A seguito delle numerose richieste e sollecitazioni pervenute da vari centri regionali e nazionali in sede associativa, l’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste ha deciso di riproporre la mostra sull’emigrazione giuliana in Australia allestita in occasione del 60° anno di ricorrenza.
L’esposizione, comprendente una trentina di pannelli di grande impatto visivo ed emotivo, si tiene a partire da oggi 1 aprile fino al 9 aprile nella sala comunale di Piazza Unità.
Oraio di visita: giorni infrasettimanali 10 -13 e 15 -19; sabato e domenica 10 -19 continuato.
60° dell’emigrazione giuliana in Australia – Nota del prof. Raoul Pupo
15 marzo 1954
La motonave Castel Verde parte da Trieste per il suo primo viaggio verso l’Australia. A bordo, centinaia di emigranti giuliani. Molti altri seguiranno e al Castel Verde si affiancheranno, con partenze settimanali, la Fairsea, la Flaminia ed anche la vecchia Toscana. Alla fine, nel 1958, avranno trasportato dall’altra parte del mondo almeno 16 mila persone che negli anni successivi, se pur con ritmi più lenti, sarebbero salite ad oltre 20 mila. A terra, a guardar le partenze, un brulichio di folla, attonita e dolente. Alcuni dei partenti ostentano sicurezza, altri non trattengono le lacrime.
Ma perché partono? Trieste in fondo è ancora amministrata da un Governo Militare Alleato, l’impatto con la “normalizzazione” economica e la burocrazia italiana non è ancora avvenuto, la gran massa dei profughi dalla zona B dell’Istria non è ancora arrivata, la disoccupazione è presente, ma non gravissima, tanto che si importano lavoratori specializzati dall’Italia: eppure qualcosa si è già rotto. Trieste ha vissuto anni di passione politica e di lacerazioni profonde. La maggioranza della popolazione ha palpitato e si è battuta per l’Italia, ma molti altri no.
Dopo la crisi sanguinosa dell’autunno 1953 ormai è chiaro che il TLT non vedrà mai la luce e che la sua spartizione fra Italia e Jugoslavia appare imminente. E di chi ha collaborato con gli anglo-americani, magari anche nelle loro forze di polizia, che ne sarà? Il governo italiano invia discrete rassicurazioni, ma resta il fatto che un’intera amministrazione pubblica, con migliaia di dipendenti, verrà sciolta, e l’assorbimento del personale non sarà facile. E poi, allontanatesi le truppe inglesi e americane, con loro si esaurirà anche il flusso finanziario che aveva alimentato innumerevoli attività economiche, soprattutto nel terziario.
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