Lubiana in bici, giorno 13/1/14
Quando in una fredda mattina di gennaio alzi le tapparelle alle 7 di mattina, il paesaggi che ti trovi davanti non è molto invitante: buio buio e buio o al massimo una finestra illuminata nella casa di fronte. Con il morale quindi non proprio alle stelle mi sono messo a fare colazione e finito di preparare le borse, visto che alle otto avevamo appuntamento sotto casa di mia sorella Francesca per la partenza.
Morale: alle 8.10 Francesca si presenta sotto casa, avendo io già accumulato ritardo!
Foto di rito in cortile assieme anche a Luca, membro ormai storico di queste spedizioni ciclabili. E alle 8.30 finalmente partenzam Direzione Lubiana, capitale della Repubblica di Slovenia.
I primi km di riscaldamento sono stati subito in salita visto che abbiamo raggiunto Doberdò del Lago e da lì il confine italo-sloveno di Iamiano e poi su e giù per le strade slovene, piacevolmente sgombere dal traffico ma abbondanti di sali-scendi continui. Abbiamo lasciato indietro la nebbiolina insistente ed umida che ci aveva accompagnato sulle strade italiane, ma una nebbia più tenace e consistente ci ha accompagnato per tutto il viaggio avvolgendo le alture carsiche che ci circondavano e creando un’ atmosfera veramente suggestiva.
Dopo Brestovica, primo paesino incrociato in terra slovena, ne abbiamo passato molti altri, immersi tra pascoli e vigneti con ancora gli storici in legno.
La prima tappa tecnica è stata a Komen, per un meritato cappuccino rigenerante. La nostra meta successiva è stata Staniel (san Daniele del Carso), pittoresco paesino fortificato che conserva ancora molte vecchie case in pietra, esempi di tradizionale architettura carsica, ed il parco disegnato dall’ architetto Ferrari.
Proseguiti alla ricerca di una vecchia gostilna (trattoria) sulla strada che ricordavamo da precedenti incursioni, siamo rimasti molto delusi di trovarla chiusa e sfitta. Non ci è rimasto altro che proseguire in direzione dei paesini successivi: Kazlje, dove non abbiamo trovato niente, neanche una pekarna (panetteria) per comprare un paio di burek e qualche dolcetto e di seguito neanche a Storje, dove sì c’erano due gostilne, ma erano entrambe chiuse per riposo! Non ci è rimasto quindi altro che continuare a pedalare con le pive nel sacco ed affrontare un falsopiano infinito, naturalmente in salita, che ci ha portato fino Senozece. Il paesino non offriva molto e quindi abbiamo proseguito, ma per fortuna i nostri stomaci brontolanti sono stati presto premiati. Qualche km fuori dal paese abbiamo trovato una gostilna aperta, dove abbiamo potuto sfamarci con un’ ottima zuppa di funghi, patate in tecia e dolcetto finale, brindando con le prime tre birre Lasko del viaggio! La trattoria probabilmente tappa fissa degli operai della vicina cava a Laze, conserva un ambiente un po’ anni 70-80, quasi da Jugonostalgia che però io ho trovato molto caldo e confortante!
A pancia piena abbiamo poi affrontato l’ ultima salita verso Razdrto, con poi una lsuper discesa che ci ha fatto arrivare fino oltre il paese, lungo la strada per Postojna (Postumia).La cittadina è famosa per le sue grotte , anto che il vecchio nucleo del paese è stato, almeno secondo me stravolto da tutti quei nuovi alberghi, ristoranti e centri commerciali sorti attorno. Arrivati in centro città ci siamo fermati all’ ufficio informazioni per prenotare una stanza da qualche affittacamere in centro. La signorina dietro al banco era molto gentile e, in italiano praticamente perfetto (rispetto ai nostri livelli di inglese e sloveno) ci ha trovato fuori una camera presso la casa di una signora a 500 metri da lì.
Trovava la casa e fatto conoscenza con la nostra anfitrione, ci siamo concessi subito una bella doccia calda e ristoratrice, prima di uscire per una passeggiata in centro città e rilassarci in bar con un’ altra Lasko da mezzo litro (quando sono andato alla cassa a pagare sono rimasto stupefatto: 3 birre da mezzo 5.10 in totale! Adoro la Slovenia!). Visto che ormai erano le 19 ed i nostri stomaci cominciavano di nuovo a brontolare ci siamo fermati a cena nella gostilna di fronte al bar dove ci siamo divisi una bella lubianska (una specie di cordon bleau), una pleskavica (tipo mega hamburger fatto con la carne speziata usata per i cevapcici) e gli hustipci , delle polpettine di carne speziata ripiene di formaggio e lievemente piccanti, che io non avevo mai assaggiato, il tutto annaffiato naturalmente da altre tre Lasko da mezzo! Per finire palacinke (crepes) alle noci, al cioccolato, baklava ( dolce tipico dei paesi arabi ma che si trova anche in tutti i paesi slavi, fatto con pasta filo, sciroppo di zucchero, miele e fritta secca, buonissimo!!!) e tre pelinkovec (amaro all’assenzio) per digerire il tutto.
Complici i 77 km di pedalata e gli stomaci pienotti, siamo tornati subito in camera… e per le ore 21 eravamo già a letto!!!
Lubiana in bici, giorno 14/1/14
Stamattina la sveglia ha suonato crudelmente alle 6.30. La nostra speranza era quella di fare colazione e partire presto per evitare almeno un po’ la pioggia prevista in giornata. La colazione è stata all’ altezza delle nostre aspettative. Uova alla coque, panini integrali con gli affettati, panini alla nutella, brioches, succo d’ arancia e caffelatte; il tutto gustato in compagnia dei due splendidi gatti della nostra padrona di casa. Il meteo invece ci ha un po’ deluso: al momento della partenza è cominciato a piovere e siamo stati costretti fin da subito ad indossare i vestiti anti pioggia: copriscarpe, copripantaloni, k-way e copricasco…più che cicloturisti sembravamo pronti per una spedizione al polo!!! La partenza ( subito in salita è stata subito bloccata per una tappa tecnica in panetteria per procurarci il pranzo di oggi: hot dog e strucolazzi ai frutti vari appena sfornati!
La salita verso Planina si è rivelata un po’ più lunga dei due km descritti dalla signorina del centro informazioni ieri pomeriggio (alla fine erano 6!), a cui sono seguiti poi un paio di velocissimi tornanti per arrivare al paese, che abbiamo attraversato velocemente vista la pioggia che non ci dava tregua. La meta successiva era Logatec, ma Luca non volendo seguire la strada principale ci ha fatto deviare per una stradina secondaria che passava per Laze ed attraversava una bellissima foresta di abeti e faggi. Neanche la pioggia battente è riuscita a toglierci il fascino di quei splendidi panorami!!! Giunti a Logatec ci siamo fermati nel bellissimo bar “Pipa”, che credo in sloveno voglia dire rubinetto, visto che il disegno nell’ insegna ne illustrava uno…Entrati in bar ci siamo subito appropriati dei vari caloriferi e abbiamo messo brutalmente a stendere i nostri umidi averi…la ragazza al banco per fortuna non ha a avuto niente da ridire..anzi..ci ha aperto apposta i termosifoni, visto che prima erano spenti!!! Aspettando di riscaldarci ed asciugarci un po’ anche noi ci siamo seduti e , dopo un’ oretta di meritato relax , due thè caldi ed una cioccolata calda a testa abbiamo deciso di rimontare in sella per proseguire la nostra avventura. Dopo altri innumerevoli saliscendi e secchiate di pioggia siamo approdati a Vrhnika, cittadina dal centro storico probabilmente interessante, ma che noi non abbiamo potuto apprezzare presi com’ eravamo dal pedalare il più velocemente possibile verso Lubiana. Gli ultimi 20 km verso la capitale sono stati probabilmente i più duri del viaggio: nonostante pedalassimo ormai in pianura la continua pioggia battente, la temperatura minore rispetto a ieri ed il traffico ormai sostenuto ci hanno stressato parecchio…non vedevamo l’ ora di arrivare in Piazza Preseren per l’ immancabile foto di rito ed una bella zuppa ai funghi in qualche trattoria del centro!
Appena arrivati in città, bagnati ormai fino alle mutande e molto infreddoliti siamo andati subito in cerca della stazione per comprare i biglietti del treno per il ritorno che dovevamo fare in serata…ma quando abbiamo saputo che il primo treno utile sarebbe stato da lì a 15 minuti…non abbiamo resistito! Foto e zuppa ai funghi sono finite nel dimenticatoio alla prospettiva di una bella doccia calda a casa in tempi brevi!
Alle 12.50 abbiamo preso il treno per Jesenice e lì abbiamo cambiato poi per Nova Gorica. In treno finalmente abbiamo potuto cambiarci e tentar di far asciugare di nuovo l’ abbigliamento antipioggia. Durante la sosta a Jesenice io ho razziato un alimentari Merkator e son tornato dai mie compagni di sventura con le più deliziose schifezze che ho trovato: le mitiche schoko-banana e delle favolose patatine a forma di orsetti…che però gli altri non hanno apprezzato come si deve!!! La tratta Jesenice –Nova Gorica ad un certo punto (da Most na Soci in poi) corre parallela al fiume Soca (Isonzo) regalando ai viaggiatori panorami veramente affascinanti: paesini di 4 case con tetti spioventi e chiesetta austrungarica abbarbicati su pascoli verdeggianti e quasi a ridosso dello strapiombo sul fiume; o l’ acqua del Soca, di un colore smeraldino che corre fra rocce e massi modellandoli in forme fantastiche! Pian piano dal ambiente sub- alpino si passa all’ ambiente carsico diminuiscono i pascoli, i faggi e gli abeti lasciano spazio ai pini ed alle rocce e Nova Gorica pian piano appare all’ orizzonte. Il nostro viaggio in treno è finito lì: dopo aver scaricato borse e bici non ci è rimasto altro che montare per l’ ultima volta in sella e pedalare gli ultimi 30 km per arrivare a casa in Bisiacaria… tentando di non farci prendere sotto dagli automobilisti italiani… molto più spericolati di quelli sloveni a cui ormai ci eravamo piacevolmente abituati in questi duri ma splendidi due giorni!!
la strada da logatec a lubiana xe stu-pen-da. fatta sia per andar a budapest che a cracovia, per fortuna col sol, una meraviglia 😉
complimenti muli !!
Nooo, da Monfalcone dovevate passare per Podkraj e la selva di Piro, la strada è più impegnativa ma da Comeno (Komen) fino a Logatec non s’incontrano praticamente auto, eccetto ad Aidussina. In più al passo presso il vecchio limes romano la locanda offre spesso e volentieri carne d’orso, se qualcuno volesse provarla…