27 Marzo 2014

Scampoli di storia: la Deutsche Adria-Zeitung: il giornale nazista dell’ “Adriatisches Kűstenland”

el sunto Breve cronistoria del “Deutsche Adria-Zeitung”, quotidiano di lingua tedesca per il Litorale Adriatico che aveva la sua redazione a Trieste.

In una delle fotografie è riprodotta una vignetta apparsa sul primo numero della “Deutsche Adria-Zeitung” (che tradotto significa “Il giornale tedesco del Litorale Adriatico”) in cui il martello nazista spezza l’ incudine comunista.

foto3-dicembre1940

La vignetta riprendeva, in chiave antisovietica, una serie di immagini pubblicate in Germania nel dicembre 1940.

La pubblicazione di vignette e caricature era una consuetudine dei quotidiani e dei periodici nazionalsocialisti, in quanto fungeva da supporto propagandistico alla comunicazione politica. I modelli di rappresentazione del nemico erano fortemente stereotipati ed erano definiti dai dettami ideologici del Reich. In tutta la propaganda tedesca e nelle stesse pagine della “Deutsche Adria Zeitung” il popolo russo era uno degli obiettivi preferiti: era assimilato ad una “macchina priva di volontà”, un’ immensa accozzaglia di uomini disperati, privi di energia e di slancio, totalmente assoggettati alle imposizioni del loro padrone supremo, Stalin. A conferma della loro concezione del popolo russo e del suo governo i nazisti richiamavano la tradizione politica della Grecia classica: “già gli antichi Greci – spiegava ad esempio la “Deutsche Adria Zeitung” – avevano dato una definizione di Europa che escludeva gli spazi delle grandi masse, la steppa dei senza volto, le terre dei barbari. Ogni europeo, così pensavano, ha in sè sangue divino, ovvero la pulsione all’ individualità, alla personalità, all’ attività produttiva ed al legittimo dominio del mondo”. Caratteristiche, queste, che l’ esperienza diretta dei tedeschi negava potessero appartenere ai cittadini sovietici.

Un reporter delle Waffen-SS, in un articolo pubblicato dal giornale tedesco di Trieste, raccontava il suo incontro con un civile russo descrivendo un uomo abbattuto e distrutto: “[….Quest’uomo] – concludeva il brano – è solo uno degli innumerevoli che il soldato tedesco incontra durante la sua marcia per la Russia. Uno dei molti milioni che il sistema bolscevico ha sfatto. Un uomo che ha visto spegnersi tutta la sua forza vitale, che ha perduto ogni speranza in un futuro sensato”. “Scopo del bolscevismo – insisteva un altro articolo – è creare proletari, cioè uomini senza necessità e privi, non da ultimo, di un volto umano. Il bolscevismo ha sradicato dal popolo dell’ URSS tutti i legami e le relazioni. Ha spazzato via e cancellato ogni forza interiore, ha atomizzato gli uomini e quindi li ha trasformati in granelli di sabbia”.

Deutsche Adria Zeitung pagina
Il 14 gennaio 1944 usciva il primo numero della “Deutsche Adria-Zeitung”, quotidiano di lingua tedesca per il Litorale Adriatico che aveva la sua redazione a Trieste. Il giornale fu inizialmente di quattro pagine (con l’ eccezione delle edizioni della domenica e del lunedì, quando usciva a sei pagine); poi dal gennaio 1945 scese a sole due pagine causa la generale carenza di carta. Il giornale si proponeva di raggiungere contemporaneamente il personale civile e militare presente nella regione ed il pubblico locale conoscitore della lingua tedesca. Senza mezzi termini, dal primo numero la “Deutsche Adria-Zeitung” illustrava ai lettori, con l’ articolo di presentazione, il compito politico che il quotidiano era chiamato ad assolvere, non essendo “la stampa mai fine a se stessa”.

L’ impegno infatti che la “Deutsche Adria-Zeitung” si prendeva nei confronti dei propri lettori era “insito nei compiti fondamentali della stampa”, ovvero il dover esercitare la stampa “una funzione moderatrice tra il governo ed il popolo”. Il giornale giustificava la presenza nazista nella regione con motivazioni di carattere storico, quando si rivolgeva ai lettori tedeschi, mentre la attribuiva a necessità belliche di difesa quando si indirizzava ai residenti dell’ “Adriatisches Küstenland . La sistemazione del “Litorale Adriatico” nel cosiddetto “Nuovo Ordine Europeo” assumeva infatti una notevole importanza oltre che nella politica d’ occupazione anche nella propaganda tedesca, che, soprattutto attraverso la “Deutsche Adria-Zeitung” sviluppava il tema della restaurazione del “cosmopolitismo austro-ungarico”, avendo facile presa su ampia parte della popolazione triestina.

Deutsche Adria manifesto (1)

Trieste, grazie alla sua posizione geografica che agli occhi degli occupatori nazisti la rendeva il porto principale delle province meridionali del Reich, veniva presentata dal quotidiano come “una finestra dell’ Europa sul Mediterraneo”. Trieste avrebbe dunque potuto ritrovare nella “nuova Europa” nazista la prosperità economica di cui aveva goduto durante l’ amministrazione austro-ungarica che ne aveva fatto la “regina dell’ Adriatico”. Il compito della stampa tedesca era quindi quello di suscitare nella popolazione una sorta di nostalgia per l’ Austria e di esaltare la missione di Trieste e del “Litorale Adriatico” nel quadro dell’ Europa dominata dal Grande Reich tedesco. In questa ottica il giornale nazista riservava alla Venezia Giulia ed a Trieste il ruolo che avevano svolto in seno all’ Impero Austro-Ungarico, riallacciandosi alle tematiche dei giornali asburgici triestini (come il “Triester Tagblatt”) di quel periodo, che vedevano nei legami di Trieste con l’ Europa centrale la soluzione del futuro economico della città. Gli interessi economici di Trieste sarebbero stati infatti sostanzialmente incompatibili con quelli italiani, secondo i redattori della “Deutsche Adria-Zeitung”. L’ ultimo numero della “Deutsche Adria Zeitung” uscì a Trieste tre giorni dopo la fine della Repubblica Sociale Italiana, il 28 aprile 1945, tre giorni prima dell’ ingresso delle truppe jugoslave in città il 1 maggio 1945.

A chi fosse interessato ad approfondire questo tema suggerisco – se lo trovate ancora – il libro di Carlo Ventura “La Stampa a Trieste 1943–1945”, Del Bianco Editore, 1958.

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79 commenti a Scampoli di storia: la Deutsche Adria-Zeitung: il giornale nazista dell’ “Adriatisches Kűstenland”

  1. aldo ha detto:

    Un filone che riemerge pericolosamente oggi nei commenti razzisti e xenofobi di certi simpatizzanti indipendentisti e/o nostalgici.

  2. sfsn ha detto:

    El Deutsche-Adria Zeitung se poneva come l’erede del Adria Zeitung, le cui pubblicazioni iera stade interrotte nel novembre del 1918. La comunità tedesca del Kustenland gaveva visto nel giro de poco più de un mese sospese tutte le proprie attività vitali: le autorità militari italiane gaveva proibì le attività culturali, ricreative e sociali delle organizzazioni de lingua tedesca a Trieste e nel Litoral, le attività scolastiche iera stade sospese, le scole stesse chiuse e le loro sedi utilizzade come caserme dall’esercito italian, el Schillerverein (uno dei circoli culturali più prestigiosi e antichi del panorama musical triestin), utilizzà anche quel come caserma. Nel giro de pochi mesi i tedeschi de trieste gaveva dovù scampar o italianizzarse. La comunità tedesca triestina che contava secondo el censimento del 1910 12.000 persone, nel 1936 iera ridotta a 1.200 persone. la gente veniva messa sui treni per Vienna e Graz anche solo per dele spiade de vicini de casa che li sentiva parlar tedesco.
    Con questo no giustifico assolutamente la propaganda che veniva fata nel Deutsche Adria Zeitung, ma me par che quel giornaleto no iera niente de diverso de quel che iera el secolo d’italia o anche el nostro beneamato picolo che in quei anni (e per mooooolti decenni successivi) xe sta el megafono del fascismo triestin.

  3. sfsn ha detto:

    ops,
    el Popolo d’italia (el secolo d’italia xe venù dopo, anche se iera la stessa roba)

  4. ikom ha detto:

    Comunità tedesca che era stata volutamente “rimpinguata” da decenni di governo dell’impero degli asburgo. sfsn

  5. hobo ha detto:

    a casa ho alcuni numeri del deutsche-adria zeitung, marzo-aprile 1945. particolare interessante: alcune pagine sono trilingui (tedesco/italiano/sloveno).

    come dire: non basta scrivere in tre lingue per essere antirazzisti. bisogna vedere *cosa* si scrive in tre lingue, e soprattutto *cosa si fa* mentre si scrive in tre lingue. nel caso specifico, a trieste tra il ’43 e il ’45, in tre lingue si torturavano e si ammazzavano ebrei, zingari e partigiani antinazifascisti che parlavano in tre – e anche in piu’ di tre – lingue.

  6. El Baziloto ha detto:

    El Picolo qual? Quel che xe sta attacca’ e requisi’ nel 1915? Quando quasi la meta’ dei triestini era espulsa, scampada, in guera o sconta? Ah, che bei tempi, siora Nina!!!

  7. Pier Alberto Possati ha detto:

    Giornale contro gli interessi nazionali dell’Italia ; la stessa R.S.I. fece di tutto prchè venisse boicottato . Vendeva poche migliaia di copie . Cercava solo di favorire in un ipotetico ripristino del Reich una riannessione di Trieste e di alcune zone orientali alla Austria . Che cosa serve ora ripristinarne il ricordo ? Solo a livello storico , pen sapendo dividere anche in questo caso gli avvenimenti legati alle truppe naziste con le truppe regolari della R.S.I. ( che non avevano nulla da spartire con la G.N.R. ) che si sacrificarono fino all’ultimo per difendere i confini orientali dall’invasione dei partigiani slavo-comunisti , fino a quando sopraffatti furono trucidati . Dell’8° btg
    ” Mameli ” bersaglieri di Verona ,ad esempio , ne tornarono a casa solo 12 su oltre 400 .

  8. Gianni Bua ha detto:

    @7
    Vedo,con scarso piacere, che PNP ha sul cuore rosso la canotta nera.
    La X Mas, ragazzi coraggiosi…detto purtroppo da Violante…facevano parte
    delle truppe regolari della RSI ?? Quanti ne hanno ammazzati ??? Quanti partrigiani
    hanno ammazzato/torturato/stuprato ?? La Mameli erano tutti figli di Maria/figli di Gesù ??

    Angosciato, Gb

  9. MARCANTONIO ha detto:

    non diciamo cavolate nella Decima era assolutamente proibito parlare di politica, la Decima rispondeva solo quando venivano trucidati i suoi, non erano coraggiosi? mi sembra che di legnate ai titini gliene hanno date e tante pur essendo 10 volte in meno, concludo dicendo che la Decima non ha esitato a puntare le armi contro i tedeschi a Gorizia, quando questi volevano rastrellare a tutto spiano.
    P.s. guarda caso poi la Decima e’ uno dei rari corpi italiani(l’altro e’ la Folgore) che ha avuto l’onore delle armi dagli alleati

  10. MARCANTONIO ha detto:

    @Gianni a proposito di eccidi leggiti qualche libro di Pansa e non credo che venga dalle file del PNF o del MSI

  11. Gianni Bua ha detto:

    @ Marcantonio

    Leggere Pansa è, ça va sans dire, un ossimoro !!!

  12. MARCANTONIO ha detto:

    Uno che viene dal PCI crea un’antitesi?

  13. capitano ha detto:

    Ancora questi mistici della difesa del Sacro Suolo nordorientale regalato ad un occupatore?
    Get a life you suckers!

  14. kshatriya ha detto:

    quoto il secondo commento, quello di @sfsn.
    quel giornale è stato il tentativo di far rivivere la tradizione triestina del cosmopolistismo imperiale asburgico, perseguitato e ripulito etnicamente dopo la sconfitta militare contro i nazionalismi borghesi euro-americani, che a trieste si attualizzavano nell’irredentismo liberale e garibaldino che, dopo la parentesi nazionalfascista, è tornato in altre forme con i nomi di ‘giustizia e libertà’ e ‘brigate garibaldi’ e che tutt’ora opprime la città sotto il tallone delle proprie massonerie mafiose che controllano i poteri locali dello stato e li usano per spogliare la nostra città a vantaggio dei propri affari.
    il cosmopolitismo del popolo triestino, in quanto parte del cosmopolitismo imperiale asburgico, manifestazione secolare dell’ideale imperiale perenne, non solo è differente, ma è diametralmente opposto al cosmopolitismo dei mercanti, il cosiddetto mondialismo o globalismo, del quale è oggi espressione l’europa dei banchieri, vassalla degli interessi delle multinazionali yankee contro il sovrano popolo russo e il risveglio degli altri popoli europei per ripristinare la propria sovranità.
    il ritorno di un giornale cosmopolita nelle tre principali lingue – italiano, sloveno e tedesco – della tradizione storica del litorale adriatico, sarebbe oggi molto utile nella battaglia del popolo triestino per liberarsi dall’occupatore nazionalista al servizio dell’europa dei banchieri al fine di ripristinare la propria legittima sovranità nell’ambito di un nuovo ordine europeo, fondato sui popoli, che faccia rivivere l’ideale cosmopolita imperiale asburgico.

  15. hobo ha detto:

    @aldo#1

    https://bora.la/2010/05/03/veciatrieste-1-primo-maggio-o-venticinque-aprile/#comment-178463

    immagino che non ti stupirai se ti dico che il tipo, dopo esere transitato per l’associazione “destra per l’italia – patria e tradizione” ora sventola – idealmente – straze con l’alabarda.

  16. hobo ha detto:

    marcantonio, pap e gli altri nostalgici della R.S.I. gli fanno buona compagnia sventolando straze tricolori. a beautiful friendship.

  17. kshatrya ha detto:

    grande video della schwarz gelbe allianz
    https://www.youtube.com/watch?v=MM9Z1En078c

  18. Pier Alberto Possati ha detto:

    Libro – Forze Armate della R.S.I. sul Confine Orientale
    Settembre 1943 – Maggio 1945
    di Carlo Cucut
    Marvia Edizioni
    Elenco completo di tutti i reparti presenti , Arma per Arma , e relativa dislocazione .
    Elenco morti e trucidati .
    L’opera più completa e precisa degli avvenimenti .

  19. ikom ha detto:

    @9 Bua era una guerra e sinceramente non vedo l’utilità oggi di fare classifiche sui morti e sulle vittime delle due parti.
    @15 nulla di più lontano dalla realtà delle cose

  20. Pier Alberto Possati ha detto:

    Chi ha nel cuore il Tricolore , che non è uno straccio ( sembra Bossi ) , si può leggere :
    Libro – Trieste a destra
    Dalle origini del Msi , al Msi – Destra Nazionale , ad A.N. , il ritorno di Fratelli d’Italia-A.N.
    Una base del 20% che vota a destra .
    Autori : Pietro Comelli e Andrea Vezzà
    Editore : Il Murice – Trieste .

  21. hobo ha detto:

    (non lo so se kshatryia sia un fake, ma il tizio che ho linkato io sicuramente non lo e’, e dice piu’ o meno le stesse cose)

  22. ikom ha detto:

    hobo, pasa il tempo ma non perdi lo stile, “strazza tricolore” simbolo di rispetto delle altrui posizioni

  23. hobo ha detto:

    @23

    – times have changed.
    – times maybe, not me.

    (cit)

  24. ikom ha detto:

    bella…

  25. capitano ha detto:

    Possati ha ragione, tecnicamente non è una straza tricolore perchè quella della rsi aveva una merda a forma di uccello proprio nel mezzo.

  26. Gianni Bua ha detto:

    @ a Pap, libri 1 e 2….
    Che la mia Trieste sia una cità de bacoli, purtropo lo so da presto 70 ani. Ciononostante
    se poderia riesumar el DDT ( M E T A F O R I C O )
    Ps. Non sono mai stato iscritto al PCI (no xe un vanto,xe un dato de fato)

    Servus, Gb

  27. ikom ha detto:

    Bua non riesce a uscire dall’equazione italiano uguale fascista, non ci riesce proprio. Probabilmente è semplicemente ignoranza (nel senso di ignorare).

  28. Pier Alberto Possati ha detto:

    Almeno rispetto per i caduti che sono morti sotto quella bandiera . Appartenendo alla parte opposta , non ho mai denigrato i morti partigiani , ma vedo che l’odio e la faziosità di parte sono ancora vivi in alcuni di voi .
    Perchè votare a destra , da qualcuno non è mai stato accettato . Ricordo che Trieste ha sempre dato Deputati e Senatori di Destra , che talvolta hanno dato tanto per non far morire questa città .
    Quelli che ci sono adesso , di altro colore , non mi pare ….

  29. ikom ha detto:

    Comunque Hobo meglio straze tricolori che altre straze che mai hanno fatto nulla nella storia, che mai hanno unito cuori e pensieri e che spesso si sono (come quella tricolore) macchiate di sangue spesso usando come esca la finta uguaglianza dei popoli e la finta lotta al capitale o il finto amore tra popoli diversi per storia e cultura.

  30. ikom ha detto:

    hobo secondo me ksatra è, in realtà Tarzachana.

  31. hobo ha detto:

    ma sventola le straze che vuoi ikom, chi te lo impedisce.

    guarda, qua sventolano reggipetti:

    http://www.focus.it/Allegati/2011/4/reu_rtx6az1_web_351217.jpg

  32. hobo ha detto:

    @31 no capisso ikom, giuro.

  33. capitano ha detto:

    Possati stai dicendo che appartieni alla parte dei carnefici di Cefalonia?

  34. ikom ha detto:

    @32 quella è la bandieradi Love boat soto la qualemolti si sono sacrificati o si vorrebbero sacrificare di sicuro la più…. amata
    @33 Tarzachana era un altro nick sotto il quale la stessa persona esponeva le sue “idee” similari se non uguali a quelle.

  35. El baziloto ha detto:

    @ 15
    Allora: la passiamo, questa canna?!?

  36. Pier Alberto Possati ha detto:

    capitano – perchè dice menzogne ? A Cefalonia non era ancora stata formata la R.S.I. ed ad ammazzare dopo l’8 settembre i soldati della divisione ” Acqui ” furono i Tedeschi , che non ho mai sopportato , anche adesso .

  37. hobo ha detto:

    @37 ma come, non sopporti e tedeschi, e ti sbrodoli per l’8° btg ”Mameli” bersaglieri di Verona, inquadrato nel reggimento Manara, che combatteva coi tedeschi contro i partigiani e gli alleati….

  38. Pier Alberto Possati ha detto:

    Hobo – Combatteva da solo negli ultimi mesi perchè i tedeschi erano già scappati , come conigli , verso l’Austria , e gli Alleati erano in Friuli dall’altra parte e non volevano avanzare , per ordini superiori , verso Trieste . Quel btg , e si è visto con i morti ed i trucidati a Ternovo, era rimasto solo a contrastare i titini .

  39. John Remada ha detto:

    Non capisco il cap che cosa usa per non distrarsi….ci delucidi cap? Tanto per sconsigliarlo ai giovani,e a tutti in generale.

  40. hobo ha detto:

    @41 il 1 maggio 1945 i partigiani jugoslavi entrarono a trieste combattendo contro i tedeschi (battaglia di opčine dal 29 aprile al 3 maggio, in cui caddero 149 partigiani, 32 appartenenti al battaglione sovietico, 8 abitanti e 119 non identificati, e ben 780 tedeschi che tentavano di fermare l’avanzata partigiana). a gorizia invece i partigiani entrarono quasi senza combattere, mentre i gruppi di difesa operaia cacciavano a fucilate i cetnici collaborazionisti che coprivano la ritirata dei tedeschi. poi magari cerca alla voce avasinis. eccetera. spero che ti documenterai meglio per scrivere il tuo libro.

  41. Pier Alberto Possati ha detto:

    refuso – 30 Aprile 1945 si arresero ai Titini a Tolmino ( a Tarnova della Selva combatteva il btg. Fulmine ) e 12 Ufficiali e 90 Soldati furono trucidati sul greto dell’Isonzo e pochi altri a piedi andarono al campo di Boronvcina , dopo solo 12 rientrarono in condizioni pietose nel … 1947 .

  42. John Remada ha detto:

    Se intuisco il cap.ci dice il nulla…..ma questo di sapeva.

  43. John Remada ha detto:

    “Si sapeva.”

  44. Pier Alberto Possati ha detto:

    12 Giugno 1945 – i titini lasciano Trieste , lasciando una scia di morte , di saccheggi , di stupri , di violenze e di desolazione ( tratto da un libro di G. Benco ) . Perchè gli Italiani di lingua slovena fanno fatica ancora a ricordare quel periodo e si sorvola sui libri della scuola slovena ( interrogazione parlamentare ) e non partecipano alla commemorazione di ogni anno ?

  45. hobo ha detto:

    @48

    “italiani di lingua slovena”.

    ti sei risposto da solo

  46. Pier Alberto Possati ha detto:

    5 maggio 1945 – L’eccidio di via Imbriani a Trieste perchè gridavano W l’Italia e sventolavano la Bandiera Tricolore , che qualcuno definisce straccio e ci sputa sopra .
    Onore ai caduti civili di Trieste .

  47. Pier Alberto Possati ha detto:

    Sconcertantante : le negazioniste dell’occupazione titina ,dei suoi massacri e delle foibe , Claudia Cernigoi ed Alessandra Kersevan , risultano finanziate dall’Assessorato alla Cultura della Regione Fvg . Questo il riassunto urgente di una interrogazione del consigliere regionale Ziberna . Se risultasse vero , sarebbe scandaloso .

  48. Luigi ha detto:

    Articolo interessante, salvo una nota: quando Geri dice che per consuetudine la stampa nazista si serviva di vignette e caricature contro i nemici (i russi in particolare). Domanda: nella stampa britannica del tempo di guerra come venivano presentati i tedeschi e gli italiani? E in quella americana? E come venivano presentati gli americani in quella giapponese?

    Ma a parte questo, e quanto dice lo stesso articolo, non credo ci sia tanto da disquisire sulla natura del “Deutsche-Adria Zeitung”. Molto semplicemente fu un foglio di propaganda nazista, fatto uscire in una città che i tedeschi consideravano (specie dopo averla occupata nel ’43) lo sbocco del Reich sull’Adriatico.

    Chiaramente, in tutto questo poco o nulla c’entra il discorso di sfsn sulla storia dei Volksdeutsches nel Litorale prima e dopo la Grande Guerra. Una storia, questa, infatti analoga in tutto e per tutto a quella degli stessi germanofoni di altre zone dell’ex Impero A/U e che, per fare un debito paragone, è quasi del tutto assimilabile a quella dei regnicoli che nel 1939 stavano nelle province sull’allora confine orientale italiano, e che poi seguirono quasi del tutto in massa gli esuli. A meno che non si voglia fare il solito pippone razzista per cui un triestino del 1910 con avi di Villach era “buono” mentre uno del 1930 di Reggio Calabria no.

    E non manca il “rovescio” della medaglia: storie cioè di appartenenti alla comunità germanofona di queste zone che, anziché spostarsi dopo il 1919 verso lande che molti di essi consideravano più “proprie” (o più proficue per il proprio futuro), scelse di restare prendendo la cittadinanza italiana. Un esempio indicativo: Rudolf Klaudus che dal 1908 studiò all’accademia dell’I. R. Marina a Pola, dopo la guerra divenne uno dei più famosi pittori della Regia Marina Italiana (facendosi chiamare Rodolfo Claudus), riscuotendo un notevole successo anche all’estero.

  49. MARCANTONIO ha detto:

    PAP mi hai preceduto infatti a Tarnovo combatte’ il battaglione “Fulmine” della X MAS mi dispiace per Hobo ma c’era mio zio li’

  50. MARCANTONIO ha detto:

    Storia[modifica sorgente]

    Il battaglione Fulmine venne costituito nella primavera 1944 presso la caserma San Bartolomeo di La Spezia. Tale unità prese il suo nome dall’omonimo cacciatorpediniere della Regia Marina, e nelle intenzioni del suo fondatore, il tenente colonnello Luigi Carallo, avrebbe dovuto appartenere alla specialità dei bersaglieri, anche per la provenienza della maggior parte delle sue reclute iniziali. Sulla fiamma di combattimento di battaglione – infatti – il reparto aveva un elmetto con il piumetto tipico dei bersaglieri[1].

    Inizialmente formato da due compagnie, fu inquadrato nel 2º reggimento Fanteria di Marina della costituenda Divisione Decima, svolse l’attività di addestramento a Pietrasanta nell’aprile 1944. Il reparto fu quindi coinvolto nella guerra civile contro le formazioni partigiane italiane, dislocato prima di presidio a Orio Canavese, poi in un ciclo operativo in Valle d’Aosta[1].

    Il 29 luglio al reparto venne assegnata la sua terza compagnia, la Volontari di Francia, costituita da soldati di origine italiana o figli di emigrati provenienti dalla Francia[1][2].

    Ad agosto e settembre le tre compagnie del battaglione vennero spostate in Piemonte, dove riprese l’attività di controguerriglia in particolare lungo il confine con la Francia, dove – secondo alcuni[3] – subì defezioni e trasferimenti alla 29. Waffen-Grenadier-Division der SS che ridussero gli effettivi del battaglione. Dislocato prima a Moncalieri e quindi a Torino, il battaglione partecipò alle operazioni contro la Repubblica di Alba[4].

    Posto per breve tempo a presidio di Asti, il battaglione fu quindi spostato a Conegliano Veneto da metà novembre 1944, da dove partecipò al ciclo operativo contro la Repubblica della Carnia[5], e quindi fu immediatamente trasferito a Gorizia dove poté godere di un breve periodo di riposo[2].

    Un nido di mitragliatrici del Fulmine a Tarnova della Selva, gennaio 1945
    Coinvolto quindi nell’Operazione Adler (dicembre 1944-gennaio 1945), il battaglione (sebbene a ranghi ridotti[2]) venne quindi posto a presidio del borgo carsico di Tarnova della Selva, dove fu accerchiato da soverchianti forze partigiane. Assediato per due giorni dai partigiani jugoslavi, fu coinvolto in una serie di scontri passati alla storia come battaglia di Tarnova. Dopo due giorni di strenua difesa, i resti del battaglione furono soccorsi da colonne italotedesche provenienti da Gorizia e Sambasso, che – rompendo l’accerchiamento – riuscirono a mettere in salvo i superstiti del reparto.

    Durante gli scontri di Tarnova, il Fulmine subì la perdita di 142 effettivi (86 caduti e 56 feriti), pari al 66% su un organico di 214 uomini, al 19 gennaio 1945. Il comandante della Xª Flottiglia MAS (RSI) Junio Valerio Borghese lo citò all’ordine del giorno e ne insignì la fiamma di combattimento di Medaglia d’Argento al Valor Militare della RSI[6].

    Ridotto ad un terzo degli effettivi, il battaglione fu spostato a Conegliano dove si decise di non scioglierlo[2] e ricostituirlo con nuove reclute, quindi a Carrè e Chiuppano (nei pressi di Thiene) dove rimase sostanzialmente fino alla fine delle ostilità. Nei giorni della fine di aprile 1945 il reparto si scisse – la compagnia Volontari di Francia si staccò da esso – e dopo aver tentato una manovra di sganciamento verso Pian delle Fugazze, il suo comandante decise di attendere l’arrivo degli alleati per arrendersi[2].

    L’unità si arrese a Schio il 30 aprile 1945 all’88ª Divisione americana con l’onore delle armi[1][2].

  51. hobo ha detto:

    che bel curriculum di merda, ‘sto battaglione fulmine. contro la repubblica di alba, contro la repubblica della carnia, contro la zona libera nel trnovski gozd… sempre culo e camicia coi nazi, ovviamente, perche’ erano alleati. a trnovo sono stati circondati dai partizani e sono stati soccorsi dai tedeschi. e questo e quanto.

    bella la pagina wiki, scritta usando come fonte il sito italia-rsi.org.

    firefox mi dice:

    Segnalato sito malevolo

    Il sito web http://www.italia-rsi.org è stato segnalato come sito web malevolo ed è stato bloccato sulla base delle impostazioni di sicurezza correnti.
    Un sito web malevolo cerca di installare dei software in grado di sottrarre le informazioni personali degli utenti, sfruttare il computer per attaccare altre macchine o semplicemente danneggiare il sistema. Alcuni di questi siti distribuiscono intenzionalmente software dannoso, ma gran parte dei siti viene compromessa senza che il proprietario ne sia a conoscenza o ne sia responsabile.

  52. MARCANTONIO ha detto:

    Io l’ho copiata da wiki e non m’ha segnalato niente.
    Comunque ti ricordo che la Decima punto’ le armi contro i tedeschi

  53. hobo ha detto:

    @57 orco cio’, che vanzada!

  54. maja ha detto:

    “al reparto venne assegnata la sua terza compagnia , le tre compagnie del battaglione vennero spostate, il battaglione fu immediatamente trasferito, venne quindi posto a presidio, fu spostato a Conegliano dove si decise di non scioglierlo…”

    tutti questi verbi al passivo… come me li spieghi, marcantonio? chi è l’agente? chi assegnò la terza compagnia al reparto, chi spostò le tre compagnie, chi trasferì il battaglione, chi lo pose a presidio, chi lo spostò a Conegliano e chi decise di non scioglierlo? chi lo fece, si può sapere? lo spirito santo?

  55. Pier Alberto Possati ha detto:

    Marcantonio – non arrenderti alle prime avvisaglie di guerriglia partigiana ( intesa nel senso di faziosa ) di hobo e maja e di altri che ti verranno addosso . L’ho provata personalmente diverse volte . La storia e le vicende storiche viste dall’altra parte non si possono raccontare , se non si è forti , coraggiosi e preparati .

  56. MARCANTONIO ha detto:

    PAP anni fa ero abituato a Dimaco, non mi spavento, ci siamo scontrati spesso, ma devo dire sempre civilmente.
    La Decima per me e’ un punto d’onore visto che mio zio vi ha combattuto(per la cronaca 2 medaglie al valore) mi piacerebbe che alcuni lasciassero da parte il settarismo e ne leggessro la vera storia.

  57. El baziloto ha detto:

    Rispondo alle domande di maja @ 59.

    1. “Al reparto venne assegnata la terza compagnia”: dal comando generale della Decima. Quindi da Borghese e i suoi.
    2. “Le tre compagnie del battaglione vennero spostate”: stiamo parlando del periodo pre-spostamento ad oriente. Quindi è sempre Borghese ad agire, di conserva con i tedeschi e Graziani. Ma in generale dla Decima si muoveva abbastanza in maniera autonoma.
    3. “Il battaglione fu immediatamente trasferito”: stiamo parlando del trasferimento a Gorizia, allora dentro l’Adriatisches Kustenland. Qui a decidere fu Borghese in persona, ma il permesso di trasferimento arrivò dai tedeschi, che in quella zona avevano potere assoluto su tutte le disposizioni di carattere militare.
    4. “Venne quindi a presidio”: stiamo parlando dello spostamento a Tarnova. A decidere sono solo i tedeschi.
    5. “Fu spostato a Conegliano”: dopo la cosiddetta “battaglia di Tarnova” (in realtà uno scontro del tutto minore in un teatro che conobbe centinaia di episodi simili). Chi decise di spostare la Decima dall’Adriatisches Kustenland furono i tedeschi.
    6. “Si decise di non scioglierlo”: Borghese decise di non scioglierlo.

    Spero di aver soddisfatto la tua bramosia di conoscenza.

  58. maja ha detto:

    stavo parlando con il romano, lojze, ma va bene, capisco, stavi ripassando a voce alta gli appunti per il prossimo esame. in bocca al lupo e in culo alla balena!

  59. hobo ha detto:

    @60 no no pap, partigiana proprio nel senso di partigiana…

  60. abv ha detto:

    49
    Grande PaP.
    Bereš tudi slovenske učbenike?? purttroppo la squola italiana non va di certo meglio. ogni anno il ministero dell’istruzzione inserisce nel sito web i comuni di Postumia, Kaporetto ecc.
    riguardo il “revisionismo storico” delle due storiche slovene, guardati su youtube sotto ricerca “fascist legacy” tutto il documentario di History channel comprato dalla Rai e censurato riguardo la pacifica convivenza nelle terre occupate da parte della “italiani, brava gente”.

  61. capitano ha detto:

    Che dimensioni avevano le pagine del giornale? La carta era abbastanza morbida?

  62. El baziloto ha detto:

    Maggia: magari gli esami fossero su codeste cazzatine! Quella voce wikipediana la conosco per averci lottato su, al fine di trasformarla da una presuntissima ed inesistente “vittoria della Decima” (così appariva prima del mio intervento) in una “vittoria jugoslava”. Giacché come forse tu sai la cosiddetta “battaglia di Tarnova” viene chiamata dalla storiografia neofascista e dalla memorialistica reducistica addirittura col titolo di “Termopili della Decima”. Si racconta che grazie al “sacrificio della Decima” la città di Gorizia fu “salva”, cercando di far credere che l’obiettivo dei partigiani fosse quello di planare direttamente dalla Selva di Tarnova in città. Notevole menzogna, visto che si sa perfettamente che l’obiettivo era invece – molto più semplicemente – quello di eliminare l’avamposto piazzato a Tarnova della Selva per avere libertà di azione. Cosa che ai partigiani riuscì perfettamente. Doppiamente menzogna, giacché poi gli jugoslavi a Gorizia entrarono lo stesso pochi mesi dopo, iniziando quel periodo di amministrazione militare che durò fino all’accordo fra Tito e gli Alleati del 9 giugno 1945.

    Quindi io personalmente mi domando a che titolo i reduci e i simpatizzanti della Decima vengano ogni anno a Gorizia a celebrare questa sconfitta chiamandola però “vittoria”. Anzi: mi spiego perfettamente perché lo fanno: per perpetuare una leggenda costruita a tavolino già nell’immediatezza della cosiddetta “battaglia”.

  63. Pier Alberto Possati ha detto:

    Mi permetto di precisare . Sono andato a vedere una loro commemorazione precedente su un loro mensile, ma non si parla nè di vittoria , nè di battaglia , ma semplicemente di ” Onore ai Caduti ” sia quelli di Tarnova , sia successivamente di quei 50 bersaglieri reduci da Tarnova feriti e trasportati all’ospedale militare di Gorizia , che furono presi e trucidati dai titini appena entrati in città .
    Credo che ciò possa essere lecito , da parte dei commilitoni .

  64. El baziloto ha detto:

    Personalmente non sono mai andato ad un incontro cui partecipassero reduci della Decima. Né credo mai ci andrò.

    Riguardo a come i neofascisti e i reduci della Decima considerino la cosiddetta “battaglia di Tarnova”, basta una googolata.

    Chi t’ha raccontato che nell’ospedale di Gorizia c’erano cinquanta bersaglieri reduci da Tarnova, t’ha raccontato una balla. Secondo alcune delle stesse fonti reducistiche/neofasciste i bersaglieri catturati dagli jugoslavi nell’ospedale di Gorizia furono dieci. Di questi, quanti reduci da Tarnova? Assai probabilmente nemmeno uno, visto che la cosiddetta “battaglia di Tarnova” aveva avuto luogo più quasi quattro mesi prima.

    Ma poi, se vai a compitare gli elenchi nominativi tratti dalle varie fonti scopri che fra i militari prelevati dai partigiani all’ospedale di Gorizia il numero dei bersaglieri è pari a… zero!

    In pratica, non esiste il nome di NESSUN bersagliere del “Mussolini” ucciso dopo esser stato prelevato all’ospedale di Gorizia.

  65. Pier Alberto Possati ha detto:

    Storia del btg. Mussolini sul fronte orientale . Istituto storico della R.S.I. con nomi e cognomi e luogo dove sono deceduti o trucidati come quelli sul greto del fiume Isonzo . Ospedale di Gorizia .
    Campo di concentramento .
    Basta : perchè sono di una parte politica non si riconoscono nemmeno i morti e perchè sono morti .
    Da Lei non me l’aspettavo , pensavo che potesse lasciare lasciare da parte , almeno in queste situazioni , l’ideologia politica .
    Io l’ho fatto a Bologna , dove ho ottenuto in ambiente universitario che fosse commemorati insieme i fratelli Govoni ed i fratelli Cervi , due famiglie trucidate dagli opposti schieramenti .

  66. El baziloto ha detto:

    Per favore, pap: parla solo delle cose che sai. E quindi non parlare di questa cosa, che non conosci.

    Si dà il caso che la Fondazione RSI (Istituto Storico) pubblichi ogni anno l’albo dei caduti della RSI. L’edizione del 2014 è già uscita, aggionrata a tutti i dati a loro noti.

    Adesso tu fa’ una cosa bella: prendi questo librone, sfoglialo e trovami i nomi dei bersaglieri del “Mussolini” presi all’ospedale di Gorizia e poi ammazzati dagli jugoslavi.

    D’altro canto, è sufficiente un breve ragionamento per capire che i fatti così come li hai raccontati sono una fola: il “Mussolini” non combatté a Tarnova, ma venne mandato a rinforzo del “Fulmine” assieme ai reparti tedeschi. E quindi aiutò a spezzare l’accerchiamento degli jugoslavi, subendo nei due giorni successivi perdite per circa trenta uomini (compresi i feriti). Adesso tu spiegami com’è possibile che a quattro mesi di distanza ci fossero a Gorizia cinquanta feriti del “Mussolini” ancora ricoverati in ospedale.

    Se ne sei capace.

  67. Pier Alberto Possati ha detto:

    Mi fa intervenire anche quando sono lontano da casa , su un computer di un hotel .
    Desunto da : La storia dei bersaglieri volontari della R.S.I. – sito internet – fonte ufficiale dell’Associazione.
    Per sommi capi , non ho voglia di stare più di tanto in collegamento , e mi aspetta una cena a base di pesce .
    – Il 30 Aprile 1945 si arresero ai titini , che li portarono a Tolmino;
    -12 Ufficiali e 90 volontari furono massacrati sul greto dell’Isonzo ;
    – altri 12 portati a Fiume e trucidati ;
    – 18 maggio eccidio di 50 militari all’ospedale di Gorizia di cui 10 bersaglieri ;
    _ altri mandati a marce forzate in campo di concentamento , ecc. , ecc.
    Non torno più sull’argomento .

  68. El baziloto ha detto:

    Ma pap, sei capace di leggere due dati in croce? E sei capace di capire quel che tu stesso scrivi?

    Tu hai scritto di (ti cito): ” 50 bersaglieri reduci da Tarnova feriti e trasportati all’ospedale militare di Gorizia , che furono presi e trucidati dai titini appena entrati in città”.

    Adesso viene fuori che la tua fonte è un blog. E in questo blog:

    1. NON SI DICE che c’erano 50 bersaglieri “reduci da Tarnova”
    2. NON SI DICE che questi erano stati feriti
    3. NON SI DICE che questi “50 bersaglieri” erano in ospedale a Gorizia

    MA SI DICE

    1. Che dall’ospedale di Gorizia vennero prelevati 50 “degenti”, poi uccisi
    2. Di questi, 10 erano i bersaglieri

    CIO’ PREMESSO,

    e quindi verificato che non hai capito una beata fava di quel che stava scritto nel tuo sito di riferimento. io ti dico che questa da te citata è comunque una fonte assai dubbia (io dico che è una BALLA), visto che non esiste UN NOME di bersagliere del “Mussolini” catturato nell’ospedale militare di Gorizia. E non è che non esiste UN NOME da una fonte XYZ: non esiste UN NOME dall’elenco dei caduti della RSI, curato dal Centro Studi della RSI.

    Ripeto l’invito: pap, parla solo di cose che sai, per favore. Intendo dire: per fare un favore a TE.

  69. dimaco ha detto:

    @52
    nessuna delle due nega le foibe, ma contestano i numeri dati alla mentula canis e inventate in base all’ occorrenza. pensa che uno si è adirittura inventato una foibe tutta nuova solo per propaganda. tale lakota se lamemoria non mi inganna.
    in hotel ti sei fatto mandare la copertina PAP?

  70. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @@@ VARI : dall’originale tema sull’uscita del giornale di propaganda nazista , tutto e’ saltato su operazioni belliche di vario tipo che nulla avevano a che fare con la propaganda !!! Boh !!!
    Ad integrazione di quanto sopra :

    Quasi contemporaneo al giornale e’ uscita anche una raccolta di articoli di satira politica naturalmente contro le forze alleate , la Carta Atlantica, contro gli Ebrei ,critiche artistiche su musicisti,pittori,storia e cultura locale. Indicato come strenna da vendere con il “Deutschen Adria Zeitung”

    Interessante e’ il titolo ” Drehscheibe Triest” in lingua tedesca naturalmente che più o meno dovrebbe suonare come
    ” Trieste rotante o girevole nel senso di mutevole idea ” bisogna dar credito però che se ne erano accorti anche loro 🙂 ( Muta d’accento e di pensier).

    Interessante la data : Aprile 1945 stampato presso ” La Editoriale Libraria S.A. Trieste”
    in vendita presso la Libreria Tedesca di Corso Muti ( attuale Corso Italia) al prezzo di
    147 lire in brossura e 240 lire con copertina rigida.
    Con i complimenti del Gauleiter Dr. Friedrich Rainer
    Con la presentazione delDeutsches Adria.Verlag Sig. Leo Meister
    Con i saluti del Dr. Hermann Pirich

    Ma quello che e’ ancora più interessante e’ la copertina che riportava
    una girandola con al centro un ‘alabarda bianca in campo nero con ai lati a settori la bandiera nazista con la svastica ,la bandiera rossa con la falce e martello dell’unione sovietica ,il tricolore italiano e la Union Jack Inglese questa ruotava e faceva vedere nei settori vuoti tra le bandiere , 8 scene :

    1)Il C arso con una persona seduta sotto un albero dal quale pendeva un prosciutto e, un fiasco di vino, la persona teneva in mano un pollo ed un bicchiere di vino ed ai suoi piedi pascolava un maiale
    2)No 2 avvenenti ragazze
    3)Il castello di S.Giusto con le note dell’Inno a S.Giusto
    4) Una persona che raffigura un giornalista ?
    5)Un cantiere navale
    6)No 2 ragazze al mare ??? portano occhiali da sole.
    7)Il molo audace con navi mercantili (velieri) ai tempi emporiali
    8)Operai

    Sempre la stessa cartolina 🙂 !!!

  71. Gianluigi Rupel ha detto:

    @75 capitano
    Drehescheibe puo avere diversi significati positivi o negativi.
    per esempio Trieste era una Drehescheibe di diversi organi di spionaggio internazionale oppure un punto di raccolta e/o smistamento di droga oppure un centro di raccolta culturale etc etc. Pertanto Drehescheibe vuol dire punto di raccolta e distribuzione

  72. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ 76 Gianluigi Rupel :

    Grazie ! Dovevo domandare a te . Io ho avuto difficoltà a trovare il termine
    anche sui dizionari ! Quando vieni a Triese ricordami che te lo faccio vedere . Ciao .

  73. Gianluigi Rupel ha detto:

    @ 77
    ciao capitano, il mio commento iera solo per specificar il significato della parola Drehescheibe in quanto go pensá che effettivamente xe difficile capirne il significato, e savendo che te gavessi apprezza la spiegazion de questo termine. Tanti saluti e xe vedemo a Trieste per Pasqua , penso de restarghe 5 giorni.

  74. hobo ha detto:

    @lonzar drehscheibe xe anche la piataforma girevole dei scali feroviari:

    http://de.wikipedia.org/wiki/Drehscheibe

    che me par che bati ben con la copertina a setori circolari de cui te parlavi al 75.

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