Ore7.45, la mia amica e compagna di avventura Federica si fa trovare puntuale sotto casa mia. Dopo i soliti saluti e le quattro chiacchiere propiziatorie cominciamo, proprio da sotto casa la nostra avventura a piedi: la nostra meta è infatti Trieste, da raggiungere percorrendo i silenziosi e bellissimi sentieri Cai del carso triestino. In poco più di mezz’ora attraversiamo la zona abitata di Staranzano e Monfalcone, ormai così fuse assieme da sembrare un paese unico e svicoliamo su un bel sentierino sterrato che parte proprio dal viale centrale di Monfalcone; il passaggio è così repentino che sembra quasi di esser passati attraverso un passaggio segreto: un attimo prima stavamo camminando sul viale alberato tra negozi, bar ed automobili e poi, dopo aver girato l’ angolo ed aver percorso una breve salitina eccoci immersi in un bosco di pini neri e querce a calpestare un sentiero di terra rossa e sassosa. La traccia costeggia per un pezzo la linea ferroviaria prima di cominciare a salire sulle alture carsiche che circondano la città e che durante la prima guerra mondiale furono scontro di dure battaglie; passiamo sotto Quota Enrico Toti seguendo sempre il sentiero 83 che ogni tanto esce dalla boscaglia e ci fa intravedere il panorama: sotto di noi la città di Monfalcone con il camino della centrale elettrica che svetta come un faro su tuttala pianura e dietro l’ enorme cantiere navale che sforna ininterrottamente le enormi navi da crociera famose in tutto il mondo; alle spalle di questi colossi si intravede già, nonostante il cielo plumbeo e le nubi grigie, la linea del litorale con le foci del canale Quarantia e del fiume Isonzo. Arrivati all’ altezza del lago di Sablici lasciamo il sentiero 83 per deviare a sinistra sull’ 81 che ci fa costeggiare tutto il lago. Qui la strada fa quasi da divisorio tra i due habitat. A sinistra terra rossa e rocce carsiche sulle quali crescono querce e pini, mentre dal lato destro si estende il lago, di origine sorgiva e quindi con acque fresche e limpide e piene di vegetazione palustre, canne e salici che spuntano dall’acqua. Terminato il lago grazie ad un sottopasso bypassiamo l’ autostrada e cominciamo ad arrampicarci subito in direzione del paesino carsico di Iamiano/Jamlje. Dopo aver attraversato la stara statale 55, qui conosciuta come “il Vallone” arriviamo nel piccolo paesino che subito lasciamo sulla sinistra per imboccare il sentiero Cai numero 3. La stradina di ghiaia ben battuta è piacevole da percorrere e ci lascia spazio per chiacchierare e guardarci attorno: muretti a secco fatti con pietre carsiche delimitano zone di pascolo erboso mentre il resto del terreno è invaso da querce e sommaco, le cui foglie stanno già cambiando colore…fra un mesetto chi passerà da queste parti potrà osservare tutte le sfumature di rosso, arancione e giallo che queste umili piante possono offrire. Ogni tanto dobbiamo dar un’ occhiata alla cartina, perché qui le stradine sono un vero groviglio, ma riusciamo ad arrivare senza problemi fino al paesino successivo, Medeazza/Medja vas dove troviamo riparo sotto una pensilina del bus per consumare la nostra merenda. Questo paesino, come anche Iamiano e tutti quelli che incontreremo oggi in cammino, sono abitati dalla minoranza slovena come testimoniano i nomi, i cartelli bilingui ed anche l’ accento delle persone che ci salutano. Anche qui sembra di vivere in un’ altro universo…Monfalcone è a meno di 10 minuti d’ auto ma sembra lontano anni luce dalla calma e dalla tranquillità di questo luogo; cerchiamo senza risultato un’ osmiza aperta (casa di contadini che possono vendere il oro vino ed i loro prodotti) ma delusi ci tocca rimetterci in cammino. .il sentiero 3 ci aspetta di nuovo per condurci attorno aliamo ancora più in alto e quando il panorama è libero riusciamo a scorgere all’ orizzonte perfino Grado. Continuando sul sentiero attraversiamo il borgo abbandonato di Coisce, usato come presidio militare durante la prima guerra mondiale visto che si trovava proprio sulla linea di combattimento del monte Ermada; ora solo alberi e sterpaglie fanno da padroni nelle case e nelle stalle una volta abitate dai contadini che coltivavano i loro orti nelle doline circostanti. Sotto i nostri piedi ora abbiamo il sentiero numero 8 che ci accompagna fino a Cerovlje/Ceroglie dell’ Ermada grazioso paesino sui muri delle cui case troviamo dei pannelli molto interessanti: in ricordo delle stragi eseguite dai nazifascisti in questi paesi nel 1944 sono state stampate delle foto dell’ epoca con delle testimonianze scritte dei sopravvissuti. Da qui per un paio di chilometri ci tocca proseguire sulla strada asfaltata per giungere fino a Sistiana, superare il raccordo autostradale e la linea ferroviaria per riprendere il sentiero 23 che ci porta fino alla torre piezometrica dalla cui base riusciamo ad osservare per la prima volta tutto il golfo: a sinistra in fondo si staglia la line di costa dell’ Istria slovena e croata mentre a destra si vede Monfalcone con il suo litorale, il fiume Isonzo e Grado con la sua laguna. Approfittiamo del bel panorama per concederci una lussuosa pausa pranzo che per nostra sfortuna dura troppo poco: il vento fresco che si è alzato ci suggerisce di muoverci presto per non raffreddaci troppo. Riprendiamo quindi di buona lena il sentiero che si fonde poco dopo nel sentiero numero 1 ma che continua ad offrirci panorami spettacolari: arrampicandoci tra vecchie trincee e bianche falesie, passando da pietraie di ciottoli calcarei a boschetti di querce ci sembra quasi di giocare a nascondino con il blu del mare. Passiamo pure alcune vedette che, incastonate tra le rocce a picco sul mare ci permettono di goderci appieno lo spettacolo. Dopo aver attraversato la vecchia linea ferroviaria per Vienna iniziamo a percorrere la Via della Salvia, una bella camminata panoramica chiamata così per via degli estesi cespugli di piante aromatiche che crescono selvatici ai suoi bordi. E’ un percorso che io ho già fatto un paio di volte ma che rifaccio sempre con piacere e che son molto contento di far scoprire a Federica la quale non sapeva dell’esistenza di questo gioiellino carsico. La stradina larga e ben battuta, adatta a tranquillo e passeggiate e pure a giri in bicicletta ci fa arrivare in fine all’ abitato di Santa Croce/Kriz dove decidiamo di fare una breve sosta tecnica, attirati dai profumi che escono dalla piccola panetteria in piazza. Mentre ci gustiamo i nostri dolcetti seduti sugli scalini di pietra di una casa osserviamo il sonnacchioso centro del paese; vecchie case in pietra sorgono addossate le une alle altre attorno al piccolo cimitero da cui spuntano alcuni stentorei cipressi; di fronte alla sua entrata un vecchio pozzo si erge tozzo e tondo come a ricordare dov’ era una volta il centro della vita paesana. Sotto gli occhi delle bambole e dei giocattoli fermi nella vetrina del giornalaio, che vende sia giornali italiani che sloveni, finiamola nostra merenda e ci rimettiamo in cammino per seguire di nuovo il sentiero numero 1 fino a Prosecco. Dopo esserci lasciati sulla nostra sinistra la vecchia chiesa del paese che vanta ancora un tetto fatto alla maniera carsica, cioè con lastre di pietra piatte al posto delle tegole, ci inoltriamo nel bosco fino a raggiungere, con gran sorpresa di Federica la vedetta Scipio Slataper dalla quale ancora una volta riusciamo ad abbracciare tutto il golfo di Trieste che ora luccica e spumeggia sotto il sole che da un po’ ci fa compagnia. La nostra meta, Miramare è già in vista e noi già stiamo pregustando l’arrivo ed un bello spritz fresco sorseggiato sul lungomare. La stradina ora ci fa proseguire in un bel bosco di querce illuminate dal sole che creano un’ atmosfera molto rilassante: passo dopo passo, ormai un’ po’ stanchi arriviamo a Prosecco e dopo averne costeggiato le prime case arriviamo alla località di Contovello/Kontovel, antico borgo storico presente già dal 1400.Qui giriamo ancora a destra e seguendo il Sentiero Natura costeggiamo il vecchio abbeveratoio del paese ora divenuto un bello stagno pieno di rane e tartarughe attorno al quale la gente può sedersi e rilassarsi sull’ erba verde. Noi però non ci fermiamo, anche se ci sarebbe piaciuto molto e continuiamo a scendere sul nuovo sentiero che presto ci fa girare su una vecchia scalinata di pietra che porta dritta a Miramare; la discesa è un vero spettacolo: la scala fatta tutta in pietre carsiche incastrate una a una si snoda tra i vecchi terrazzamenti dove una volta probabilmente c’ erano orti e giardini; la luce dorata del tramonto colora in maniera spettacolare le pietre e le piante attorno a noi e lo scintillio del mare all’ orizzonte aggiunge un tocco di magia. Scendiamo tutta la scala, passiamo attraverso l’ abitato di Miramare e sotto la sua stazione ferroviaria; usata dall’ imperatore d’Austria per raggiungere il castello, la sua residenza sul mare e dopo aver attraversato la strada che porta a Trieste città scendiamo l’ ultima scalinata della giornata. Ed eccolo lì ,incastonato tra due vecchi muri di pietra il nostro sogno,la nostra meta tanto sognata: il mare!!! Arrivati sulla riva scorgiamo subito alla nostra sinistra, illuminato dalla calda luce del tramonto il bianco castello di Miramare con il suo parco, tanto caro alla principessa d’ Austrai Sissi, mentre poche decine di passi sulla sinistra ecco il nostro ostello! Ce l’ abbiamo fatta!!!!Registrati alla reception, un bello spritz ghiacciato sulla terrazza vista mare ora non ce lo leva nessuno!!!!!
8 Novembre 2014
Alla scoperta del Carso giuliano
el sunto
A piedi da Monfalcone a Trieste tra boschi e mare sui vecchi sentieri del Carso
Mi piacerebbe farlo completo….ho fatto da contobello fino a miramare…
Bravi e forti. Io sarei morto a medeazza\medjevas.