Che il rapporto di Trieste con gli alberi di Natale negli ultimi anni sia stato problematico è risaputo. Quest’anno sembrava che tutto andasse per il meglio in Piazza Unità. Tuttavia ecco che la maledizione degli alberi colpisce ancora. Nella foto di Davide Sulcic, pubblicata su facebook da Paolo Rovis, l’albero in Piazza della Borsa. Il sindaco Cosolini garantisce che sarà sostituito nella giornata di domani.
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Anche a Trieste,
c’è l’Italia…
Ci sono tre alberi in centro. Naturalmente il capo dell’opposizione sceglie di pubblicare quello più scalcinato, che sta per venir sostituito. nb è rimasto esposto alla bora in questi giorni in uno dei punti più ventosi della città. Confermo di averlo visto anch’io così spelatino stamattina.
Da consioderare anche il fatto che il regalo di alberi da parte di Sappada, non so se sia questo il caso, era “sponsorizzato” e gestito da Paolo Rovis….che adesso da parte dei donatori ci sia una minore attenzione, o sollecitati ad avere una minor attenzione?
Sempre divertenti i commenti su Bora.la 😉
La colpa non è di chi installa ‘sta schifezza, bensì di chi lo fa notare, ovvio.
In alternativa, la colpa è della bora. Certo, nei decenni scorsi la bora a dicembre non soffiava mai, è risaputo.
Infine, è vero, mi avete scoperto. Io sono il capo della Spectre: tra i nostri molteplici, turpi interessi vi è quello della gestione mondiale degli alberi di Natale. I boscaioli sono tutti ai nostri ordini e agiscono per destabilizzare le giunte di sinistra.
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L’albero verrà sostituito, afferma il sindaco dopo essersi reso conto dello schifo. L’arbusto è arrivato ed è stato installato così com’è. Dono della Serracchiani.
Con affetto per Cosolini e per Trieste pari alla bellezza dell’albero.
Cos’ha che non va?
Mi domando cosa intenda la Sig.ra Rosi per “anche a Trieste c’è l’Italia”. Forse la signora fa parte o è simpatizzante per un certo movimento indipendentista ma mi permetto di rispondere che l’Italia non centri niente.
Ma me par mi o quachidun gà tipo un ciodo fisso co sti alberi de nadal?
Povero albero, che el stava tanto ben in pase la sù tra i monti, e inveze vien l’omo cativo che lo taia e lo fa andar in esilio e dopo se trova anca chi che lo ciama bruto. Volessi veder voi, dopo che un ve ga segà al ginocio…
Alcune considerazioni:
Al momento mi è sembrato un albero che ci ricorda il momento di crisi che stiamo vivendo.
Poi ho pensato, come ufo, che è una storpiatura tagliare un abete di montagna e metterlo in mezzo ad una piazza di una città di mare.
Infine mi sono chiesto se, a giudizio del sig. Rovis, questa sia la schifezza più grande a Trieste da dover essere sostituita.