14 Giugno 2014

Giro nella storia: a piedi da Londra a Trieste: terza parte

el sunto La terza puntata del diario di Nicolò Giraldi che sta percorrendo a piedi il tratto Londra-Trieste per raccontare la Grande guerra

Qui la prima e la seconda puntata del diario. Quando riparto verso Menen ho raccolto un esercito di pensieri nella mia mente. Ci sono i luoghi della Grande Guerra, le persone che tengono viva l’esperienza del conflitto, quelli che mi ospitano ogni sera, il mio camminare. Lo scrivere ed il filmare, l’asciugamano dimenticato chissà dove, lo zaino un giorno pesante e l’altro leggero.10155836_1488375744730335_7974806607442918634_n-1 È un’altalena, di pensieri e di registrazioni. È il suono della campagna o il brusio dei turisti, la mia voce che canta “Come il sole all’improvviso” di Sugar e quel rumore elettronico della videocamera che si accende si spegne. Registro tutto, perché le cose si dimenticano, si accantonano, che perché, poi, non lo so. Menen è luogo di confine. Incontro Yan Vancoille autore di ” Menenwald ” sul punto di vista tedesco su quello che accadde qui. È.uno storico, giovane e con gli occhi di chi sa già tante cose. Mi parla di come la Germania tratta la sua memoria. “Come si può pensare di addebitare le colpe dei nonni ai nipoti?”. Non lo so, nessuno lo sa veramente. Si sedimentano, restano insabbiate per decenni e le operazioni culturali al fine di porre fine alle divisioni, ahimé, hanno bisogno di tempo. Yan Ypermann è direttore del.museo di Menen. Mi porta oltre il fiume che segna il confine tra Belgio e Francia. Ordina un bicchiere di vino bianco. L’inglese lo parla a fatica. Alla fine trova il coraggio e non lo fermo piú. “La vita di confine è così, un po’ di qua ed un po’ di la”. Sensazioni che ritroverò familiari a Sedan, nelle Ardenne.

Poi decido: vado a Lille e si manifesta come forse la scelta meno indicata di tutto il viaggio fino ad oggi compiuto. 10299935_1481150498786193_4244477636379933034_n Quando arrivo mi si presenta la Francia in tutta la sua grandezza. “Che le balle ancora gli girano” mi risuona nelle orecchie. Bevo una birra in un bar vicino a rue des president Hoover e mi si avvicina un ragazzo rumeno che ha viasuto dieci anni in Italia. “Vado a Londra col MegaBus, biglietto da un euro e.cinquanta”. Impreca contro le leggi inglesi. “Sono dei bastardi, siamo europei come loro e fanno mille storie”. Scusa chi ti ha detto che gli inglesi si sentono parte dell’UE? Pago e proseguo. Chiedo informazioni, un francese del Maghreb molla i suoi compagni di strada per mostrarmi la via. Quando stiamo per attraversare un incrocio fischia e tiene a bada un gruppetto di altri cinque modello “muretto” – “controllo del territorio”. Poi mi lascia e sparisce dentro ad un vicolo. Trovo Amandine Haviez che mi ospita. “Votare? E per chi?”. Fa la sua comparsa il luogo comune del presidente senza carisma. “È decisamente impopolare”. Lo è per me andare a riposare. Anche perché all’indomani, nella zona della stazione reincontro il ragazzo rumeno. “Aspetto che mi mandino i soldi per entrare in Uk”. Voilà, la France.

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