22 Ottobre 2013

Siglato un accordo per la tutela della libreria antiquaria Umberto Saba

E’ stato siglato ieri a Trieste l’ “Accordo per la tutela e la valorizzazione della Libreria antiquaria Umberto Saba.

A sottoscrivere il documento, nella sede del Museo Carlo e Vera Wagner a Trieste, sono stati, oltre all’assessore Torrenti, il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, Giangiacomo Martines, l’assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Franco Miracco, il direttore della Biblioteca statale Stelio Crise, Maurizio Messina, il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio e Mario Cerne, attuale titolare da libreria antiquaria.

A monte dell’accordo, come ha ricordato l’assessore Torrenti, il decreto dei Beni culturali del 2012, con cui la si dichiarava “Studio d’artista” e quello di tutela del 2004, che vincolò la
destinazione d’uso di un esercizio economico e culturale fondato e diretto personalmente da Umberto Saba ed arrivato nelle mani di Cerne attraverso il padre Carlo, assunto come commesso a 17 anni, citato dal poeta nei suoi versi e titolare della libreria sino al 1981.

Citata nelle guide turistiche, la Libreria conserva nel suo fondo volumi, documenti antichi e cimeli che originariamente appartennero al poeta e l’accordo, che fa seguito ad un finanziamento assegnato dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, prevede che sia la Biblioteca Crise a svolgere il lavoro di riordino e spolveratura dei libri e le attività necessarie ad individuare il nucleo librario riconducibile a Saba, il tutto all’interno della rete e secondo gli standard previsti dal Servizio Bibliotecario Nazionale.

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3 commenti a Siglato un accordo per la tutela della libreria antiquaria Umberto Saba

  1. Fiora ha detto:

    Gran bella notizia!
    xè questi i aspetti della triestinità che va preservadi.

  2. giorgio (no events) ha detto:

    E’ una bellissima notizia: complimenti a tutti.

  3. ikom ha detto:

    La notizia fa sicuramente molto piacere, ma non mi capacito del fatto che la cultura nel nostro paese e nella nostra città non riesca mai a stare in piedi economicamente. E’ mai possibile che non si riesca a guadagnarci? Non dico con grandi profitti ma non rimettendoci.

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