13 Gennaio 2015

Il diritto all’abitare nel tempo della crisi: parliamone!

el sunto Diritto all'abitare, se ne parlerà venerdì 16 gennaio alle ore 18 presso il Knulp di via Madonna del Mare 7

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa inviato da ASC – Assemblea sociale per la casa Trieste

E’ trascorso un anno e mezzo circa da quando lo sportello Asc ha iniziato un lavoro territoriale di rete e relazioni con sfrattati, senzacasa e con chi adotta il metodo dell’autoassegnazione di alloggi vuoti e abbandonati, organizzando picchetti antisfratto assieme a quelle famiglie che in assenza di reddito, rischiano di venire espropriate da un diritto primario e imprescindibile, quello appunto dell’abitazione. Nel nostro paese, ancora una volta siamo difronte all’ennesima speculazione sulla pelle di centinaia di migliaia di famiglie, un immenso patrimonio immobiliare di appartamenti pubblici e privati rimasti invenduti, mentre il ministro Lupi con il cosiddetto “Piano casa”, invoca l’ulteriore svendita del patrimonio abitativo, nega la residenza e i servizi vitali per chi abita case pubbliche e abbandonate al degrado, preclude per cinque anni l’accesso ad alloggi di edilizia popolare per chi occupa e infine rigetta una proroga sugli sfratti per le famiglie con disabili, malati terminali, minori o portatori di handicap. Ovvero quando la cieca applicazione del principio di legalità contrasta con la garanzia costituzionale dei diritti fondamentali!
In tal modo, il governo Renzi ignora volutamente il sostegno all’edilizia residenziale pubblica a fronte di 2 milioni di immobili vuoti, sui quali i costruttori, dopo aver devastato con la complicità di comuni e regioni periferie e città, sono stati premiati con l’esenzione dal pagare l’IMU!
A Trieste la situazione non è molto diversa, ma ciononostante il diritto all’abitare ha svolto un percorso di contaminazione tra soggetti precari, disoccupati, esodati e pensionati con reddito insufficiente in questi mesi, aprendo una spazio cittadino di mobilitazione e dibattito che vede nell’appuntamento di venerdì 16 gennaio alle ore 18 presso il Knulp di via Madonna del Mare 7, un passaggio significativo per rafforzare l’attuale rete autorganizzata e stabilire gli obiettivi per il prossimo periodo, in vista di una nuova legge regionale sulla casa e nel contesto di una crisi che continua a disintegrare i diritti di cittadinanza e le libertà civili che riguardano noi tutti.

Non c’è diritto senza possibilità di azione

Asc-Assemblea sociale per la casa Trieste

Resta aggiornato sull’evento di venerdì al Knulp

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6 commenti a Il diritto all’abitare nel tempo della crisi: parliamone!

  1. john remada ha detto:

    Io consiglio di rivolgersi al sig. Gherghetta E. ….non so gli italiani , mi sembra devono fare qualche fila di più…la precedenza è per immigrati di vario tipo ,inclusi irregolari e furbetti…si sa l’italiano magari ha un cugino lontano ,terzo o quarto ,che magari può ospitarlo…..e mica si può privilegiare chi è già fortunato ,in Italia non c’è fascismo, niente guerra , tutti mangiano e bevono con alte paghe , lavoro tanto che si vuole ecc….

  2. Fiora ha detto:

    @1
    da un esempio di vita vissuta fresco come un ovetto ho appena avuto l’ennesima conferma che le tue righe 1 e 2 sono ORO, Jonnny.
    A differenza di te, io moderatamente “accogliente, ormai” ci ho davvero la sazia!…impotente, quindi inutile.

  3. john remada ha detto:

    @2 Più prima che poi l’andazzo deve cambiare , sono ottimista .

  4. Fiora ha detto:

    mah! ormai mi sento straniera a casa mia…”colpevole” anche di avercela,una casa.

  5. Fiora ha detto:

    ma stiamo deviando dal tema che è un altro e che nella globalità e complessità,va analizzato e affrontato con serietà ben oltre a reiterate proroghe degli sfratti che mi appaiono una pezza inadeguata ad una voragine

  6. michela ha detto:

    io che sono della vecchia scuola, sono stata tirata su con l’idea -e con l’esempio- che la casa è un dovere più che un diritto, un dovere da realizzare per quanto piccola e modesta. mettersi un tetto sopra la testa, cosa che ha fatto mio padre pur lavorando solo lui, e tutti i miei familiari, senza che mai nessuno piatisse aiuti o alloggi popolari. anche la zona dove ho abitato da ragazza era tutta popolata da gente così: parva sed apta mihi, senza dover niente a nessuno. io stessa mi sono comprata l’appartamento senza il contributo per la prima casa, facendo i sacrifici necessari, rinunciando a qualcosa se era il caso, ma insomma era fattibilissimo. Certo, molto dipende dalle esigenze che si hanno e dalla vita che si vuole condurre. Cmq se io dovessi fare un investimento immobiliare, non comprerei un appartamento da dare in affitto ma piuttosto un paio di garages: e chissà quanti la pensano come me.

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