28 Dicembre 2013

Emendamento “slot machine”. C’ero, non c’ero, non lo so, ma è lo stesso.

Inizio con due citazioni:
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

In questi mesi ci ho messo la faccia (anche su FB) su votazioni ben più delicate, dal voto a Marini sul Presidente della Repubblica a quello su F35 o Shalabayeva. E anche in questo caso ho ammesso senza difficoltà che non mi ero comunque distinto dal voto finale del gruppo.

La prima è l’articolo 67 della Costituzione italiana, significa che il parlamentare è libero da vincoli ed agisce in coscienza. E’ svincolato da chi lo ha eletto, anche dal programma con il quale è stato portato al parlamento, a maggior ragione è svincolato dal partito e dal gruppo di appartenenza.
La seconda è la parola definitiva del Senatore Francesco Russo sulla vicenda che lo ha coinvolto riguardo all’emendamento sulle slot machine.

Riepilogo brevemente la storia. Al senato viene messo in votazione un emendamento al cosiddetto “decreto Roma” per il quale verrebbero penalizzati gli enti locali che assumono iniziative che mettano normative restrittive sulle slot machine. L’emendamento viene approvato con i voti favorevoli del Partito Democratico, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica. Quell’emendamento verrà definito da Matteo Renzi, neosegretario del PD, “una porcata”.
Su Facebook il senatore triestino Francesco Russo e di fronte ad alcune proteste, il sindaco PD di Trieste ha annunciato dei regolamenti che premino i locali pubblici che non mettono le slot, dichiara “non ho votato”. Viene smentito dallo stenografico della seduta del Senato in cui appare che abbia votato a favore.

Alla fine la linea di difesa è “Nel corso delle due giornate, su più di duecento votazioni io ne ho perse alcune. E non mi ricordo di aver votato quella incriminata.“. Pare anche comprensibile per chi avesse mai assistito a dei lavori del Senato o della Camera. I parlamentari vengono chiamati ad esprimersi a corrente continua, ed è vero che “ci si fida delle indicazioni del gruppo”. Occorre dire che appare però strano il fatto che su questa votazione ci sia stata un intervento contro, che ne spiegava il merito, spiegazione che poi ha portato al voto contrario di due colleghi di gruppo del senatore Russo. Verrebbe da dire che non poteva non sapere e non ricordarsi. Probabilmente non lo sapremo che è successo, il perché non se ne sia accorto.
Magari potrebbe essere utile che qualcuno si facesse carico di mettere in discussione queste procedure parlamentari più simili ad una catena di montaggio che ad un luogo in cui si dovrebbe discutere.
Comunque la questione ha in definitiva poca importanza, il senatore, pur nel dubbio se abbia votato o meno fa sapere che era contrario “è chiaro come la penso nel merito (anche in passato sono intervenuto a favore delle azioni legislative contro gli abusi del gioco e a tutela dei cittadini nei confronti di fenomeni di ludopatia” ma comunque rivoterebbe, in definitiva contro-coscienza, per disciplina di gruppo.
Credo sia alla fine fine questa la cosa su cui ognuno può riflettere.
Per fortuna alla fine il decreto “Salva-Roma” è stato ritirato dal governo per cui coscienza e obbedienza sono nuovamente allineati.

Una ultima riflessione però si può fare sulla informazione. Il quotidiano locale ha parlato abbondantemente sul decreto ed anche sulla polemica relativa all’emendamento ma nessun cenno è stato fatto sulla vicenda.
Non è secondario forse che nelle cronache politiche tra i “Lettiani” di ferro c’è il nostro Senatore ma anche tale Giacomo Possamai, vicesegretario dei giovani democratici?

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9 commenti a Emendamento “slot machine”. C’ero, non c’ero, non lo so, ma è lo stesso.

  1. Fiora ha detto:

    bel pezzo!…talmente farraginoso che (sempre con rispetto parlando) no go capì un tubo.
    …a parte la definizione di Renzi con la quale concordo appieno.

  2. bonalama ha detto:

    la ricostruzione fatta dall’assegnatario del seggio senatoriale sembra disallineata con la verità dei fatti. Se ha sbagliato lo stenografo lo vuol denunciare o rinuncia? Se ha sbagliato lui vorrebbe fare pubblica ammenda? se questo è il pd non oso pensare il resto

  3. Stefano ha detto:

    poveri…
    per 15.000 euro netti al mese miga i pol esser concentradi su tutto no?
    l’importante che i sia presenti quando i ga de votarse i aumenti..in quel caso destra, centro e sinistra no esisti piu..tutti fradei e amanti diventa…

  4. agapanthi blue ha detto:

    probabilmente il senatore pensava di essere su fb, ha messo un like….tanto poi si puo’ sempre togliere….la sua giustificazione e’ veramente rispettosa del ruolo.

  5. giorgio (no events) ha detto:

    a me sembra limpidissimo: una volta scoperto il fatto, dapprima il senatore ha detto di non aver votato ed è stato smentito dallo stenografato. Poi ha dichiarato di non ricordare ed infine ha detto che si è fidato delle indicazioni del gruppo.
    Da un “nominato” non possiamo pretendere di più e neanche incolpare i suoi elettori: non lo hanno scelto, me se lo sono ritrovati in lista.
    Grazie a Fulvio del lavoro che sta facendo e mi spiace che gli sarà difficile far carriera nel quotidiano locale.

  6. Fulvio Rogantin ha detto:

    Grazie Giorrgio, nella vita ho preso altre strade. Scrivere è diletto per cui va bene così, anche perché così nessuno può telefonare ad una redazione impedendo di scrivere 🙂

  7. Fiora ha detto:

    @6
    e aldilà di mie rare sparate,sia ben chiaro, Fulvio. ‘vanti cussì e grassie che porti in luce fatti e misfatti. 🙂

  8. Fulvio Rogantin ha detto:

    @7: grazie Fiora, giai se non fusi anche le sparare, tacade 🙂

  9. ZERIAL SERGIO ha detto:

    sono concorde con Flora, la serietà è l’obiettività sono virtù di pochi avanti così, i misfatti da qualsiasi direzione vengano devono essere denunciati, il Pd sta facendo figure alla Emilio Fede

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