia da uomo..o la canottiera misura kid..si vede anche nelle sfilate delle fashion week..ma sandali e pantaloni alla zuava per una foto della giunta..vuol dire gusto zero..femminilità zero

  12. maja ha detto:

    bela mia, no taca. va’ a far casin de qualche altra parte.

  13. aldo ha detto:

    Il microcosmo del “Gioco del rispetto” come riflesso del macrocosmo secondo @Marta Zacchigna.
    Una visione che vede il mondo come un grande campo di rieducazione, dalla scuola alla casa di riposo, passando per i corsi di danza. Rieducazione dai conflittuali stereotipi individuali all’organica verità dell’empatia.
    Vedo l’interminabile fila dei rieducandi.
    Nella sezione “Ottocento” noto l’anarchico Marx Stirner con il suo “Unico”, vicino a Karl Marx con la sua “lotta di classe”, altrettanto poco empatica della “vita come volontà di potenza” del dirimpettaio Friedrich Nietzsche. Da Oriente sono arrivati i Buddhisti della corrente Theravada con il loro “distacco”, in compagnia dei Sadhu indù con i loro tridenti, usati per tenere alla larga chiunque si avvicini.
    Sono tutti in mezzo all’immensa folla di rieducandi all’empatia. Ma a Friedrich Nietzsche, un tipaccio che coltiva il “sospetto” per i buonisti, viene un dubbio. Non sarà che questa storia della rieducazione all’empatia altro non è che l’assai poco empatico desiderio di potere sugli altri di chi vuole rieducarli? Un tipo di “volontà di potenza sacerdotale” grida Nietzsche all’improvviso. L’incantesimo si rompe e i rieducandi se ne vanno.

  14. maja ha detto:

    nella sfilza di esempi colti, ti sei dimenticato di inserirne uno un po’ più pop. sono sicura che valentina, betty blue e chanel gradiranno.
    https://www.youtube.com/watch?v=YR5ApYxkU-U

  15. aldo ha detto:

    Lezione privata di empatia di Marta Zacchigna per Maja e Johnny Remada. Fa sentire Maja un militante di Forza Nuova e Johnny Remada una femminista slovena.
    Se pol vignir a veder? Son disposto anche a pagar.

  16. maja ha detto:

    ma io con remada empatizzo da sempre, poverino. sparare sulla croce rossa non è proprio nel mio stile.

  17. Fiora ha detto:

    @15
    impraticabile sta empatia ad personam, aldo ! la feminista slovena vera xè ipercazzuta!
    …e te sa che xè un complimento,baba! 😉

  18. estikazzi ha detto:

    Mentre qua si discute brillantemente di Marx, Stirner, Nietzsche, eccetera, come in un salotto romano, nella scuola vera succedono cose come questa:

    http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/03/13/news/vercelli_calci_e_sputi_alla_compagna_disabile_per_postare_il_video_su_whatsapp_e_la_prof_non_interviene-109456286/

  19. maja ha detto:

    superCAZZuta? giammai! 😉

  20. John Remada ha detto:

    @16 E già….il tuo stile è sparare nel buco dei cessi…scimmiotta , credo che altro non sai fare. In quanto alla Red Cross , credo sia spesso impegnata a trasportare nullità come qualche tuo amico, sparito del tutto dalla scena. Se tutte le armi che hai sono queste ,lunga vita ai Ringmasters !

  21. John Remada ha detto:

    @15 Caro Aldo , non innescare micce….pensa ai tuoi amici , se vuoi fare ipotesi varie….abbiamo mai bevuto qualcosa assieme?

  22. John Remada ha detto:

    @18 Hai ragione Esticazzi , ma qua certi personaggi pensano solo a stupidate ,credendo di essere loro una spanna più in su; è tempo perso.

  23. John Remada ha detto:

    @Almeno uno spritz con limone.

  24. John Remada ha detto:

    @17 E anche del tutto anonima poverina….chissà poi di che nazionalità sarà , l’infante….

  25. Fiora ha detto:

    Johnny be good e non ti scaldare! aldonostro si sa che quando ci si mette è un fi.di.buo.do. che non c’è n’è uno compagnoe personalmente,good save this man!
    A Donna Maja ho avuto spesso la tentazione di tirare i capelli (a proposito li hai lunghi o corti, Maja?), ma cavolo, la ragazza è sempre documentata e approfondita. chapeau!
    Non altrettanto potrei dire di te…e poi,a toglierla da quel suo prediletto contesto minoritario ha un sacco di punti di vista che condivido.
    Dice di te che non sparerebbe sulla croce rossa? Beh a colpi di argomenti ,ma documentati con la sua stessa accuratezza ,dalle un saggio che invece sei un carrarmato,no?!
    Anzi a proposito ‘avessi capito a chiare lettere come ti poni a fronte del gioco del rispetto….uno straccio di opinione personale al netto di ideologie ce l’avrai no ?!

  26. Fiora ha detto:

    GOD save this man! maledetto mouse*
    *scusa sempre valida! 😉

  27. John Remada ha detto:

    @25 Quando sono denigrato senza neanche comparire nel discorso non devo dare nessun saggio; è probabile che il pelinkovec e lo slibowitz facciano male all’entità sconosciuta di probabile etnia slovena , visto che deve vomitare di continuo. Non mi interessa il discorso , anonimi mi hanno tirato dentro con espressioni ingiuriose ,quindi parlare di rispetto con chi sputa veleno gratuitamente è inutile , servirebbe ben altro.

  28. Fiora ha detto:

    …pazienza! io alla tua opinione su quest’argomento che riguarda le nuove generazioni, quindi il nostro futuro, credimi ci tenevo!

  29. Fiora ha detto:

    uff., non ritirarti sdegnosamente sull’aventino Johnny! la carità di un parere di destra (…estrema 😉 ) fammela a me,dai!

  30. maja ha detto:

    Che cos’altro servirebbe, Tarzan? Sentiamo.

  31. John Remada ha detto:

    Eeeeeeeeeee….Mayuccia…..sai di avermi dato un assist formidabile e ora vuoi rimediare? Servirebbe un po’ di autocritica e rispetto per il prossimo , contenta? Io, è da tempo che non ti attacco e un simile disprezzo non lo meritavo, ma hai voluto strafare….e in fin dei conti , mica mi dispiace carissima …. io mi sforzo di essere conciliante e ci riesco, ma se mi provocano , sono egualmente a mio agio, segno doppio zodiacale. Anzi , ti invio una carezza, va bene?

  32. maja ha detto:

    Figurati se voglio rimediare, ma quando mai. Mi sembrava stessi minacciando, e invece cercavi solo attenzioni. Ok, ne prendo atto.

  33. John Remada ha detto:

    E continui a credermi un mona? Sono molto più furbo di te …… non è che ti sembrava che ti minacciavo, volevi che io lo scrivessi….e così non è stato; in quanto alle attenzioni , come fai a dire questo? Già in passato avevo già scartato qualsiasi di queste ipotesi….la carezza serve a tranquillizzarti, visto la rabbia che hai dimostrato di avere in corpo….prendi piuttosto atto che se vuoi dimostrare qualcosa , devi parlarmi di persona e non scrivere denigrazioni anonime, intesi? Il “Poverino” lascialo per i tuoi amici, il ricercatore in primis; la Red Cross, dolcezza , lasciala a chi ne ha bisogno, se vuoi incontrarmi ti dimostro che non ho questi connotati. So long woman.

  34. maja ha detto:

    Uh, che paura! Sto tremando tutta, volpe che non sei altro.

    (Io mi tengo i miei amici, e tu tieniti le tue minacce da pezzente troglodita, grazie.)

  35. John Remada ha detto:

    Che ingrata….cerco di darti una mano, e continui a insultare…

  36. maja ha detto:

    comunque gran bel bignami di machismo sessista, tarzan. offre ottimi spunti per la discussione.

  37. John Remada ha detto:

    Allora vediamo quante adepte ti seguono….

  38. John Remada ha detto:

    Bene…nessuno , è un giusto risultato…forse il motivo è che hai atteggiamenti da troglodita pezzente , little girl….

  39. ufo ha detto:

    Romaaaantico! Nei film di solito a questo punto i due litiganti si trovano a doversi sopportare per ore all’interno di un ascensore bloccato, oppure naufraghi su un isola deserta… 🙂

  40. capitano ha detto:

    Ora quando vedrò un bambino sintetico gli riporterò il pensiero di qualche filosofo dell’ottocento che fece figliare 15 volte la moglie e almeno 5 la serva di casa.

  41. maja ha detto:

    ufo, ma piutosto me sero nela caponera col dindio, ma de gran lunga, proprio.
    z drugimi besedami: huade h oštje, žlehtnuaba. 😉

  42. Fiora ha detto:

    No tratarmelo mal, Maja!ara ch’el xè mas’cio…. el dindio!

  43. John Remada ha detto:

    Meno male…la fortuna è dalla mia! Non avrei mai pensato di essere salvato da un dindio!

  44. ufo ha detto:

    Oooh. E mi che gavevo zà el scartozo de popcorn in man… se vedi che ultimi tempi vardo tropi film.

  45. John Remada ha detto:

    44@ Le coincidenze decidono a volte…di solito faccio le scale per tenermi in esercizio, e scartiamo la prima; poi , è probabile che sull’isola c’era qualche tacchino e allora ….nulla di fatto!

  46. Fiora ha detto:

    querelle divertissement parallela…like! no molar, baba!
    “avete buttato in vacca la discussioneeee!” (copyright Jasna 😉 )

  47. Fiora ha detto:

    vilmente equidistante ,mi : daghee mas’cio alfa!

  48. John Remada ha detto:

    Allora rientriamo in tema…https://www.youtube.com/watch?v=Qo3aeXZFZkg

  49. John Remada ha detto:

    https://www.youtube.com/watch?v=vrzws5Kf8Bs……Ognuno fa le proprie scelte , in democrazia….

  50. dimaco il discolo ha detto:

    ustia cossa me son perso.
    personalmente penso che valentina la ga toca’ el nociolo dela question.

    quele robe tra džon e maja no xe odio xe preliminari. col dindio che varda curioso.

  51. John Remada ha detto:

    Un saluto alla signora Maja.

  52. John Remada ha detto:

    Ogni tanto il revival è simpatico passatempo……ci sei Maja? Si consigliano i brani” Red cross herself.” “Simpathy for the Dindio” e ” Long…long Remada!”

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