27 Novembre 2013

Per bon, for real – diario Newyorkese de un triestin, Ricky Russo. Prima puntata

Nota della redazione: comincia oggi la pubblicazione settimanale del diario della nuova avventura a New York di Ricky Russo. Dalla sua prima esperienza nel Grande Pomo è nato il libro Per Bon, For Real, che si trova in tutte le librerie più bobe di Trieste.
Questo secondo diario sarà pubblicato online, ogni mercoledì, su Bora.La e sul sito di Ricky Russo

New York City Bay Ridge Brooklyn USA, Giugno 2013.

Un caro saluto dal vostro bro. Spero con voi dall’altra parte dell’Oceano tutto OK. Me manchè tantissimo. Ma son qua nel Grande Pomo perché go una mission: diventar a better man. Sì, perché NYC te dà ogni giorno un piccolo calcio in cul disendote: TE GHE LA POL FAR. Yes, you can. Forza. No molar. No scoragiarte. Vinzi le tue paure. No crederghe a chi te disi che no te val niente. Su, daghe! Basta menade. Ecco perché son qua! E me lo ricordo sempre al primo accenno de malinconia, pare o indecisioni. Perché me arriva subito un calcio in cul che me disi: OU! ‘NDEMO DEI. Già. Xe cussì. Trieste te amo. Ma xe meo che stemo un po’ lontani, che cussì te amerò ancora de più. Fazo fadiga a star in un posto dove un slogan xe NO SE POL o VOLENTIERI (ma NO!). Ieri ghe lo raccontavo ai friends newyorchesi e no i capiva proprio: “Why no se pol?”. Mi: “Because we have this fuckin’ negative attitude”. Xe cussì muli, cossa volè che ve digo. Mah. No sarà facile qua, ma GHE LA FARO’. Devo difender el mio titolo: “The most enthusiastic man in NY”. Son el Muhammad Alì dei mona. Procedo, masino miles e contatti, fazo el cacaminchia e sogno in grande. QUA SE POL. Me lo ripeto come un mantra, mentre nel mio iPod va in loop la traccia dei Daft Punk dedicada al maestro Moroder. Per darme spinta e coraggio spesso immagino la sua vose che disi in inglese con accento crucco/patoco: “My name is Johnny Ricky. But everybody calls me Ricky”.

Scrivo tanto, uso el nostro dialetto missiado all’italian e al mio bad english. Tegno strette le mie roots. Ah no, po’ ciò. Perché New York City xe immensa. Huge. Grandona. E te rischi de perderte. Son qua da due settimane e giro come na trottola. Ricky la trottola. Solo ieri per spostarme da Brooklyn a Noorwood nel New Jersey son stado ore, ore e ore. Tra scarpinade, Subway, corriere… E pensavo se fossi a Trieste, in paragon, percorro distanze come andar a Verona o a Milàn in giornata. Cussì in scioltezza. Della serie, bon esco dei, vado un salto in piazza del Duomo che i fa el capo in B con più schiuma. Ciao muli, se vedemo più tardi… Uh!

Me scrivi tanti amici e come sempre no manca gli incoragiamenti de mio nonno e mentore, el supertecnologico Big Nonno Nino (90 anni el 23 giugno!): “Ciao Riccardo,
ti scrivo con l’iPad perché l’iMac l’ho mandato a fare l’upgrade con l’SSD. Non ti chiedo come va perché sei appena arrivato. Devi avere pazienza ma tanta, è come costruirti una casetta, un mattone alla volta, ora vedi soltanto un paio di mattoni e ti scoraggi, poi comincerai a vedere il muro che cresce, mattone dopo mattone, forse troppo piano per i tuoi gusti, ma qui devi dimostrare la tua forza di volontà!”.

Ascolti consigliati:
DAFT PUNK “Giorgio by Moroder”
GIORGIO MORODER “From Here to Eternity”

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2 commenti a Per bon, for real – diario Newyorkese de un triestin, Ricky Russo. Prima puntata

  1. Stefano ha detto:

    Un grande!!
    avanti cussi e no mollar 😉

  2. Carlo sandrin ha detto:

    Joyce ramones diseva che, se i ghe la gha fata lori a nu’iorc ghe pol far tuti. Basta no scender mai sotto i 180 BPM

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