30 Gennaio 2014

Sanità a Trieste: “ristabilito l’ordine” al Dipartimento di Salute Mentale

L’ordine è già stato eseguito! Oggi come ieri questo è lo stile del potere!” Queste le frasi che, l’autrice non lo dice, possono essere lette come il commiato, doloroso, di Assunta Signorelli dalla direzione del Dipartimento di Salute Mentale. Il suo cammino era iniziato l’8 febbraio dell’anno scorso, tra le polemiche, il 17 febbraio andrà, o meglio verrà messa, in pensione.
La direzione del dipartimento di salute mentale non ha mai seguito delle regole di avvicendamento “normali”, come avviene in qualunque struttura sanitaria. Da sempre al DSS esiste una successione dinastica, non per sangue ma per “tocco divino” del predecessore. Dopo Basaglia venne Rotelli, ora consigliere regionale del partito Democratico, quindi il designato Beppe Dell’Acqua. Quando quest’ultimo nel febbraio 2012 lasciò il suo incarico, prima dei limiti massimi previsti per il pensionamento, anche per ragioni di salute, diede la sua benedizione a Roberto Mezzina, direttore del Centro di Salute mentale di Barcola, spiegando a Tondo che “serve una continuità nella gestione della psichiatria di Trieste“. Così fu, sino a febbraio dello scorso anno quando il Direttore Generale dell’Azienda sanitaria Triestina, Fabio Samani, decise che la direzione, come sostituta facente funzioni così come era Mezzina, andava ad Assunta Signorelli.
Si scatenò l’inferno, a partire da uno scritto di Beppe Dell’Acqua su Facebook. Assunta Signorelli, senza venir nominata venne definita “un collaborazionista”, e siccome non si vince un Premio Nonino senza perlomeno conoscere l’uso dei generi, la scelta del maschile non fu casuale. La nuova direttrice dal 1990 al 2002 ha diretto il Centro Donna Salute Mentale, e come ricordò nella occasione della sua nomina fu “esperienza conclusasi per una forma di violenza sotterranea continuamente agita e mai esplicitata da parte della direzione del Dsm di cui quel servizio faceva parte“. Dell’Acqua invece nell’occasione ricordò che “Hanno scelto una persona che da un decennio almeno è in aperto contrasto con noi, su posizioni estremiste. Ha persino denunciato Rotelli“. In quel “noi” viene definita la proprietà di tutto quanto accade tra le mura di San Giovanni.

La collaborazionista Signorelli, designata da un direttore generale “incapace, meschino e servile” non era gradita a chi riteneva di dovere e poter decidere chi può essere degno successore. Non è che la neo direttrice fosse antibasagliana, tutt’altro, però non era dalla parte giusta, era basagliana eretica, non di osservanza ortodossa. Non era una “nominata”. E poi, all’interno delle mura di San Giovanni, non può decidere l’ASL, il suo direttore generale. E’ un principato che ha le sue regole dinastiche e di potere.

La svolta, dalla quale il pensionamento deriva direttamente, viene con le ultime elezioni regionali. La sanità triestina è da sempre serbatoio di voti dell’area del Partito Democratico. A Trieste viene imposto come candidato Franco Rotelli, settantenne, la cui elezione esclude dal Consiglio Regionale Gianni Torrenti, tesoriere del PD locale che verrà poi risarcito con l’assessorato alla Cultura. I voti del Partito Democratico triestino, con il grosso apporto delle truppe sanitarie, è determinante per il successo di Deborah Serracchiani. Rotelli viene nominato Presidente della commissione Sanità.

Ora Rotelli e Dell’Acqua, che tanto si è speso durante la campagna elettorale, passano all’incasso. In dicembre “l’incapace” Samani viene sostituito da Franco Sinigoj ed ora si arriva alla sostituzione di Assunta Signorelli. Chi sarà a sostituirla? I bookmakers non accettano scommesse tanto appare evidente che sarà il predestinato, il Dott. Mezzina.
La oramai quasi ex direttrice non interviene sulle faccenda: “Vorrei prima concludere la mia vicenda della pensione. Non ritengo corretto, finchè sono una dipendente dell’Azienda esprimere giudizi! Poi da libera cittadina sarà diverso! Ho ancora un senso della res pubblica!“.
Collaborazionista, occupatrice, eretica, ma con senso delle istituzioni e dei ruoli.

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10 commenti a Sanità a Trieste: “ristabilito l’ordine” al Dipartimento di Salute Mentale

  1. Mauro Felluga ha detto:

    E’ da anni che il Dip. di salute mentale e cooperative controllate sono totalmente in mano al PD.
    I partiti occupano tutto, altro che deistituzionalizzazione.

  2. Fulvio Rogantin ha detto:

    Sono stato facile profet, oggi sul Piccolo notizia della nomina di Mezzina

  3. Vittorio Veneto ha detto:

    Il “gatto e la volpe” del locale frenocomio sono da sempre i proprietari del medesimo (piu la vecchia volpe che il gatto con baffi e occhiali a dire la verità)e di tutta “l’area del disagio”in provincia. Hanno trasformato un luogo di cura nel piú grande datore di lavoro pubblico e pagato da tutti noi che ci sia oggi in città. Certo per essere cooptati nel club bisogna avere precise caratteristiche e cosi vi troviamo dall’usciere al primario tutto il caleidoscopio della sinistra locale nelle sue varie forme,dal ex disobbediente trombato alle elezioni e prontamente assunto chissà a fare che,ai piddini ed ex rifondaroli di complemento riconoscibili facilmente perche perennemente impegnati in chiacchere tra di loro e sono tanti,tantissimi,in giro si vedono solo dottori operatori ,psicologi,psichiatri,infermieri insomma tutta la compagnia di giro tranne i pochi pazienti rimasti che devono giustificare tutta la banda. Non l’ho mai conosciuta ma ammiro la dottoressa Signorelli che,unica mosca bianca in un nido di mosconi rossi deve avere avuto un coraggio ad alzarsi ogni mattina per andare a vedere certe facce………

  4. Fulvia ha detto:

    Più che un articolo questo è inutile gossip.

  5. Fulvio Rogantin ha detto:

    Fulvia, mi puoi spiegare perché sarebbe inutile Gossip?

  6. Vittorio Veneto ha detto:

    Perche farà anch’essa parte del fun club e invece di motivare le sue affermazioni cerca di delegittimare il prossimo senza esporsi troppo. E normale dinamica interna ai gruppi chiusi carismatici.

  7. Mario Comuzzi ha detto:

    Sono arrivato per caso a questa pregevole pagina.
    Una mia riflessione sul commento di Mauro Felluga. Non cambia niente, ma forse è il contrario: è Rotelli che ha eletto Cosolini. Aveva organizzato una riunione al Miela per candidare Cosolini (fin poco prima Rotelli voleva candidarsi lui stesso!). Cosolini aveva acquisito meriti per guadagnare la nomination (http://www.giuliocomuzzi.it – Il fondo dell’abisso). La Poropat è una fedele-collaboratrice-benefattrice di Rotelli, suo sponsor. E’ Rotelli che ha eletto la Serracchiani. La quale si è mostrata subito riconoscente nominandolo Presidente del Comitato sanitario. Il pellegrinaggio col burattino di cartapesta ha poi portato il compagno Dell’Acqua a fianco della Boldrini, di Grasso, per completare con la medaglia di Napolitano. Tutti i gradi della gerarchia locale e nazionale; casualmente tutti dello stesso colore (http://goo.gl/eo0jKk). Festosa celebrazione finale con grappa friulana. Chissà se il compagno Magris, in giuria, un aiutino forse…

  8. giovanni pisano ha detto:

    sono un infermiere di cagliari, non entro in merito alla vostra discussione, però mi dico onorato di aver avuto come mio tutor roberto mezzina,in un master di salute mentale, discusso a trieste, reputo mezzina oltre che un ottimo psichiatra, un vero uomo di scienza.
    dott. giovanni pisano

  9. Giovanni ha detto:

    mi sembra un articolo a senso unico in cui si vuole mettere in cattiva luce la straordinaria figura di Peppe dell’Acqua descrivendolo come un politicante impegnato in strani inciuci tipici di italiche consorterie….Forse l’Autore di questo articolo non si è accorto che Dell’Acqua da anni promuove la crescita professionale di molte generazioni di operatori !!! Avercene uno in ogni regione italiana di psichiatri come Dell’Acqua….ha lavorato molto bene in Sardegna orientando le politiche sulla salute mentale come mai era successo nei 20 anni precedenti! Sulla dott.ssa Signorelli non ho nulla da dire ma non credo non avesse bisogno di articoli di “retroscena” come questo.

  10. Fulvio Rogantin ha detto:

    Giovanni, si raccontano delle cose. Credo tu sia operatore, come l’altro Giovanni, che ha beneficiato (non lo dico in termine negativo) della crescita professionale grazie a DEll’Acqua. Non lo metto in dubbio, anche se qualcosa magari si può discutere (leggiti la intervista alla Signorelli). Ma qui si parla di potere

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