8 Gennaio 2014

Trieste: migliaia di m² per centri commerciali. Ne abbiamo bisogno?

 

L’Assessore Kraus del Comune di Trieste, che ha come compito lo sviluppo economico del territorio, starebbe lavorando ad un Piano del commercio che prevede l’apertura più veloce di cinque nuovi complessi commerciali e, tra un anno o anche meno, a tre ulteriori centri commerciali (ne scrive il Piccolo qua).

Il provvedimento dovrebbe essere utile a frenare la disoccupazione.

Non sono un’economista. Tento di ricordarmi i fatti a Trieste e credo che possiamo confrontare l’esperienza di tutti noi in merito al nostro territorio, in prima persona. Così forse potremmo avere una risposta alle premesse del provvedimento di Kraus ovvero alla domanda di questo articolo: “migliaia di m² per centri commerciali. Ne abbiamo bisogno?”.

Il contesto, lo ricordo, è quello di vie centralissime della città (via San Francesco, per esempio) ormai quasi tutte con le serrande abbassate e con un Corso e vie limitrofe che per gran parte offrono vetrine di grandi marchi e catene non locali.

Per quanto ne so, poi, le grandi catene portano tendenzialmente occupazione scadente e precaria. Rendono questa tipologia occupazionale come un dato di fatto, verosimilmente per tutto il futuro delle vite di moltissime persone, in particolare degli under40 e under30.

Nel contempo gli effetti dell’espandersi di centri commerciali e catene, generalizzando ma con un po’ più di cognizione di causa, sono:

– tanto cash del territorio va all’interno dei conti correnti di multinazionali o megagruppi che, se ce ne fosse bisogno, acquisiscono ulteriore capacità di ricatto/potere nei confronti del resto del sistema economico e del territorio in particolare;
– i prodotti che diffondono e affermano nei comportamenti di consumo (grazie alla loro presenza militare sul territorio e a campagne pubblicitarie omnipervasive) premiano tutto fuorchè le conoscenze artigianali o industriali locali, le professionalità e le conoscenze precipue del nostro territorio.

Insomma, seppur semplificando, catene e centri commerciali semplicemente reiterano un modello economico che ha creato la crisi autodistruttiva delle nostre società. Portano occupazione senza prospettive e lo sviluppo economico ben lontano da Trieste. In termini ecologici, tale sistema commerciale sta affermando forse per sempre la distruzione delle condizioni di vita sul nostro pianeta – tanto che c’è chi prevede l’impossibilità per il genere umano di mantenere condizioni di vita su questo pianeta (ne abbiamo paura ma sappiamo tutti di cosa stiamo parlando, basta sentirsi addosso il calore in gradi centigradi di questo gennaio). 

Abbiamo bisogno di conferme alle nostre esperienze e possibili intuizioni? Un amico sindacalista (esistono ancora!), mi ha segnalato alcuni documenti in materia. Uno di essi è uno Studio dell’Ires e di Filcams Piemonte datato 2013, che a pag. 27 dice:

«In conclusione quindi possiamo dire che la grande distribuzione, a tutto il 2008, non abbia risentito in maniera evidente degli effetti della crisi economica continuando il proprio processo di crescita. Tuttavia questo sembra avvenire a scapito degli esercizi della piccola distribuzione che faticano a reggere la concorrenza dei grandi gruppi. Questo ha delle ripercussioni negative sull’occupazione in quanto lo sfruttamento delle economie di scala da parte della grande distribuzione comporta una minore necessità di manodopera rispetto ai piccoli esercizi commerciali con il risultato di una diminuzione complessiva degli occupati nel commercio al dettaglio».

Alcuni documenti sull’economia creata da gdo, centri commerciali e liberalizzazioni del commercio, per chi vuole sviluppare questo discorso più di me (a questi documenti ho solo dato una veloce letta):
– (2013) Le liberalizzazioni delle attività commerciali: L’espressione di una ideologia
o uno strumento efficace?
A cura di Ires Emilia-Romagna
– (2011) Valutare l’impatto dei centri commerciali. Da Ecoscienza
– (2010) Indagine sulla media e grande distribuzione in Piemonte. Da Filcams e Ires

24 commenti a Trieste: migliaia di m² per centri commerciali. Ne abbiamo bisogno?

  1. hobo ha detto:

    ancora centri commerciali? follia.

  2. bonalama ha detto:

    ma chi se ne frega? se uno ci vuole andare ci va se no, no. Ok scempio del paesaggio, d’accordo, la Faccanoni però….scempio della socialità forse, l’unico dubbio è : con quali soldi vengono fatti? l’origine dei soldi…

  3. Paul Tout ha detto:

    Se il dottore Kraus vuole incentivare l’edilizia con i soldi privati in provincia (e, nelle interviste almeno, sembra di scartare del tutto il successo o no di questi esercizi commerciali) lo do un esempio dal mondo anglosassone… un pò allo stile di Jonathan Swift (‘A Modest Proposal’) …

    Con il Coroneo in uno stato di collasso e sovrafollato, e il prigione di Gorizia ancora peggio, e i tanti nuovi poveri in giro per rubare nei (tanti) centri commerciali, non è il momento di pensare anche a tanti nuovi prigioni, messi sù con soldi privati e gestiti da società private per conto dello Stato italiano? Mi pare che questi siti, in periferia ed in malora sono perfetti per creare belli nuovi ‘incarceration facilities’, creando posti di lavoro per i giovani triestini e ‘centri di eccellenza per la detenzione’.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Una_modesta_proposta

  4. Fulvio Rogantin ha detto:

    In tutto questo ci sono due assenze. La prima quella del comune per il quale non esiste una visione di come si vuole la città. “Costruiamo perché ce lo chiedono e si può”. Non uno studio, non una visione.
    La seconda è informatica, il giornale locale si limita a fare fa notaio delle scelte. Registra la volontà del comune e registra la protesta dei commercianti. Punto.

  5. hobo ha detto:

    @3 guarda che quelli magari ti prendono sul serio. e anche alcuni dei commentatori di bora.la, probabilmente.

  6. Paul Tout ha detto:

    @5 … più stupido dell’idea di Kraus, non è! 😉

    http://en.wikipedia.org/wiki/G4S

  7. Kaiokasin ha detto:

    Io direi di sì ai mono-marca, ma non in zona industriale (dove magari è il caso di pensare di metterci anche qualche industria en passant) ma in centro, nei molti edifici che vanno in malora (parcheggi se ne stanno facendo). Così si rivitalizza il centro e magari ne godono anche i negozi storici che comunque avrebbero maggior movimento davanti alle vetrine.
    # 3 – un centro commerciale anche al Coroneo e liberi tutti!

  8. sfsn ha detto:

    daghe a farghe favori ala lobby dei cementificatori!

  9. Fiora ha detto:

    @5
    eccola a prendere sul serio il commento 3 di Paul Tout!
    tante teste tanti pareri, ti piaccia o meno caro il nostro aspirante egemone, ma la proposta semiseria di P.T. è mera utopia purtroppo.
    Resta invece il quesito di E.M.Milic “ne abbiamo bisogno?” NOOOO! un diniego rotondo su tutto il fronte ,per i mille buoni motivi esposti e in particolare perché equivale all’ultima palata di terra per affossare il piccolo commercio del centro,alle cui sorti sono particolarmente interessata. 😉

  10. Fiora ha detto:

    @8
    “la lobby dei cementificatori”
    eh, ne le gaveva cantade giuste l’oramai geriatrico ragazzo della via Gluck, ah sfsn?!

  11. Fiora ha detto:

    a me dà letteralmente un conato di vomito il trionfalismo con cui viene presentata l’iniziativa, spacciata per opportunità di creare posti di lavoro nonché argine all’emorragia di acquirenti verso il friuli e la slovenia.

  12. John Remada ha detto:

    @Fiora…Se ricordi c’era anche “La risposta al ragazzo della via gluck”del mitico Giorgio…una via di mezzo…

  13. Denis Furlan ha detto:

    Come se l’esperienza di Montedoro non sia servita a nulla. Sto notando tra le altre cose, che le cubature dei centri commerciali sono inversamente proporzionali ai potenziali, Montedoro appunto ma anche Tiare sono inspiegabilmente sovradimensionati.

  14. Kaiokasin ha detto:

    #13 ritorna alla casella # 8 senza passare dal via.

  15. gigi ha detto:

    …….poveretti, chi vuole i centri commerciali sono proprio poveretti, senza storia, senza tradizioni, senza rapporti umani, gente VUOTA che la domenica si rivolge a una finta economia……in mano alle multinazionali…..meditate gente

  16. Rosi ha detto:

    Basta, coi centri commerciali,
    basta, basta, basta

  17. edoardo ha detto:

    vorrei esserci il giorno quando i centri commerciali falliranno…vorrei vederli vuoti un giorno

  18. Fiora ha detto:

    @17
    Sogni centri commerciali falliti e vuoti Edoardo? un sogno che è realtà già ora commercialmente parlando…i girelloni che non passano alla cassa non fanno testo. sono solo un onere. Un vuoto affollato direttamente proporzionale al vuoto delle tasche!E “chi” li costruisce (già, CHI?),il “vuoto” lo mette in conto ma non potrebbe fregargliene di meno. Rende?
    E avanti a cementificare!

  19. michela ha detto:

    @17 Edoardo, quel giorno non è lontanissimo. un mesetto fa, in pieno dicembre, sono andata al Giulia ed era impressionante per lo squallore: gran parte dei negozi sono chiusi. Me lo ricordo benissimo all’apertura nel ’91: gremito all’inverosimile, tutti entusiasti ecc. Ora mette a disagio per com’è diventato. E le Torri? c’ero ieri, riescono ancora a mantenere un’atmosfera “viva”, ma ad occhio e croce direi che quasi metà dei negozi sono chiusi. Se non ci fossero quei cinema, penso avrebbero molta meno gente. Quanto al centro commerciale delle Noghere: era vuoto e misero da subito e così è rimasto. No, farne altri vuol dire follìa pura.

  20. Kaiokasin ha detto:

    Al Tiare di Villesse si sono spostati l’IperCoop di Gradisca, Mediaworld che stava all’Emisfero a Monfalcone, vari altri negozi. All’Emisfero, nel buco lasciato vuoto da Mediaworld andrà Expert, lasciando vuoto l’attuale negozio al Lisert. Insomma è tutto uno spostamento dai centri commerciali più piccoli che restano vuoti al centro più grande, il cosiddetto “centro-commerciale-killer”. Alla fine anche i posti di lavoro si spostano (nulla si crea…).

  21. Kaiokasin ha detto:

    In USA sono più avanti e ai centri commerciali vuoti ci sono già arrivati e c’è un gran dibattito su come riutilizzarli (noi siamo ancora in un’era precedente, ancora li costruiamo): http://archivio.eddyburg.it/article/articleview/3370/0/134/
    e anche http://archivio.eddyburg.it/article/articleview/1368/0/165/
    Qualcuno lo dice anche da noi
    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/10/news/i-negozi-saranno-cannibalizzati-dalla-nuova-megastruttura-1.7901203
    e anche
    http://forumgorizia.blogspot.it/2013/09/grande-distribuzione-ma-quanto-ci-costi.html

  22. Fiora ha detto:

    …e pure col timore di dirlo chiaro che c’è CHI nella costruzione di questi inutili mostri ha l’esigenza d’investire

  23. stefanots ha detto:

    no no no no no no no BASTA CENTRI COMMERCIALI, killer del piccolo commercio. mi vojo tanti piccoli negozi in città e no ste merde de cemento che distruggi anche el tessuto sociale della nostra città

  24. Trojane ha detto:

    NO SE POL NO SE POL NO SE POL!

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