ndr. Pubblichiamo l’incipit di un’altra testimonianza su Francesco Macedonio, tratta dal blog Piazza Traunik. Ne aveva già scritto Paolo Stanese qui
Andar per cinema a Gorizia: ricordo di Macedonio
L’ artista e amico
di Nereo Battello
Ricordare Macedonio mi riporta agli anni 1945, all’immediato dopoguerra a Gorizia, alla sua abitazione in Piazzutta, ai film visti e discussi allora (si rammenti che a Gorizia sotto l’occupazione tedesca i cinema proiettavano – oltre alla produzione italiana: “Ossessione” di Visconti, per esempio, lo vedemmo al cinema Verdi – i film tedeschi, anche sottotitolati, e quelli francesi di Vichy. Finita la guerra, sopravvenuto il Governo militare alleato, vedemmo al cinema la produzione americana e i film neorealisti di Rossellini, De Sica, De Santis, Lattuada, Vergano soprattutto). Ci scambiavamo i (pochi) libri che riuscivamo ad acquistare: ricordo l’antologia di Gerardo Guerrrieri “Palcoscenico di Broadway” edizioni OET – Roma 1945. Macedonio lo utilizzò per le prime regie del “Piccolo” e ciò “Hello di fuori” di Saroyan e “In attesa di Lefty” di Clifford Odets. Ricordo anche, mai però messa in scena, “La puteine respectueuse” di Sartre acquistato da Paternolli nel 1947 ed altri testi teatrali nonché, dal 1948 in poi, la rivista “Cinema” nella sua nuova serie, i costosi volumi di “Bianco e Nero” e più avanti la rivista “Sipario”.
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