Lunedi 11 maggio 2014
Va bene, lo ammetto, la sveglia alle 5.00 del mattino non è forse il miglior modo per iniziare un’avventura.. ma se ci si vuole divertire qualche sacrificio tacca pur farlo no? Quindi pronti attenti e via! Colazione e caffè in silenzio e poi prima pedalata alle luci dell’ alba fino in stazione a Monfalcone, dove sono arrivato mezzo congelato ed ho preso il treno per Udine delle 5.56.
Sedutomi in carrozza, mi sono messo ad osservare i monti lontani ma ancora incappucciati di neve, preoccupandomi un po’..ma poi mi sono rilassato quando ho visto sorgere un bel sole tondo e giallo, sinonimo di temperature più sopportabili. Per non addormentarmi mi sono messo a giocare, come facevo da piccolo, alla conta degli animali selvatici ma l’ alzata ad ore antelucane non ha giocato a mio favore…arrivato a Udine avevo avvistato solo un fagiano ed una lepre!
A Udine ho cambiato treno, salendo sul MiCoTtra, treno austriaco che mi ha portato poi fino Tarvisio, puntando veloce verso nord, avvicinandosi ai monti e passando attraverso la bella zona pedemontana del Friuli, ricca di boschetti di pioppi, salici ed acacie. Arrivati alle pendici dei monti è iniziato il lungo tratto delle gallerie, ogni tanto spezzato da attimi di luce che mi permettevano di intravedere le verdi e strette valli alpine. Alle 8.20 sono infine giunto alla stazione di Tarvisio Boscoverde ed ho subito imboccato la ciclovia Alpe Adria, che passa proprio davanti la stazione e scende poi verso il centro della cittadina. Mamma mia che freddo che faceva!!… Ci saranno stati si e no 5 gradi…per fortuna avevo ascoltato il consiglio del mio amico Francesco e ieri sera avevo infilato in borsa guanti ,pantaloni pesanti e scaldacollo..se no sarei stato spacciato! tappa d’ obbligo in un bar del centro per cappuccino e brioches (per birretta e panino mi pareva un po’ presto!) e per scambiare quattro chiacchiere con la barista che, pur essendo del luogo non aveva proprio idea ci fosse questa ciclabile che da Tarvisio arriva fino a Grado.. e sì che il tracciato passa proprio nel centro del paese! Per fortuna appena uscito dal bar un timido sole ha fatto capolino tra le nuvole che nascondevano la valle facendo così apparire dei panorami bellissimi di cime appena innevate circondate da verdi foreste e pascoli verdissimi!
A Valbruna mi sono fermato in un piccolo negozio di alimentari gestito da una giovane coppia per comprarmi due bei panini da mangiare per pranzo ed ho approfittato per fermarmi a scambiare quattro chiacchiere con un signore modenese, ex ciclista molto curioso della mia gita in solitaria…..devo ammettere che viaggiare da soli ti predispone molto di più al contatto ed allo scambio con persone sconosciute e mi fa sciogliere più facilmente la lingua anche per quattro chiacchiere in tranquillità. Rimontato in sella sono quindi giunto ad Ugovizza dove, dopo un veloce gretto nel centro del paese, ho preferito fermarmi sul greto del fiume per ammirare alcune aquile che si libravano felici in cielo mentre attorno a me planavano sui sassi molti merli d’acqua. In questo tratti inziale la pista ciclabile corre sulla sede della vecchia ferrovia e si pedala completamente separati dal traffico automobilistico.
In questa atmosfera rilassata ho pedalato praticamente tutta la Valcanale perlopiù costeggiando il torrente Fella che nei secoli l’ ha scavata( buona notizia: la ciclabile è stata aggiustata e non serve più fare un pezzo di strada statale tra le auto!) ed arrivando a Chiusaforte da dove, dopo una pausa siesta ai piedi di una bellissima cascata, ho svoltato a destra in una stradina secondaria che si arrampicava allegramente fino a Moggio Udinese. Questa piccola “variante” al classico tragitto della ciclabile mi è piaciuta molto. La stradina stretta si arrampicava un tornante dopo l’ altro sulla pendice del monte facendomi pedalare tra le tranquillissime frazioni di Roveredo ed Ovedasso placidamente adagiate tra boschetti di noccioli, carpini e salici e vasti prati pieni di fiori colorati. Giunto in vista del paese di Moggio, prima di deviare sulla strada statale verso Carnia, ho voluto concedermi il lusso di pranzare con i miei panini proprio in riva al torrente Aupa che costeggia il paese fino a gettarsi poco più in giù nel fiume Fella. Dopo aver mangiato con i piedi a mollo nelle fresche acque montane ho approfittato della sosta anche per cambiarmi (ormai le temperature erano salite di molto e finalmente si poteva stare in pantaloncini e maglietta!). Ormai pronto a riprender l’ avventura mi sono rimesso in strada, visto che la ciclabile finisce purtroppo a Resiutta, in direzione di Carnia e Venzone su una strada statale abbastanza trafficata e con un forte vento naturalmente contrario. Per fortuna ho potuto tagliare un po’ di statale passando per Portis Vecchio un suggestivo borgo del tutto abbandonato dopo il terribile terremoto del 1976. Case mezze diroccate piene di crepe, pareti cadute che mostrano stanze a cielo aperto, finestre e porte rotte o mezze aperte in quella posizione da quasi quarant’ anni…è uno spettacolo che non mi ha lasciato impassibile ed ancora con un brivido penso a tutte quelle persone che in un attimo persero tutto quello che avevano. Per fortuna poco dopo sono arrivato a Venzone, antico borgo fortificato risalente all’ anno Mille che aveva resistito indenne per molti secoli ma che poi fu raso al suolo dal terremoto del ’76. Per fortuna il lavoro di molte persone ed una corretta ricostruzione hanno permesso che il paese rinascesse dalle sue ceneri ed è stato veramente piacevole fare una pedalatina nel centro storico dove tra una casa e l’ altra spuntavano i tipici fiocchi viola della lavanda di Venzone, prodotto tipico del posto. Io mi sono solamente fermato per un caffè veloce davanti al vecchio municipio, mi sarebbe piaciuto molto fermarmi ancora un po’, per vedere anche le famose mummie di Venzone, che devono essere veramente affascinanti visto che destarono perfino la curiosità di Napoleone!! Appena uscito dal paese però mi sono comunque consolato facendo amicizia con tre cicloturiste austriache: Bettina, Ingrid e Carmen, che come me percorrevano la ciclabile in direzione Grado. Le tre cicliste teutoniche però non avendo nessuna cartina e non volendo fare strade troppo trafficate hanno chiesto a me qualche dritta per poter evitare la statale ed io mi son quindi offerto di portarle con me fino all’ entrata di Udine. Così, pedalando in gruppo e seguendo la mappa abbiamo attraversato il fiume Tagliamento e continuato su stradine di campagna passando per Pioverno, Bordano (detto anche il paese delle farfalle per il suo bel museo tematico) e Braulins. Attraversato Osoppo abbiamo continuato sempre su stradine sterrate fino a Rivoli pedalando in una soffice tormenta di neve, formata dai semi dei pioppi che coprivano tutti i campi di bianco! Le mie tre compagne di viaggio, tutte oltre la quarantina erano austriache della zona di Greifburg e due di loro, Bettina e Carmen erano anche “del mestiere” visto che nella vita gestiscono delle pensioni per ciclisti vicino a delle piste ciclabili. Visto che le avevo salvate dal traffico della strada statale mi hanno nominato il loro “angelo italiano” e questo titolo mi ha valso anche l’ invito ad andarle a trovare nelle loro pensioni in Austria!! Arrivati infine a Buia abbiamo imboccato il percorso dell’ Ippovia del Cormor (segnalata con i simboli In@natura) che tra boschetti, campi di mais e paesini arroccati in cima alle colline ci ha fatto costeggiare il torrente Cormor fino ad arrivare alla periferia di Udine. Qui , al bivio per Tavagnacco e Pagnacco, ho salutato le mie compagne di strada con la promessa di ritrovarci l’ indomani a Grado per bere una birra tutti assieme. Ancora pochi km tra paesini e centri commerciali ed eccomi a casa dei miei amici Angela e Fabio Doccia veloce ed aperitivo prima di portare Fabio a prendere un treno mentre poi per cena Angela mi a fatti provare per la prima volta la quinoa, semi d una pianta e che cucinati assomigliano moltissimo al cuscus ma con molte meno calorie, e dei buonissimi zuccherini di zucchero di canna!!!
Martedì 13 maggio 2014
Questa mattina sveglia alle 7.30 assieme alla mia anfitrione. Colazione sostanziosa per affrontare al meglio la giornata e poi via, ripartenza sotto un cielo grigio grigio e gonfio di pioggia. Neanche fatto in tempo a pensarlo che ho sentito le prime gocce.. e la pioggia battente mi ha poi accompagnato mentre attraversavo il centro di Udine.. Zigzagando tra auto ripiene di gente che andava a lavorare e studenti diretti a scuola mi sono sentito veramente vivo e libero tanto che neanche la pioggia fredda ed insistente è riuscita a lavarmi via un enorme sorriso dalla faccia!!!
Oltrepassato Udine e la sua periferia sono arrivato a Pavia di Udine, soporoso paesino dove mi sono fermato a bere un caffè a casa del mio vecchio amico Alberto che non vedevo da molto tempo.. il mio percorso passava proprio sotto casa sua e nonostante abbia dovuto buttarlo giù dal letto mi sembrava bruttissimo non fermarmi a salutarlo!
Per fortuna mentre chiacchieravo a casa sua la pioggia è cessata, lasciandomi poi ripartire più sereno. Da qui in poi la strada si snodava tra campi e paesini della bassa pianura friulana in un bel mix di stradine asfaltate secondarie e strade bianche dal bel fondo battuto. Ho passato così vari paesini tra cui Persereano, Tissano, santa Maria la Longa e Mereto di capitolo per arrivare poi a Palmanova, la bella città-fortezza a forma di stella fondata dai veneziani nel 1593. Mentre girovagavo nella bella piazza pedonale per osservarne gli edifici, la chiesa ed un gruppo di sbandieratori in costumi d’ epoca ho conosciuto un’ altra coppia di cicloturisti austriaci, marito e moglie che come me seguivano la ciclovia Alpe Adria ho fino a Grado. Uscito dalla città ho voluto perdermi un po’ per le belle stradine sterrate circondate d’ erba verdissima che corrono tutto attorno alla città dove una volta sorgevano le antiche mura difensive.
Tornato poi sulla strada e ritrovate le indicazioni dalla ciclabile ho continuato a pedalare verso sud, in direzione di Strassoldo bellissimo borgo storico cresciuto attorno al castello dei conti di Strassoldo e che ho potuto visitare, almeno esternamente in bicicletta. Qui mi sono fermato per salutare i genitori della mia amica Angela, da poco trasferitisi nel paesino friulano e complice l’ ora di arrivo, erano le 12.30, hanno insistito perciò che mi fermassi a pranzo. Morale della favola: al posto dei tristi panini al prosciutto ho potuto gustare un bel piattone di pasta con la salsa fatta in casa.. ottimo cambio!!!
Dopo pastasciutta dolcetto e caffè, ben ristorato sono rimontato in sella per riprendere in direzione Muscoli, la ciclovia che da qui in poi corre su una vera e propria pista ciclabile separata dalla strada. Unico punto critico è stato l’ attraversamento di Cervignano del Friuli, cittadina un po’ più grande dove ho rischiato di essere preso sotto da una Panda guidata da una vecchietta assai distratta. Dopo Cervignano la pista ciclabile torna ad essere separata dalla strada ed ho potuto percorrere in tranquillità gli ultimi chilometri che mi separavano da Aquileia. Nonostante fossi stato molte volte nella città del patriarca, che durante l’ impero romano era seconda come importanza solo a Roma, ho voluto fermarmi comunque per godermi l’ atmosfera del antico foro romano, del vecchio porto fluviale e per vedere ancora una volta la basilica che vanta un bellissimo pavimento decorato a mosaico. Qui neanche a farlo apposta ho re incontrato i due austriaci conosciuti a Palmanova ed insieme siamo poi ripartiti alla volta di Grado. Il panorama attorno ormai mi era molto familiare; in lontananza si vedevano le alture carsiche che vedo ogni giorno da casa e pure l’ immancabile camino della centrale elettrica di Monfalcone che svettava come un enorme faro ad indicarmi la mia meta finale, ma devo dire che vedendoli dall’ alto di una sella di bicicletta, trainandomi le borse da bici e con la mappa in mano mi sentivo comunque un turista in vacanza!!!!!
Gli ultimissimi chilometri del mio viaggio li ho pedalati sul lungo ponte che collega la terraferma a Grado, l’ isola del Sole che si è presentata davanti a me forse in una delle sue maniere migliori: lo specchio d’ acqua della laguna che circonda l’ isola era un collage di tutti i tipi d’ azzurro possibile.. si passava dal azzurro vivace, quasi da spiaggia caraibica, al blu intenso delle acque profonde, al grigio quando il sole si nascondeva dietro alle nuvole e non colpiva con i suoi raggi le onde. In centro a questa tavolozza d’ artista liquida spuntava anche l’ isoletta del santuario di Barbana, con la sua chiesetta bianca circondata da pini marittimi dalla chioma verde scuro.
Arrivato infine nel centro storico di Grado, ho cercato inutilmente di contattare Bettina e le altre cicloturiste di ieri ma non ricevendo risposta dopo una pedalata nelle calli che serpeggiano tra le vecchie casette di pescatori e locali attira-turisti, mi sono concesso un bello spriz aperol seduto al sole, prima di affrontare gli ultimi 20 km che mi separavano da casa e che ho dovuto pedalare tutti controvento!!!
Mi pare che manchi la parte più interessante della faccenda. Con una bici che non sia una mountain bike ce la si fa? O devo mettermi il cuore in pace che già tra Cervignano e Palmanova devo farmela pei campi o farmi lucidare i gomiti dai camion sulla statale?
Se l’autore potesse dare un giudizio da ciclista sullo stato dell’opera nel suo complesso o per ogni tratto gliene sarei grato.
Grazie.
ho fatto quesyo viaggio usando la mia bici da viaggio, similie quindi ad una city bike con ruote fine e semplicemente con forcella ammortizzata.Per la precisione è una ktm modello life tour. Non ho trovato nessuna difficolta ad affrontare il percorso, specie nel tratto Buja-Udine quando ho pedalato sull’ Ippovia del Cormor che è il tratto più sterrato che ho affrontato. Gli altri tratti di sterrato sono invece tutti fattibilissimi perchè si tratta di stradine bianche dal fondo ben compatto.
Grazie!
grazie per il bell’articolo, su Bordano e il museo delle farfalle però… è tuttora chiuso per questioni “burocratiche” del comune, quando si dice la burocrazia… no comment!!!
Bravo Marco, leggo il tuo bel report con 1 anno di ritardo, ed è certamente ancora valido ed utile anche se nel frattempo è migliorata qualcosa. Noi siamo un’Associazione Ciclistica di appassionati che promuove il cicloturismo oltre che il ciclismo agonistico giovanile organizzando eventi sportivi e culturali. Seguici sulla pagina FB di Ciclo Assi Friuli: https://www.facebook.com/groups/377069652479246/?ref=ts&fref=ts
Cordiali Saluti
Ciao Marco,
ho cercato qualcosa su internet perchè domani mattina venerdì 01 luglio 2016 parto da Abbiategrasso (MI) con alcuni amici di viaggio per fare il tuo stesso percorso e ho trovato il tuo articolo: bello e belle anche le foto.
Ti farò sapere alla fine del mio viaggio cosa ne penso.
Stefano
Bella descrizione del viaggio in bici. Mi piacerebbe sapere se il percorso e’ ben segnalato dai cartelli (piste ciclabili, come in Austria) mi sembra di no!
io e mio marito volevamo fare questo giro in due gg venendo da verona in macchina pensavamo di lasciarla a monfalcone prendere il treno che hai preso tu caricando le biciclette non riesco a capire se queste linee di trenitalia abbiano il trasporto per bici tu me lo puoi confermare?GRAZIE prenotando i biglietti online non vedo nessun riferimento per eventuale pagamento per le bici tu come hai fatto?GRAZIE ANCORA CIAO
Ciao! Devi guardare il treno Micotra, che é gestito dalle ferrovie austriache:parte da Trieste e fermendo a monfalcone arriva a Tarvisio