15 Maggio 2014

An anarchist life. Ognuno è artefice del proprio destino. La vita di Umberto Tommasini

el sunto An anarchist life, documentario sulla vita di Umberto Tommasini, svela una nuova visione della parola "anarchia"

An anarchist life” è stato proiettato l’altro ieri sera al cinema Ariston presso il Passeggio Sant’Andrea. Strano vedere d’un tratto, senza quasi preavviso, il documentario su una vita straordinaria e su un pezzo di storia del movimento anarchico italiano, del quale prima d’ora sapevo ben poco. Extra ordinario: fuori dall’ordinario. Senz’altro di questo era intessuto il docu-film tratto dal libro “Un anarchico triestino” di Claudio Venza e Clara Germani, per la regia di Ivan Bormann e Fabio Toich prodotto da Omar Soffici per la triestina Collective.

In fondo la vita di un fabbro, questo Umberto Tommasini nato nel 1896 a Vivaro e vissuto per i primi anni tra la stessa e Trieste, dove si iscrive alle scuole serali e si avvicina al mestiere del lavorare il metallo. Ma non solo, e da subito nel documentario il ritratto di una personalità tanto fuori dagli schemi quanto umile si intreccia con il contributo che la stessa ha dato nella cornice della realtà anarchica lungo tutto il ‘900, che nel 1969 gli farà fondare la sede del gruppo Germinal in via Mazzini a Trieste.

“Unusquisque faber est fortunae suae”, ognuno è artefice del suo destino. Questa è sicuramente una linea conduttrice che ha attraversato la vita del protagonista di “An anarchist life”.

Affrontando la vita come fosse ferro incandescente, da trasformare cogliendo l’attimo, Tommasini non ha mai delegato a nessun altro alcuna scelta o azione che lo riguardasse. Stimolo cruciale verso questa scelta è stato forse il reclutamento da giovanissimo nella prima guerra mondiale che gli aprirà gli occhi su come la guerra si faccia per vigliaccheria, non per coraggio. Per paura di disertare, dirà infatti, si fanno cose che non si farebbero potendo scegliere. Forse questa precoce esperienza drammatica gli farà decidere di non fare mai più, nella sua vita, qualcosa solo perchè imposto da qualcun altro, senza averlo scelto, a costo di rischiare la pripria vita.

Gradualmente la parola “anarchia” perde l’accezione di caos che ingenuamente le si potrebbe affibbiare e contestualmente si allontana dall’idea di manifesto, che ci si aspetterebbe esserci dietro ogni grande movimento politico, e improvvisamente si rivela per quel che è: ovvero un’etica, “semplicemente” la scelta di un modo di vivere perpetrata senza l’aspettativa di un fine preciso o di una rivoluzione, e per questo una scelta decisamente coraggiosa. Anarchia, sembra dire l’esempio di Tommasini, è vivere anarchicamente qui e ora, legando pensiero e azione.

Bestiale e coraggioso sono due aspetti che si mischiano e confondono nella vita di questo uomo, costellata di episodi al margine del reale, dallo svalicamento a piedi di un passo alpino all’evasione da un carcere durante la Guerra civile spagnola (dove era stato arrestato con l’accusa di essere un fascista), passando per il campo di concentramento di Mauthausen.

Quella narrata nel corso di An anarchist life sembra una necessità (e un’ideologia) così lontana oggi, eppure le considerazioni di Umberto Tommasini sugli esiliati al confino mi hanno toccata personalmente: mentre gli intellettuali dell’epoca dopo pochi mesi di stenti, fame e freddo ritrattavano le loro posizioni e chiedevano la grazia, alcuni contadini pugliesi resistevano stoicamente, pur avendo a casa molti figli da sfamare e molto da perdere. E la considerazione di Tommasini arriva puntuale con la suo pungente e vivace umorismo: gli intellettuali non sono in grado di sostenere una lotta sulla propria pelle, e sono schiavi dello stesso stesso sistema che si propongono di combattere col cervello.

Una domanda resta aperta: perché raccontare la storia di Tommasini oggi? Che cosa, al di là della memoria di un personaggio importante e della sua vita coerente con il suo ideale, può insegnarci “An anarchist life”? Uno dei registi, Ivan Bormann, propone: “siamo rimasti affascinati dalla passione, dalla capacità di empatia e di restare risoluto nelle proprie idee, ma disponibile al confronto e aperto al mondo, di Umberto. E per questo ci pare un esempio.”.

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26 commenti a An anarchist life. Ognuno è artefice del proprio destino. La vita di Umberto Tommasini

  1. sfsn ha detto:

    ripeto (con altre parole) quanto scritto da mi in un altro commento:
    far un film su Umberto Tommasini xe atto meritorio. Grande personaggio, omo sempre coerente, senza nissun compromesso e da anarchico convinto xe sta una persona che ga sempre pagà de persona per le sue scelte.
    Proprio per questo disturba in maniera stridente la presenza nel film de cristicchi, che coerente no xe mai sta, che xe capace de far spetacoli a destra, sinistra, centro e adesso anche con i anarchici pur de apparir e de aumentar la propria celebrità.
    Temo anche che la partecipazion a questo film vegnerà strumentalmente utilizzada da cristicchi per avallar la sua immagine de “uomo di sinistra” (laddove inveze le sue frequentazioni triestine xe nella maggior parte dei casi decisamente orientade a destra, vedi codarin, delbello e varie organizzazioni dei esuli de stampo decisamente nazionaista e revanscista).

  2. El baziloto ha detto:

    No tutti gli intellettuali chiesero la grazia, invero.

  3. maja ha detto:

    colleghi commentatori, utenti e lettori, gente avida di conoscenza,
    ho un annuncio clamoroso da fare!
    è mio onore comunicarvi che il nostro unico idolo, l’inarrivabile, l’incomparabile, l’insostituibile lojze (aka el baziloto aka io vorrei aka luigi venezian) è assurto agli onori della cronaca.
    e chi altri avrebbe potuto tributare il giusto riconoscimento all’indiscusso maître à penser de noaltri se non i suoi adorati wuminghi?

    cliccare per credere:
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=17162#more-17162

  4. maja ha detto:

    (sono orgogliosa di te, lojzko, finalmente ce l’hai fatta.)

  5. sfsn ha detto:

    ???? go leto el toco su wuming, ma nol xe cità de nissuna parte!

  6. ikom ha detto:

    Non trovola citazione, se ci fosse un risultato non da poco…….. miao

  7. sfsn ha detto:

    go zercà anche come Luigi Vianelli, ma nol xe gnanche col suo nome

  8. John Remada ha detto:

    Quì ci vuole S.Holmes….o il gruppo TNT!

  9. John Remada ha detto:

    Difatti è difficile che apro link del “Nemico”….ma trattandosi del leggendario gigi insulto.ho guadato anchio,ma nulla.Bisogna però ricordare che la majuccia,quando ha chiesto il mio bannamento,nel conto ha messo anche una mia presunta minaccia a gigi il grande,quindi deduco che nella lista nera sono io il peggiore,ma per me è un complimento! Grazie Maja!

  10. maja ha detto:

    su wikipedia el scrivi con un altro nick.
    leggè la parte finale sulla “presbiopia” e verzè i link. vedarè che el xe riconoscibilissimo: stessi argomenti, stesso stile, stessi modi de qua. preciso.

  11. John Remada ha detto:

    Meglio cercare altro….certi figuri nel buio devono restare.

  12. maja ha detto:

    tutto tace.
    chi l’avrebbe mai detto.

  13. Marco Caco ha detto:

    Maja, vuoi dire che Presbite e Imbeziloto sono lo stesso tafano?

  14. maja ha detto:

    mah, io qualche sospetto ce l’ho. anzi, ne sono praticamente certa.

    lojze scrive qua da tanti anni e nel tempo ho imparato a riconoscere alcuni suoi tic. a parte gli argomenti, che sono sempre gli stessi sia qua che in wikipedia, a parte il fatto che lui stesso ha più volte affermato di scrivere in wikipedia, a parte gli insulti che si sprecano da entrambe le parti, c’è una cosa in particolare che mi ha convinta: certe sue espressioni linguistiche che ormai sono quasi una cifra stilistica. mi fermo qua per non annoiare troppo, ma se ti interessa, ti spiego volentieri quali sono.

  15. Marco Caco ha detto:

    Mi interessa, spiega, per favore.

  16. maja ha detto:

    prova a cercare solo in bora.la queste espressioni:

    – tornando a bomba (e relative varianti)
    – contraltare
    – rappresentazione plastica, plasticamente (e varianti)
    – per li rami

    poi prova a cercarle in una qualsiasi discussione wikipediana in cui presbite si è particolarmente e verbosamente distinto.

    fammi sapere, se ti va.

  17. maja ha detto:

    che fai, lojze?
    confermi, smentisci, continui a tacere?

  18. Marco Caco ha detto:

    Se Presbite è El Baziloto aka Lojze, be’, in questo momento su Giap sta facendo una figura agghiacciante:
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=17162&cpage=1#comment-24466

  19. Diego Manna ha detto:

    ma qua l’argomento no iera un film? 😀

  20. John Remada ha detto:

    @19 Magari quando le lotte interne avranno un perdente o bannato,si seguiranno gli argomenti proposti….in ogni caso hai fatto bene a ricordarlo.

  21. John Remada ha detto:

    Quanto al presbite,credo sia lui di sicuro,ma non è solo! Si è portato un luogotenente,se cercate bene….

  22. Marco Caco ha detto:

    Al 100% Presbite = Baziloto = Lojze = Luigi Venezian.

  23. Marco Caco ha detto:

    Mai, e dico mai, mai visto nessuno fare una figura di merda come quella del Baziloto su Giap!
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=17162&cpage=1#comment-24518

  24. maja ha detto:

    dopo questo link, non ho più alcun dubbio. un lojze così incazzato non l’ho mai visto, robe che gli fanno partire l’embolo. che dire? bravi. 😛

  25. John Remada ha detto:

    Rimando il sig.gigino agli insulti introdduttivi verso la mia persona….li arranggiamo e ne facciamo una versione ad gigino personam….e allora gigino,sei svanito nel nulla?

  26. Guido Ruzzier ha detto:

    Si può avere il dvd senza cristicchi?

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