29 Luglio 2014

#gironellastoria incontra de Henriquez

el sunto Le riflessioni di Nicolò Giraldi, giornalista e storico che ha da poco concluso a Trieste il suo #gironellastoria, dopo l'apertura di ieri del Museo d

Lunedì 28 luglio è successo qualcosa in via Cumano a Trieste. Quella zona così isolata, così priva di interesse per qualsiasi avvenimento che non sia una partita tra amici al vecchio campetto del Montebello, ha visto l’improvviso arrivo di centinaia di persone. Per chi? Per una persona che attendeva da una vita intera che il suo sogno si avverasse. Diego de Henriquez, collezionista, anima della storia a Trieste, niente a che vedere con chi la Storia la intende come una professione. Gli storici si rallegrano di una creatura finalmente fruibile a Trieste, quel luogo così aspro ogni qualvolta si prova a parlar di passato.gironella

Gironellastoria.com, dopo due lunghi mesi di cammino in giro per l’Europa, è arrivato anche qui, o meglio, dopo esser giunto nella sua città ha voluto toccare con mano quello che Trieste e l’Amministrazione comunale avevano fatto per dare un senso a quelle casermette abbandonate. In tanti mi han chiesto: “nei hai visti tantissimi in giro, dalla Gran Bretagna fino in Francia, passando per il Belgio, la Germania e poi la Slovenia e l’Italia, questo qui come ti sembra?”
Ne ho visti tanti, davvero. L’Heritage museum di Canterbury, il Dover Museum, l’In Flanders Fields Museum di Ypres, quello di Menen, l’Historial di Peronne, la fortezza di Sedan, il piccolo di Virton in Belgio, poi la Haus der Geschichte di Stoccarda, la Literatur Haus e il museo Ebraico di Monaco di Baviera, e poi il museo Tre Sassi in val Parola, il Piccolo Museo della Grande Guerra di Sappada, il Kobariški Muzeum di Caporetto. È lista approssimativa, ma qui dentro c’è tanto di quello che ho visto.
Il nuovo Museo della Guerra per la Pace de Henriquez mi è sembrato ben fatto. Soprattutto per il fatto che la città aspettava da decenni il giusto omaggio alla figura misteriosa di questo collezionista così diverso dagli altri. I padiglioni messi a posto, parte della sua collezione resa organica, anche se il percorso resta un enigma. La ragione? Forse per il semplice fatto che le dimensioni sono notevoli, la struttura ampia e lo spazio bene si presta ad una mostra permanente di genere. Quindi, al di là del sentiero da percorrere, forse la giusta collocazione la si trova nel perdersi dentro alla riorganizzata confusione dello spazio. Non è, d’altronde, un museo esclusivamente sulla Grande Guerra. È il museo de Henriquez, è l’espressione di una città sofferente, del personale desiderio di mostrare alla cittadinanza quello che i luoghi dove la violenza bellica è stata drammaticamente coinvolgente sanno fare; il passaggio di stato, la trasformazione degli episodi di assurdità umana in occasione da sfruttare per costruire un pensiero opposto. Si, la pace, cosa non da poco.
Gironellastoria.com ha voluto vedere con i suoi occhi. Non mi sembra giusto far paragoni, non è nel dna del progetto. Raccontare quello che un luogo è, quello che si spera sarà alla fine del Centenario, dipingere le persone, il lavoro di chi anche in condizioni difficili, ha saputo ribaltare l’impantanata condizione triestina figlia di un “no se pol” che ha stufato, queste sono le linee guida di #gironellastoria E la ragione non è renziana, nemmeno penta stellata. È una necessità, è un must affinché soggetti ai margini, brontoloni e tipicamente locali, possano finalmente cambiare idea e rasserenare la critica pour parler.
In giro per l’Europa ho visto gente che lavora. E l’ho vista ieri a Trieste, nel giorno più infame che un museo possa mostrare. L’inaugurazione è il momento meno indicato per comprendere. Quel giorno si mescolano persone annodate, incravattate, belle presenze, spiritualmente assenti, concretamente interessate. Tra qualche giorno saranno molti i triestini che andranno a vederlo. E vivranno quello che gironellastoria.com ha vissuto in due mesi di cammino. Vedranno delle immagini forti, vedranno la violenza, scolpiranno nelle loro menti la follia della guerra. Ed usciranno convinti ancor di più che in fondo, paradossalmente, l’uomo ha bisogno di farsi del male per capire pienamente “che cos’è l’amor”.

#gironellastoria

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17 commenti a #gironellastoria incontra de Henriquez

  1. Serge ha detto:

    Nicolò…datti all’ippica! Il museo è estremamente mal fatto e basta capirci poco di storia per vederlo. Percorsi inesistenti, didascalie povere e con errori, oggetti non protetti da vetro ma lasciati così (anche pezzi unici come la giacca appartenuta a Francesco Giuseppe)…basta?

  2. Davide ha detto:

    no go capido..
    cosa al’ipodromo i insegna storia?

  3. Kaiokasin ha detto:

    Chissà quanti turisti ciaperà la 22 per ‘ndar veder sto museo: no iera proprio un posto più centrale dove meterlo (idem el museo de storia natural).

  4. Diego Manna ha detto:

    L’idea xe che diventi un polo museale, xe ancora diversi spazi liberi e anche la parte al’aperto tra i due musei, se no vegnirà usada ignobilmente come parchegio, pol diventar un bel posto agregante.
    al momento in efeti purtropo risulta imbusai rispeto al centro, però vardemola con altro ocio: chi ga dito che i turisti ga de farse tuto a pie in giornata… i pol anche farse un giorno in centro, un giorno per le alte col tram (haha ridade), un giorno un poco fora del centro se ghe xe robe inteerssanti de veder (anche la risiera in fondo xe imbusada… )

  5. Kaiokasin ha detto:

    Bon, speremo ben, no voio portar pegola. Però magari se i meteva a posto el Silos, anche là iera tanto posto…

  6. giorgio (no events) ha detto:

    io credo, che sia giusto ed opportuno non concentrare tutte le attrazioni culturali in quel fazzoletto che chiamiamo centro. Trieste ha avuto il massimo splendore cent’anni fa, quando ci si muoveva solo a piedi o per mezzo di veicoli a trazione animale. La zona di via Cumano dista da piazza Unità 3 km circa ed oggi è comunque servita (non troppo bene) da mezzi pubblici.

  7. maja ha detto:

    non c’è il sightseeing bus, per i turisti?

  8. Mauro ha detto:

    Polo museale… mi vien da ridere…. io la definirei una PORCHERIA MUSEALE… e come me la pensano in tanti… una vergogna, abbiamo aspettato 40 anni per questo, complimenti ai nostri politici locali… grazie.

    http://www.blitzkriegmilitaria-forum.com/showthread.php?t=21778

  9. sergio zerial ha detto:

    Zerial Sergio · Top Commentator · Trieste
    finalmente oggi sono andato a vedere il tanto atteso museo, premetto io sono un collezionista, e la vedo dal mio punto di vista, niente di nuovo nel museo, qualche elmetto qualche fucile 4 mazze ferrate qualche divisa, qualche copricapo, di cui quello di artiglieria da ufficiale austriaco riporta la coccarda da truppa, molte gigantografie della nostra storia triestina, bei placati, la giacca da Feldmaresciallo appartenuta a Sua Maestà Francesco Giuseppe vista anni fa alla sovrintendenza, su di un mezzo busto esposta alla mercè di tarme e persone senza una protezione di vetro, dal valore di 30.000 o 40.000 mila euro non ho visto però altri pezzi grandi per esempio il sommergibile, e altro ma mi domando dove è il resto??? Decantare che diventerà uno dei più grandi d’Europa e pura ipocrisia, si vede che l’articolista non ha visto i musei in Europa War Museum di Londra il Heeresgeschichtliches Museum di Vienna l’Invalidi di Parigi e altri, tutti i privati fatti da collezionisti, e non da architetti e altro chiamati dalla politica. In tanti anni si potevano restaurare le migliaia di pezzi che si trovano nei magazzini lasciati da decenni senza manutenzione, colpa dei precedenti direttori, ricordo che un noto e bravissimo restauratore propose negli anni novanta all’allora direttore di restaurare tutte le armi , per la modica cifra di allora 2.500.000 milioni di lire, la proposta non venne presa in considerazione, è lecito domandarsi in che condizioni sono oggi questi pezzi?? Ok si è restaurato il capannone officina, ma si potevano restaurare magari solamente i muri esterni degli edifici prima di arrivare nel capannone del museo, che sono in cattive condizioni, altra cosa i muri esterni, da anni c’è un armatura sul marciapiede che sorregge i muri del caseggiato vicino al portone di ingresso del museo, cosa si aspetta a ripararlo?? Senza contare il terreno che costeggia il museo completamente incolto, ma mi domando che figura fa la città a chi viene da fuori a visitare il decantato museo destinato (ma da chì?) a diventare uno dei più grandi d’Europa?? Dimenticavo al piano superiore un gran caldo, deduco che d’inverno ci sarà un gran freddo

  10. sergio zerial ha detto:

    scusatemi ho fatto un copia e incolla del articolo scritto sul web del Piccolo, ci sarebbero ancora molte cosa da scrivere, purtroppo al profano non conoscitore di musei di guerra va bene tutto, per uno che la tematica la conosce non va bene anche il nostro articolista avrà visto tanti musei, ma non quelli giusti pecche se mi inserisce il Kobariški Muzeum di Caporetto, museo piccolo con pochissime cose……. mi scuso con lui ma l’articolo non da giustizia all’operato del comune che come al solito non interpella persone con una profonda conoscenza della militaria e a Trieste devo dire ci sono, in fondo come scritto nessuno in questi anni si è interessato di pulire e manutenzionare le armi piccole, etc. mi fermo qui che è meglio, Quando si inaugura una qualsiasi cosa il tutto deve essere perfetto, questa è la mia teoria, vedere il tram di Opicina e altre cose che a Trieste non funzionano, vedi restauro di Monte Grisa, 20, anni? E ancora non finito, castello di Miramar in condizioni pietose, sentiero Rilke chiuso, Cavana Città vecchia mai finite, chiesa di S. Rocco in Cavana, piazzale di S. Giusto da rifare, alabarda di S. Giusto inesistente, galleria Ippodromo da rifare, galleria Sandrinelli pure, interramento di Barcola scordato, fontana dei quattro continenti da una decina e più non funzionante fontana di Ponterosso idem, fontana di piazzetta S.Lucia pure, mi fermo qui saluti sergio

  11. ufo ha detto:

    Mi pare naturale: il Piccolo mica fa informazione – è un giornale di partito (senza più un partito) con un compito, quello di riscrivere spudoratamente la storia secondo come ai suoi fondatori sarebbe piaciuto (siamo sempre stati in guerra con l’Estasia…) Ultimo exploit fresco di pubblicazione ieri in un pezzo firmato Gabriella Ziani: “La Provincia ha messo sul mercato la ex caserma di via Cologna 6-8, oggetto negli ultimi anni di molto lunghe battaglie affinché non sparisse la memoria “nera” del luogo, dove i nazisti torturarono partigiani ed ebrei prima di spedirli nei campi di concentramento.“. Vedere per credere.

    Qualcuno potrebbe per piacere togliere il tappo a questa città, così affonda e finalmente la corrente porta via un po di marciume?

  12. bibliotopa ha detto:

    ci sono stata ieri, il bus è la 18 che si ferma quasi davanti all’ingresso. Era pieno di gente e anche di ragazzini ( con parenti, spesso nonni) che guardavano e fotografavano. Per me è appena un inizio. Mancano appunto ancora bacheche di vetro ( una gioia per i fotografi, non alle prese coi riflessi) e si scusano loro stessi per i problemi non finiti dal condizionamento. Manca ancora parecchio, immagino che abbiano esposto solo quello che è finora restaurato. La presentazione è curata da Lucio Fabi,, che non sarà un luminare accademico ma di questioni di guerra (sopratutto la prima) negli ultimi anni si è abbastanza occupato, direi.

  13. neva ha detto:

    Cara bibliotopa, sono contenta che tu apprezzi il nostro amico Lucio Fabi, non certo un luminare accademico, ma uno dei maggiori storici sulla prima guerra mondiale della nostra regione, autore di molti libri interessanti e adatti anche ad un pubblico “semplice” da più di venti anni. Ad ogni modo soprattutto si scrive così!
    Gli altri commenti sono veramente strani, non saprei come definirli in altro modo. I soldi erano pochi, quel che vediamo è una decima parte dell’intera collezione, si è scelta la strada del restauro conservativo e allora i tempi si allungano inevitabilmente. Pian piano forse anche il resto arriverà. Per quanto riguarda la distanza dal centro, avete mai visitato le aree adibite a poli museali nelle grandi città d’Europa? Provate ad allontanarvi un po’, può allargare gli orizzonti e farvi sentire meglio!

  14. giorgio (no events) ha detto:

    visitato ieri assieme a colleghi/turisti: è stata una bella esperienza

  15. bibliotopa ha detto:

    Scusa neva per il soprattutto, sto benedetto blog non consente le correzioni.

  16. Mauro ha detto:

    Mi sembra, onestamente parlando, che i commentatori capiscano poco o niente in fatto di musei, senza offendere nessuno ovviamente… e ripeto quello che avevo già scritto:

    Polo museale… mi vien da ridere…. io la definirei una PORCHERIA MUSEALE… e come me la pensano in tanti… una vergogna, abbiamo aspettato 40 anni per questo, complimenti ai nostri politici locali… grazie.

    Leggete qui… saluti.

    http://www.blitzkriegmilitaria-forum.com/showthread.php?t=21778

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