18 Dicembre 2013

La gata del caligher

Quando ho scritto e disegnato questa storia, la gatta del Caligher era già scomparsa.
La scorsa settimana, passando davanti a quel negozio, in via Torino a Trieste, io e mia mamma abbiamo notato un cartello sulla porta.
“Ciao Mario!” c’era scritto. Così, come se n’è andata la sua gatta, se n’è andato Mario, il simpatico-burbero Caligher del rione.
A volte, data la nostra famigliare sbadataggine, lasciavamo le scarpe riparate posteggiate da lui per settimane, e se perdevamo il bigliettino col numero lui diceva che non poteva fare nulla e ci sgridava, poi accennava una risata e brontolando per finta tirava fuori tutte le scarpe che aveva in magazzino e cominciava a chiedere come fossero le nostre “Stivali? Tacco? Materiale? Colore?…”. Sorrido adesso al ricordo del timore che avevo di andare a ritirare delle scarpe senza il bigliettino con il numero.
Così, per fare un omaggio a una figura importante dell’ecosistema-quartiere che in quanto vivo si trasforma, ho pensato di pubblicare queste vignette sulla gatta che lui amava tanto, che a rileggerle ora mi sembrano ancora più dolci.
Fusi insieme, gatta, negozio e Mario il caligher. Mi piace ricordarli così.

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7 commenti a La gata del caligher

  1. Federico Manna ha detto:

    Bellissimo !!!

  2. Nives ha detto:

    vedevo la gatta ogni giorno… una bella favola cittadina, di quelle che ce ne sono sempre meno. rip.

  3. Giulio ha detto:

    C’era anche la paura quando gli si portavano scarpe troppo consunte (io le mie le tengo a distruzione prima di decidermi a provare a ripararle, per me le scarpe deformate e comode sono come per Linus la sua copertina). Regolarmente si veniva investiti da rimproveri perchè “non bisognava aspettare tanto per farle riparare”.

  4. AnnA ha detto:

    Credo che, dopo tanti anni, questa sia la prima volta che leggo su questo blog una cosa VERAMENTE bella, senza le solite cattiverie, presunzioni, provocazioni, desiderio di apparire, etc.

    Bravissima!

  5. Nadia ha detto:

    Grazie per questo bellissimo dolce racconto! Grazie per averci fatto ricordare e riflettere.

  6. Leo ha detto:

    Bello!
    Mi ricordo la gatta distesa sul marciapiede, bisognava scavalcarla perché non accennava neanche a spostarsi..

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