7 Ottobre 2014

Se chiudo gli occhi non sono più qui

el sunto Se chiudo gli occhi non sono più sarà all'Ariston, mercoledì 8 ottobre con due proiezioni, alle 18.45 e alle 21.00

Se chiudo gli occhi non sono più qui, il film di Vittorio Moroni che in questi giorni sta riscuotendo molto successo nelle sale italiane, approda anche a Trieste, al Cinema Ariston, mercoledì 8 ottobre con due proiezioni,  alle 18.45 e  alle 21.00. Presente anche il regista che incontrerà il pubblico del cinema alle ore 20.30. A moderare la serata Beatrice Fiorentino, giornalista che ha molto amato il film.

Il film è prodotto da 50N e RaiCinema ed è distribuito da Maremosso in collaborazione con Lo Scrittoio.

La trama

Kiko (Mark Manaloto), sedici anni, ha perso il padre italiano in un incidente e vive con la madre filippina Marilou e il suo nuovo compagno Ennio (Giuseppe Fiorello), un caporale che sfrutta immigrati clandestini in cantieri edili. Ogni giorno dopo scuola Kiko è costretto a lavorare per Ennio. Sente di vivere nel pianeta sbagliato. C’è un solo posto dove è possibile sognare: un vecchio autobus abbandonato che il ragazzo ha trasformato nel suo rifugio.
L’incontro con Ettore (Giorgio Colangeli), un vecchio amico del padre che si offre di aiutarlo negli studi, cambierà il suo destino. Quell’uomo, però, nasconde un segreto.

 

VITTORIO MORONI
Sceneggiatore, drammaturgo e regista di cinema, inizia la sua carriera con i cortometraggi, di cui si ricorda Eccesso di zelo del 1997, vincitore di numerosi premi tra cui il Sacher d’argento e il Premio Universal, che gli ha consentito di frequentare un master presso gli Studios della Universal Pictures a Hollywood. Esordisce al lungometraggio nel 2003 con Tu devi essere il lupo, nominato ai David di Donatello per il miglior regista esordiente e ai Nastri d’argento. Nel 2006 gira tra Roma e il Bangladesh Le ferie di Licu nominato ai Nastri d’argento come miglior documentario. Del 2009 Eva e Adamo. Come sceneggiatore ha vinto per due volte il Premio Solinas e nel 2010 scrive con Crialese la sceneggiatura di Terraferma, Premio speciale della Giuria a Venezia 2011 e film candidato a rappresentare il cinema italiano agli Oscar 2012. “Penso che un sogno così…” con Giuseppe Fiorello, regia di G. Solari e “Il grande mago” con Luca De Bei, regia G. Marini, sono i testi teatrali più recenti a cui ha lavorato, attualmente rappresentati nei teatri italiani.

Scrive Vittorio Moroni:
“Se chiudo gli occhi non sono più qui rappresenta per me, dopo 5 anni di gestazione, una scommessa rivoluzionaria: con Marco Piccarreda lo abbiamo scritto come un film di finzione (19 stesure di sceneggiatura) e l’ho girato poi come un documentario.
Il protagonista, Kiko, è interpretato da un adolescente di origini filippine, Mark, scelto fra centinaia di coetanei. Con lui abbiamo lavorato 5 mesi prima delle riprese, addestrandolo a non fare nulla che non sentisse vero, investendolo del compito di modificare movimenti, battute, dinamiche, purché gli corrispondessero. Intorno a lui si è mossa una macchina a spalla sempre disponibile ad essere sorpresa, spiazzata, sfidata.
La condizione di orfano per Kiko è un dato di fatto narrativo ma è anche una metafora della sua generazione. Kiko vive la sua adolescenza oggi, in un’Italia dove padri e nonni hanno sottratto la speranza di futuro a figli e nipoti. Kiko si trova non solo senza padre, ma anche senza maestri credibili in grado di aiutarlo a trovare la strada. Nessuna delle persone che si occupano di lui, compresa la madre, è capace di sognare con lui. E nessuno può crescere se non viene sognato.
Kiko sente di essere in balia di un pianeta ingiusto. E non può fare a meno di aggrapparsi alla nostalgia di papà Jacopo, l’unica persona ad avere creduto in lui. Da suo padre ha ereditato una situazione economica disastrosa, ma anche un tesoro: l’istinto di alzare gli occhi al cielo e confrontarsi con la grandezza. Sarà grazie ad Ettore, un anziano maestro “sovversivo e greco” che Kiko imparerà a sperare e a lottare.
Se chiudo gli occhi non sono più qui è un film sull’avventura della conoscenza, sulla potenza esplosiva che deflagra quando il sapere entra in contatto con la vita e il bisogno profondo di interrogarci intorno ad essa. Per questo è un film pieno di ottimismo, che crede nella trasformabilità della vita a partire dal sapere; anche nel giorno in cui, sulla terra, dovessero scomparire tutte le scuole, tutte le accademie e tutte le università
.”

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