Un’analisi della situazione di rischio sismico nella zona di Krško (dove sorge la centrale nucleare slovena) è l’articolo clou che appare nel numero di settembre del mensile Konrad, presentato nei giorni scorsi in una conferenza stampa al Caffè San Marco a Trieste.
Gli autori sono i sismologi Livio Sirovich e Franco Pettenati dell’OGS, Giovanni Costa e Peter Suhadolc dell’Università di Trieste (tutti a titolo personale).
L’articolo prende spunto dallo scoop di Mauro Manzin, che sul PICCOLO del 31 marzo 2013 aveva rivelato l’esistenza di uno studio dell’Istituto francese per la sicurezza nucleare (IRSN), poi secretato dal Governo sloveno, molto critico sul potenziale rischio sismico nell’area di Krško, dove Lubiana progetta la costruzione di una seconda centrale nucleare.
Sull’argomento erano intervenuti l’anno scorso anche WWF e Legambiente, ribadendo al Governo di Lubiana l’opposizione alla costruzione di una nuova centrale nucleare e la richiesta di chiudere quella esistente, e chiedendo altresì la divulgazione dello studio francese e l’apertura di un ampio dibattito pubblico sul problema. Il Direttorato sloveno per l’energia aveva successivamente divulgato lo studio dell’IRSN, insieme ad altro materiale: le associazioni ambientaliste avevano chiesto quindi all’OGS e alla Regione di valutare tutto ciò e comunicare gli esiti alla cittadinanza.
I sismologi triestini avevano approfondito la questione a partire dal 2011, scoprendo che:
a) la centrale nucleare esistente fu progettata alla fine degli anni Settanta in base a normative americane oggi ritenute insufficienti;
b) nella zona di Krško si registra una continua attività sismica di medio livello (massima magnitudo Richter circa 4,5)
c) nel 1917 l’area fu interessata da un sisma di magnitudo Richter circa 6 (in Friuli 1976 fu di 6,4, in Emilia 2012 di 5,9)
d) consulenti americani segnalarono, in quella zona, 21 «terremoti locali» nel 1994-95, prodotti da faglie a circa 2 km dall’impianto e vecchie rotture causate da faglie non lontane dall’impianto (condizione sufficiente a far dichiarare inadatto il sito)
e) la faglia più pericolosa (che può produrre terremoti fino a Richter 7,2, energia 30 volte superiore a quella del sisma del 1917) si trova a soli 3 km dalla centrale
Una versione più estesa dell’articolo dei sismologi è presente sul sito www.konradnews.org (sezione ambiente)
Altri temi “caldi”, spesso trascurati dai media tradizionali, sono presenti su Konrad di settembre.
Primo tra tutti il TTIP – Transatlantic Trade Investment Partnership di cui scrive Lino Santoro, storico collaboratore di Konrad e membro di Legambiente. Inoltre un articolo di Giovanna de’ Manzano mette in luce la situazione sulla povertà a Trieste parlandone con don Mario Vatta, fondatore della Comunità San Martino al Campo. Segue un approfondimento sul tema attualissimo e poco noto della “Finanziarizzazione della natura” con un’intervista di Eleonora Molea a Elena Gerebizza.
Accanto a ciò, le consuete rubriche di cinema, teatro, alimentazione naturale, vini e cibi critici, arte, musica, letteratura.
Konrad è, come sempre, distribuito gratuitamente (in 15.000 copie) in una moltitudine di negozi, biblioteche, associazioni in tutto il Friuli Venezia Giulia.
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