12 Marzo 2015

Il Comitato ‘no gas’: «Il rigassificatore è un danno per il turismo»

el sunto L'impianto di Smart Gas sarebbe un danno per strutture turistiche, nautica da diporto, attività di pesca e maricoltura

Riceviamo questa lettera e la pubblichiamo con piacere:
«Non possiamo accettare la contrapposizione, creata ad arte, per sdoganare il rigassificatore proposto dal gruppo Smart e farlo apparire come la salvezza di Trieste dall’impianto di Gas Natural.
L’impianto di Monfalcone inizialmente prometteva la transizione dal carbone al gas per la trasformazione della centrale termoelettrica A2a, ipotesi da subito considerata irrealistica.
Il cosiddetto mini rigassificatore Smart viene presentato come un impianto a impatto nullo, in realtà qualsiasi rigassificatore insediato nel golfo on shore ha un impatto pesantissimo che necessita di misure di sicurezza eccezionali.
Misure che interferiscono e danneggiano pesantemente nei traffici portuali, diportistici e altri. Per questo motivo sia Trieste che Capodistria, hanno sempre rifiutato simili impianti.
Che benefici alle comunità locali? Di sicuro ci sarà un danno economico rilevante alle strutture turistiche, alla nautica da diporto, alle attività di pesca e maricoltura che tanto lavoro qualificato offrono ad un territorio in crisi.
A Monfalcone le 22 grosse navi metaniere che dovrebbero scaricare il gnl più 68 navi gasiere che dovrebbero caricarlo per commercializzarlo in altri siti, sommate a 1600 treni ferrocisterne l’anno e 18 autobotti da 50 mc al giorno si sommerebbero ai traffici industriali e stradali già congestionati del monfalconese.
Va rimarcato che qualsiasi rigassificatore rientra nella legge 334 del 99 ed è considerata un’opera ad alto rischio di incidente rilevante, proporne l’insediamento a meno di un km da aree abitate sembra una opportunistica forzatura.
In assenza di piano energetico nazionale e regionale non risulta un immediato bisogno di gnl che secondo stime Eurogas nel 2035 sarà di 530 mld di mc, lo stesso del 2003.
Non si può non rilevare come in un simile quadro prospettico, considerando la sottoutilizzazione dei terminali presenti nel nostro Paese, il progetto appaia superfluo, considerando che impianti vicini, atti ad ospitare il gnl, sono disponibili a fornire spazi e servizi a privati.
Perchè una simile opera viene proposta? Perchè una spesa così imponente quando le soluzioni sono a portata di mano e subito utilizzabili? Perchè non pensare a soluzioni con impatto modesto come un progetto off shore in mare aperto e a circuito chiuso o su navi in mare aperto( LNG bunkering Ship to Ship) risparmiando un mare di quattrini e i dragaggi? A chi giova?»

Comitato “No gnl nel golfo di Trieste”
Portavoce pro tempore
Liviana Andreossi 

4 commenti a Il Comitato ‘no gas’: «Il rigassificatore è un danno per il turismo»

  1. nino ha detto:

    Il Vescovini scrive che il “mini” rigassificatore è a impatto zero. Qualcuno dovrebbe avvisarlo che i rigassificatori sono considerati ad alto rischio, se succede qualcosa Vescovini cade dalle nuvole, sarebbe capace di frignare : ” La Debora e gli altri dovevano avvisarmi che esisteva un pericolo, tutti sapevano che sono l’imprenditore migliore del mondo, quello che pensa per il bene del territorio, l’unico che paga le tasse e non domanda favori alla politica … sono quello che insedia il rigassificatore per migliorare l’inquinamento! “

  2. Sandra ha detto:

    I fossili vanno abbandonati, carbone e gas rappresentano il passato.
    La domanda del gas è crollata e questi rigassificatori li vuole solo Renzi ed i suoi amici, così come vogliono farci rimanere nel passato con le centrali a carbone e con gli inceneritori. O ci incamminiamo a passi veloci verso le rinnovabili, verso la bonifica del territorio e una diversa idea di sviluppo o siamo destinati a rimanere un paese da terzo mondo e una discarica puzzolente.
    Immaginare un rigassificatore a Monfalcone poi, a bloccare qualsivoglia attività del porto, tra una centrale a carbone e un cantiere navale, è pura follia.

  3. anny ha detto:

    cara sandra,in effetti non avremmo mai dovuto usare le fonti fossili,piuttosto avremmo dovuto sfruttare l’energia eolica,solare,…..ciò non è stato fatto e infatti ne stiamo pagando duramente le conseguenze,…surriscaldamento climatico con scioglimento dei ghiacciai (compresi quelli italiani)innalzamento termico con ondate di calore insopportabili per le creature di questo pianeta,sfruttamento del suolo agricolo con fertilizzanti/pesticidi di natura petrolifera,mangimi chimici negli allevamenti intensivi,semi ogm voluti dalla monsanto,…………..il rigassificatore a zaule e monfalcone è solo una goccia della follia umana.
    un saluto “green”
    a.

  4. nino ha detto:

    Sul Piccolo di ieri è apparsa la notizia che Fincantieri, azienda pubblica che vive mungendo Cassa depositi e Prestiti, e che ha diversificato gli investimenti al di là delle navi ha una società che si occupa di Gas. Che ci sia anche Fincantieri dietro a questo pazzesco rigassificatore di Monfalcone?

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