Stazione di Charing Cross (Londra)
26 Maggio 2014

A piedi da Londra a Trieste: l’Europa a cent’anni dalla Grande Guerra

el sunto "Picio, scoltime mi, co 'ndavo a Piran col biroc de Sicciole i siori me vardava e i se sussurava "'riva el s'ciavo de campagna".

In tanti mi hanno chiesto il perché di questo viaggio. Potrei raccontare versioni diverse anche se il nocciolo della questione è questo: parto perché mi andava di farlo. Son tanti 1700 chilometri. Attraversare mezza Europa a piedi in due mesi se non è da squilibrati ci manca poco. Luigi Nacci, autore di “Alzati e cammina” qualche giorno fa mi ha scritto di non aver timori: “coltiva i tuoi dubbi” mi dice facendomi sorridere davanti ad un pseudo caffè francese – ” che le balle ancora gli girano”.( cit. ).10253912_1476390669262176_3308189259067267893_n
È proprio questo ciò che sento. Sollievo ogni volta che concludo una tappa.

Filmare, intervistare, raccogliere informazioni, 10 kg di zaino ed un bastone recuperato nei boschi delle North Downs nel Kent che mi tiene vivo.
Son partito 16 giorni fa da Londra in direzione Trieste. La via dei pellegrini verso Canterbury è poco “trafficata”, ci.sono tante persone che la usano come a Trieste si usa la Napoleonica. La domenica, far “sparisi”, portar la “morosetta”.
L’intento tuttavia non è quello di scrivere di questo. Sono in viaggio per raccontare la Grande Guerra e chi lavora ogni giorno al mantenimiento della sua memoria. Così mi fermo a parlare con gli anziani dei paesi che tocco. Fawkham Green, Doddington, Stansted. Li ci sono i memoriali, le croci a ricordo, non i cimiteri. Gli inglesi attraverso la Commonwealth War Graves Commission hanno le loro tombe in Francia o Belgio.

Omaggio alla città di Stansted

Omaggio alla città di Stansted

A Stansted mi ospita una coppia trovata quasi per caso. La storia va in questo modo: contatto il reverendo del paese che la domenica in chiesa parla di me ai fedeli. La coppia dice si e mi mandano una mail che recita così: “Would you prefer Italian or English food for that night?”. Ok. Ho due opzioni: farmi cucinare una cena inglese da inglesi o optare per “profumo di casa” rischiando di mostrare il mio disappunto sulla mancanza d’aglio, basilico o whatever. “English would be fantastic”.
Quando riparto tutti mi guardano forse perplessi, forse no. “Vai a piedi? Non sei normale“.
E chi lo è in fondo? Ho ripreso a parlar da solo – niente di particolare, lo facciamo tutti.
E quando trovi qualcuno con cui parlare, dopo di silenzio non sei più predisposto ad ascoltare scemenze. Non hai tempo da dedicarci. Hai voglia di capire perché sua Maestà spedì sette milioni di soldati al fronte. “La guerra provoca una memoria che poi torna utile ai governi” ho detto ad Alberto Rosa qualche giorno fa. Lo penso ancora, la versione non è cambiata.

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Ciò che è cambiata è la percezione di come il Regno Unito sia orgoglioso della propria storia. Ho raccolto un papavero in un campo nel Kent. L’ho infilato nel taccuino dove scrivo. Quel bisnonno Giraldi Nicoló citato nell’articolo de Il Piccolo, ne sarebbe felice.
Picio, scoltime mi, co ‘ndavo a Piran col biroc de Sicciole i siori me vardava e i se sussurava “‘riva el s’ciavo de campagna“.
Ecco, forse son partito anche per lui.

 

Ndr. Qui la pagina Facebook, dove puoi seguire in tempo reale il viaggio di Nicolò

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