Esempi di avvenimenti ciclici nel Golfo di Trieste:
1. Le meduse, che dopo le ferie si palesano durante la stagione calda, ustionando gli ignari bagnanti.
2. I cocai, che seguono una rigorosa dieta regolare stagionale: autunno – pesse de Grassilli, inverno – scovaze, primavera e estate – panin de Siora Jole al Pedocin.
3. I criptici manifesti firmati Giulio.
4. La bora, che vien e che va.
5. La spuza della Ferriera, che vien e mai va.
Ma in tutto questo remitur di eventi ricorrenti, ce n’è un sesto, molto importante, che spicca nella quiete nosepolista del capoluogo giuliano: il ritorno dei Sardoni Barcolani Vivi, che a Natale presenteranno il loro quarto album, dal titolo Remitur.
Remitur: disordine, confusione, scompiglio. Dal francese demitour. Bon, quindi questo cd in pratica è un gran casino? Certo. Un casino di influenze musicali e sonorità diverse, ben shakerato assieme all’ormai classica autoironia tutta triestina dei testi. Questo perchè, ce l’avevan insegnato loro nel disco precedente, in qualsiasi luogo al mondo, comunque per de là passava un triestin. Allora perchè non trasformare il tutto in un bel viaggio multiculturale?
Si parte così dalla Russia, madrepatria dei cori poco abbronzati ma molto sbronzati della malinconica Tutti al bagno. Il clima si scalda nell’atmosfera sudamericana di Mitteleuropa per poi diventare ancor più coinvolgente nel rock nordamericano di Sardoni nei USA, un doveroso “mandi” al Boss. Con Co ierimo putei si ritorna a un nostalgico valzer, nel cui testo, forse il più geniale, il richiamo non è ai bei tempi andati di Maria Teresa, ma ai primi anni ’90, tra scooter F10, tornei in bar Tivoli e domeniche all’Hippodrome. Ancora rock’n’roll in Generale, allegro affresco dei tempi universitari tra dispense, pause caffè, mule e gatti. E, per non farsi mancare proprio niente, si arriva addirittura allo ska, con la seconda puntata di Care Segnalazioni, rubrica adorata da quelli che “io non ho molto da dire, ma mi volevo lamentare”.
I testi, come da tradizione, mettono a nudo le abitudini dei triestini, quelle più radicate e quelle più moderne, come ad esempio El timbro, presente nel disco anche in versione unzettara tamarra bobana. Non manca un omaggio alla fauna locale, nella kafkiana Ucio el Pedocio, e addirittura l’impegno politico, con l’inno al Territorio Libero di Barcola TVB TLB (o viceserva), dove riverberano echi di Modena City Ramblers.
Si conferma così anche in quest’ultima opera la voglia dei Sardoni Barcolani Vivi di sperimentare nuove frontiere, non facendosi fermare dai lupi di Duino o dal Rio Ospo. Album da non lasciarsi scappare.
I Sardoni Barcolani Vivi sono Davide Chersicla, Francesco Krecic, Damiano Skrbec, Andrea Travan, Gianluca Turco e Riccardo Valente.
Remitur sarà presentato ufficialmente al teatro Miela il giorno 15 dicembre alle ore 19.
I SBV li potete seguire sul loro sito internet www.sardonibarcolanivivi.com oppure su FB e twitter.
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