7 Novembre 2013

El canton dela stroliga: scorpione

Elemento: acqua
Modalità: fisso
Genere: femminile
Domicilio di Marte e Plutone
Esilio di Venere
Caduta della Luna
Esaltazione di Urano (di Mercurio secondo L. Morpurgo)
Parola chiave: Io taccio
Simbolo: rappresenta la lettera M con l’ultima gamba in fuori. Raffigura l’animale col pungiglione proteso, e può anche rappresentare una mano chiusa a pugno con il pollice in fuori, sinonimo di energia che si muove verso l’esterno.
Lo Scorpione è il secondo segno d’acqua, ma la sua non è l’acqua limpida della sorgente, ma quella torbida della palude, l’acqua stagnante dove solo apparentemente è tutto fermo.
Lo Scorpione rappresenta tutto ciò che è nascosto, quello che è oltre, l’oscuro e non superficiale. Nascosto come il mistero, che lo attrae molto, come le profondità dell’animo umano. In nessun altro segno viene avvertito il dualismo amore-morte. Il periodo dell’anno a cui è collegato questo segno (23 ottobre- 21 novembre) in natura corrisponde alla fine di un ciclo, la luce del sole diminuisce e le notti sono più lunghe, vi predomina l’oscurità. Plutone, uno dei suoi governatori, è il pianeta della morte e della rinascita; e affinché ci sia una rinascita, un qualcosa deve finire, morire, trasformarsi. Tutti gli animali notturni sono in sintonia con questo segno, come tutto ciò che è collegato alla morte – cimiteri, studiosi appassionati di delitti, criminologi. Ama le emozioni forti, anche pericolose, la sfida, la scommessa, il gioco d’azzardo. L’essere messo di fronte a rischi e pericoli di ogni tipo durante il suo percorso formativo forgia il suo carattere, gli dà una straordinaria forza combattiva, resistente, ma anche fredda e inflessibile, caratteristiche che fanno di questo segno il killer dello Zodiaco. Al contrario del suo opposto, il Toro, che ama la vita semplice e comoda, lo Scorpione non si accontenta di una verità troppo scontata; la sua inesauribile voglia di scoprire, di infrangere il limite (il tanto rassicurante recinto del Toro) lo carica e lo spinge a essere un nomade guerriero (domicilio di Marte) che non può fermarsi nel suo percorso verso la conoscenza. Opposto al “mio luogo” del Toro, lo Scorpione è estraneità, sensazione che di non essere mai al proprio posto. Il suo nomadismo è sopratutto mentale, la sua ricerca non conosce soste. Deve sempre andare “oltre”, o “sotto”; è una macchina da guerra che attacca tutto ciò che intasa, ostruisce, ingorga. Lo Scorpione è l’inconscio, è il lavoro introspettivo che sembra non placarsi mai. A furia di scavare, alla fine giunge all’inferno, ma il suo è l’inferno della passione, e contro questa passione che è insieme anche istinto potente ma che per il segno è anche immediata sofferenza, si contrappone l’intelletto che in ogni modo cerca di governarla. La capacità di avventurarsi nei propri abissi consente allo Scorpione, una volta che ha capito i suoi stessi meccanismi, di porsi senza paura di fronte agli abissi altrui; sono collegati a questo segno gli psichiatri e gli psicanalisti. Il suo inconscio è il più abissale, il più contorto ma anche il più ricco e inesauribile di contenuti. I suoi percorsi sono molto complessi e tortuosi, il che può essere estenuante per chi gli sta vicino, ma una volta concluso, offre uno spessore ampio e qualitativo. L’aver affrontato il buio, i mostri e i demoni dei suoi abissi, lo rende capace più di chiunque altro di diventare la forza più efficace nella battaglia contro tutte le forme d’ignoranza. Dall’acqua torbida della palude, dopo l’oscurità, egli ritorna alla luce, è pronto per una nuova partenza, per uno slancio sicuro e fiducioso e, così trasformato, diventa aquila.

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