13 Febbraio 2014

Si dimette tra le polemiche il direttore dell’EDIT, casa editrice italiana di Fiume, per contestazioni finanziarie

A metterci la faccia ed a dimettersi per ora è solo il direttore dell’EDIT, casa editrice della comunità italiana in Croazia e Slovenia residente in Istria e nel Quarnero, Silvio Forza. Raggiunto al telefono dichiara che “L’EDIT ha avuto delle contestazioni dalla Corte dei Conti Croata in merito al bilancio 2012“. Aggiunge che “il giudizio è stato comunque positivo con riserva“, ossia che le contestazioni possono essere chiarite o sanate. Specifica comunque che ha ritenuto di dimettersi, in ogni caso le dimissioni andranno confermate entro il mese, ma che “si tratta di irregolarità amministrative e non penali e che non hanno portato danni per lo stato o per chi finanzia l’EDIT“.

L’EDIT è proprietà dell’Unione degli Italiani, con 5 rappresentanti su 7 nel consiglio di amministrazione, i due restanti sono rispettivamente i rappresentanti dei dipendenti e giornalisti. L’Unione esprime il presidente Roberto Battelli ed il vicepresidente Fabrizio Radin.
Nel 2012 il totale delle spese è stato, al cambio attuale con la kuna croata, di 3.800.000 euro. mentre i ricavi sono stati pari a 3.000.000 euro. Questo uno degli appunti della corte dei conti poiché il bilancio preventivo prevedeva un bilancio con il 12,5% in più di ricavi ed il 15% in meno di spese.
I ricavi dell’EDIT provengono solo in minima parte da vendite ma per la maggior parte da contributi, direttamente dai governi croato, sloveno, ed italiano o indirettamente dal Governo Italiano attraverso la stessa Unione degli Italiani e della Università Popolare.
Ricostruire i finanziamenti di tutta la galassia che ruota attorno alla Unione degli Italiani è assai complicato. I bilanci, se non qualche bilancio preventivo, non vengono pubblicati, e occorre risalire agli enti finanziatori.

La relazione croata si sofferma su una altra questione, il personale. L’EDIT ha 98 dipendenti, per fare un raffronto il Piccolo ne ha 30 e altri 40 condivisi con il Messaggero Veneto. Le contestazioni toccano diversi punti, i costi extra per missioni e trasferte, la qualifica dei giornalisti e dei direttori che vengono definiti “al livello di qualifica più basso previsto“, ed agli incentivi extra salario che ammontano al 35% della paga base. Il tono ufficiale della relazione in realtà scoperchia una realtà che emerge da chiacchierate informali con chi la situazione la conosce, una realtà fatta da parecchie relazioni di parentela tra dipendenti, benefit quali iphone ed ipad, delegazioni a fiere in Italia ed all’estero con decine di persone che si viaggiammo a spese dell’EDIT. Ciò che emerge non sono appropriazioni indebite ma una situazione di spese allegre e non controllate.

Solo una delle contestazioni non riguarda la gestione ma un fatto ben preciso, l’utilizzo di due carte di credito, per circa 43.000 euro, per usi personali non documentati. Questa la questione principale che ha portato alle dimissioni di Forza. Sulla questione il presidente della Unione degli Italiani Maurizio Tremul si nega e non rilascia neanche una dichiarazione (nota: raggiunto alcuni giorni dopo si è scusato, poiché non è uso negarsi, ma quella mattina gli impegni erano pressanti. Daremo conto delle sue dichiarazioni in un prossimo articolo). Il momento evidentemente è delicato anche perché a Giugno ci saranno le elezioni degli organi della Unione, di cui Tremul è presidente da vent’anni. Appare sospetto ai molti all’intreno di Edit che un consigliere di Rovigno, Roberto Zilli, il 10 febbraio, giorno del ricordo ha pubblicato sul suo blog la relazione (Qui la pagina in cui si trova la relazione in croato). ieri invece in assemblea è un consigliere Gianclaudio Pellizzer che ha chiesto con forza le dimissioni di tutti gli organi. La Voce del Popolo definisce il suo intervento un “accenno polemico” e “Una colpevolizzazione fuori luogo e prematura” poiché “la faccenda va trattata disponendo di tutte le necessarie informazioni”. Sotto accusa da parte degli avversari è tutto il gruppo dirigente, fedele a Tremul e ben consolidato nell’organizzazione. A farne le spese per ora il solo Silvio Forza, e l’impressione è che si tenterà di sacrificarlo salvando tutto il resto. Si vedrà alla prossima assemblea prevista per il 27 febbraio.

Dalla rappresentante dei giornalisti, Ilaria Rocchi, vengono dei distinguo relativamente alla carta di credito dicendo che “il consiglio di amministrazione non ne sapeva neanche dell’esistenza, e l’uso non era autorizzato“. Parole di stima vengono nei confronti del direttore dimissionario che ha portato EDIT ad esser competitiva “trattandola come azienda privata“. In realtà alcune voci non ufficiali dicono che per molti la svolta degli ultimi anni di Silvio Forza non sia stata digerita da tutti. Qualcuno era abituato ad orari blandi e non controllati, tra l’altro l’assenza di controlli è una delle contestazioni. La svolta manageriale insomma non è stata gradita da tutti.

Ciò che è certo è che, al di là delle risultanze del 27 e delle elezioni, il tempo delle vacche grasse pare finito. Magari sarebbe il caso che anche da parte italiana si iniziassero a fare delle verifiche rispetto ai fondi assegnati e che si inizi a pretendere una gestione meno allegra e più trasparente.

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11 commenti a Si dimette tra le polemiche il direttore dell’EDIT, casa editrice italiana di Fiume, per contestazioni finanziarie

  1. El baziloto ha detto:

    Il bloggista si chiama “Silvano Zilli” e non “Roberto”.

    Grande rispetto per Silvio Forza, che ha finalmente saputo dare un senso ad una casa editrice e a un giornale che per tutto il lungo periodo comunista era piallato su posizioni supinamente e vergognosamente filogovernative, e che solo con molta lentezza s’era scollato da certi cliché.

    Stupore per la questione della carta di credito: se fosse vera, la riterrei una delle cose più idiote che uno possa fare.

    Girava già voce che ci fosse un uso un po’ “distratto” del denaro. E bisogna pur dire che mamma Italia da quelle parti ha girato e gira parecchi soldi, il che ha creato delle consolidate rendite di posizione. Stranamente – è da notare di passata – la tanto vituperata Repubblichetta Italiana paga la maggior parte delle spese sia per la minoranza slovena di qua del confine, sia per la minoranza italiana di là.

    Ciao Fulvio!

  2. sfsn ha detto:

    se xe vero che “ha finalmente saputo dare un senso ad una casa editrice e a un giornale che per tutto il lungo periodo comunista era piallato su posizioni supinamente e vergognosamente filogovernative” el nome iera proprio giusto: Forza Silvio!

  3. Fulvio Rogantin ha detto:

    Grazie Baziloto, ho corretto.
    La sensazione, anche a seguito di reazioni che ci sono state via mail, è che non ci siano, come mi ha ceto Forza, questioni di appropriazione indebita, forse, rispetto alla carta di credito di disordine contabile.
    Certo è, come ho scritto, che si tratta di una gestione parecchio allegra senza controllo. Ovvio che un direttore non può essere estraneo, anzi la prima cosa che qualcuno mi ha detto è “ha assunto la sua compagna”, ma sicuramente non ne è esente il consiglio di amministrazione che si sta torando fuori per salvarsi, così come l’Unione degli italiani.

  4. El baziloto ha detto:

    Fulvio: se dovessimo iniziare a fare la conta di chi è parente di chi all’interno del Gruppo Nazionale Italiano (GNI) di Slo/Cro, non la finiremmo più.

    Il deputato del Sabor oramai “a vita” per la minoranza italiana è Furio Radin, che credo assuma su di sé almeno quindici cariche diverse. Suo fratello è nel consiglio di amministrazione dell’Edit, oltre che a sua volta onusto di una decina di cariche. Il caporedattore de “La Voce del Popolo” si trova assunti qua e là un bel botto di parenti. La moglie di Tremul (siamo dalla parte slovena) dove lavora?

    Mi fermo qui per carità di patria.

    E non parliamo della stranissima situazione relativa alla proprietà degli immobili dell’Unione Italiana (associazione di diritto croato e sloveno) acquistati con i soldi della Repubblica Italiana. In tutti i paesi del mondo in cui l’Italia mette la grana per prendere un immobile da adibire a scuola, centro studi, luogo d’incontro o quant’altro, la proprietà è sempre della Repubblica Italiana, per il tramite dell’ambasciata. In Slovenia e Croazia – invece – la stessa Unione Italiana (UI) ha praticamente preteso e ottenuto (assieme ai locali governi) che i beni fossero intestati alla stessa UI. In pratica, delle graziose donazioni a favore di queste associazioni, che oltre a tutto vengono finanziate per il 90% dall’Italia, sia direttamente (soldi del MAE) che indirettamente (soldi dell’Università Popolare di Trieste).

    Adesso la Corte dei Conti croata ha messo il proprio naso dentro l’Edit, ma non sarebbe male se anche i finanziatori principali (l’Italia) – una volta tanto – chiedessero conto dell’uso del denaro.

    Non oso poi pensare di suggerire di dare un’occhiata ai conti della minoranza slovena in Italia: so già che se solo si iniziasse ad alzare il dito pioverebbero vagonate di critiche e accuse di fascio-nazionalismo. Ma anche lì qualche uccellino m’ha sussurrato nell’orecchia che non tutto riluccica.

  5. Pier Alberto Possati ha detto:

    Credo che ” La Voce del Popolo ” abbia incominciato a dare fastidio politicamente , per cui hanno trovato la motivazione delle spese contabili per far dimettere il Direttore e mettere in ” riga ” il nuovo Direttore .
    In particolare mi riferisco alle ultime iniziative editoriali , alle pagine dedicate agli esuli residenti in Fvg 2 volte alla settimane con la possibile diffusione in 200 edicole della Regione , la campagna per aprire un asilo Italiano a Zagabria , la campagna per l’allargamento dei circoli Italiani e via dicendo . La stessa linea editoriale mi sembra molto autonoma ultimamente rispetto allo stesso governo .
    Siccome si trova su internet , l’ho seguito spesso .
    Il tutto ha portato a questo provvedimento , che è simile a certi provvedimenti che la stessa magistratura Italiana porta avanti talvolta a Roma, Milano , Torino , ecc.
    La parola scomoda è : allineamento.

  6. Fulvio Rogantin ha detto:

    Baziloto, la situazione della mio onoranza slovena è speculare. Un ginepraio in cui si nascondo, come oltreconfine rendite e redditi di posizione.
    Pier Alberto Possati. Che il fatto che ora ci si muova può essere legato anche a fastidi, ma anche a questione interne, come ho detto legate alle prossime elezioni.
    IN ogni caso gli sprechi ci sono così come dei problemi delle spese contabili, che, come sta emergendo non sono legate alle sole spese con la carta di credito.

  7. Pier Alberto Possati ha detto:

    A Fulvio Rogantin .
    Credo che mi possa dare queste informazioni .
    La Slovenia e la Crozia partecipano alle elezioni del Parlamento Europeo come l’Italia ?
    Stessa data del 25 Maggio 2014 ?
    Le elezioni politiche in Croazia in che data sono ?
    Grazie

  8. Fulvio Rogantin ha detto:

    Non credo che il tutto sia legato alle elezioni europee o politiche.

  9. Fulvio Rogantin ha detto:

    Comunque le risposte sono si, partecipano alle elezioni in slovenia il 25 in croazia tra il 22 ed il 25.
    le elezioni politiche in Croazia penso saranno nel 2015

  10. Pier Alberto Possati ha detto:

    9 – grazie per la risposta precisa ed esauriente .

  11. Luigi ha detto:

    Forza lo conosco personalmente. Lui come altri dello staff dell’Edit. Ho sentito su di lui prospettare pure dei retroscena, ma da quel che penso il giudizio emerso dalla relazione della Corte dei conti croata rimarrà netto. Anche in futuro.

    Condivido comunque il giudizio sul suo operato di indirizzare la casa editrice – e il suo quotidiano (“La Voce del Popolo”) – su binari lontani dalle logiche di partito, com’è stato per decenni.

    Quanto a Silvano Zilli, altra mia conoscenza. Quanto scritto mi ha fatto ricordare un po’ di discussioni che abbiamo avuto sul tema delle cariche nelle varie istituzioni della minoranza italiana d’oltre confine, dall’Unione Italiana alle varie CI (Comunità degli Italiani). Ricordo in particolare quando mi fece vedere i risultati elettorali, attraverso i quali erano stati eletti Furio Radin (presidente dell’UI e deputato al Sabor nel seggio degli italiani, oltre che – come si diceva – detentore di vari altri incarichi), Maurizio Tremul (presidente della Giunta Esecutiva dell’UI in primis), Agnese Superina e Roberto Palisca (della CI di Fiume), Fabrizio Radin (della CI di Pola) fino a Roberto Battelli (deputato della minoranza italiana al parlamento di Lubiana). Si trattava in quasi tutti i casi di percentuali di voto tra il 10 ed il 15% su una base elettorale sempre più ampia. In pratica Zilli sosteneva – a ragion veduta – che il consenso di questi signori tra la minoranza diminuiva sempre di più.

    Zilli poi – lo dico per chi non lo conosce – non è solo un “bloggista”. E’ uno che studia le dinamiche e gli aspetti della “società” della minoranza italiana in Istria e Quarnaro. Lavora in proposito al CRS di Rovigno.

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