22 Ottobre 2013

La galleria del bacio ed i lucchetti dell’amore

Percorrendo la Costiera, una delle strade più belle d’Italia, tra Carso e golfo triestino, tra colori in continuo mutamento e pensieri sospesi in quella infinità che avvolge ogni ragione umana, giungerai presso la galleria di Dante, o di Pinocchio, o di Mussolini o semplicemente del bacio, come io voglio chiamarla.
I nomi variano in base alla tradizione, ciò perché a colpi di dinamite e scavi impegnativi, sulla perpendicolare della volta ecco apparire un profilo di un volto umano.
In molti hanno visto in quel profilo il volto immortalato nella dura roccia carsica di Dante Alighieri, altri invece dicono di vedere la sagoma di Pinocchio, altri ancora invece il volto di Mussolini ed in base a ciò emerge anche una tradizione costiera a dir poco singolare.
Nell’atto di attraversare quella splendida galleria, alla velocità consentita di 8o km/h, dovrai suonare tre volte il clacson. Uno strumento, il clacson, inventato nei primi del 1900 e commercializzato intorno al 1914 e si dice che gli operai mentre costruivano la costiera, attraversando quella galleria salutavano con tre colpi di clacson, all’inizio lavori e fine lavori, la sagoma di Pinocchio.
Altri ancora invece suonavano tre volte il clacson per rendere omaggio al volto presunto di Mussolini, altri ancora semplicemente a Dante ed i tre colpi di clacson, ricordando i canti danteschi, erano una sorta di buon auspicio affinché il viaggio intrapreso giungesse a buona fine.
Oppure si doveva semplicemente ripetere tre volte viva Dante ed esprimere un desiderio.
Ma esiste anche la tradizione che vuole ai tre colpi di clacson la condivisione del bacio con il proprio amato o la propria amata da vivere proprio nel momento in cui si esce della galleria.
I tre colpi di clacson verranno suonati all’interno della galleria a cui si affida la protezione del proprio amore e non appena usciti dalla galleria si dovrà scambiare un bacio volante e vibrante.
Un bacio ove rischio ed amore ed amore e rischio si fondono in quella immortalità e tradizione che consente all’essere umano di sentirsi semplicemente più folle ma anche umano.
Ed è per questo motivo che io quella galleria non la chiamerò né di Dante, né di Pinocchio o di Mussolini, ma semplicemente la galleria del bacio, perché il bacio è la massima espressione di quella emozione che ha la capacità di trasformare anche una strada, per quanto bella, nella via dell’eterno sospirato amore.
Dunque anche Trieste ha il suo simbolo dell’amore, come Verona o come Terni, ovvero la galleria del bacio. Un bacio che qualcuno ha voluto chiudere con un lucchetto, in quella tradizione che Parigi, Roma, Firenze, Londra e tante città ancora, hanno conosciuto e forse conoscono ancora ovvero i lucchetti dell’amore. Tra polemiche e lucchetti gettati via, ora a Trieste, dopo qualche tempo di silenzio, ecco rispuntar lentamente sulla riva tre novembre che sovrasta il canal grande i lucchetti dell’amore.
Uno dopo l’altro conquistano un piccolo spazio.
Due nome, quelli degli innamorati, che hanno incatenato la promessa del loro umano amore, perdendosi sullo specchio dell’acqua del canale e magari con un bacio guardando il sole tramontare sull’infinità che offre il golfo di Trieste.
Per quanto tempo rimarranno lì non è dato sapere, qualcuno si indignerà, qualcuno sorriderà, per ora i lucchetti dell’amore sono lì.

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9 commenti a La galleria del bacio ed i lucchetti dell’amore

  1. sfsn ha detto:

    Me dispiasi sai, perchè de solito quel che scrivi Barone lo condivido, ma sto articolo straborda de inesateze: la storia de sonar el claxon xe saltada fora nei ani ’80, prima no lo fazeva nissun. Quanto al nome, anche se la xe artificiale, tuti la ga sempre ciamada Galeria Naturale, altro che del bacio, de Dante o del duce.
    E comunque mi proponeria de lanciar sta nova usanza: quando che se esci dala galeria quel che guida ghe spuda in un ocio al passegero, podessi esser una tradizion più in linea col clima sereno che se respira in sta cità.

  2. michela ha detto:

    rido….. bellissima proposta, sfsn…. la serenità trasuda ovunque, sia nel mondo triestino reale sia virtuale.

  3. Fiora ha detto:

    Tre colpi de clacson propiziatori e profilo del Poeta, senza nissuna corelazion xè quel che go sempre savù.
    Sostituir l’usanza col spudon ‘ntel ocio xè proposta sugestiva…
    Sarìa la fila de politici locali e concitadini de risavù bilioso dna.

  4. Fiora ha detto:

    spesso Tergestin me scrivi, “morbin? ma ‘ndove?!” …mi contesto, cussì tanto per partito preso e morbinosa speranza che xè l’ultima a morir, ma co’ son sola con mi stessa me toca ameter: xè merce rarissima! Lo rilevo anche in questo spacato de società a imagine de quela de fora, salvo rari casi, Diegomanadeinostri, Ufo, sfsn stesso, talvolta la sotoscrita… no che no me monto la testa e me coloco a debita distanza dai citai benemeriti.
    Saggi de sarcasmo (riconosso spesso iresitibili) ne provien da nostro veneto habituè. De norma i suscita quela biliosa reazion diretta conseguenza della sotolineada caratteristica insita nel locale dna. 😉
    diretta

  5. Fiora ha detto:

    cos te vol “indignarse” pei luchetti dell’amore, Marco caro?!
    personalmente sotolineo la banalità della prassi…d’altronde l’omologazion ala mularia ghe dà sicureza …e no solo ala mularia!
    pitosto co’ l’eterno amore xè finì, chissà se i protagonisti se preoccupa de rimover l’ormai superada testimonianza?

  6. Giulio ha detto:

    Anch’io credo che sia un’usanza importata recentemente. Non mi ricordo, in gioventù – diaicmao anni 50-60, che nessuno suonasse. Mai sentito parlare di Mussolini, certo è che sulla destra per chi la percorre verso la città, è stato mal scalpellato il fascio, che si indovina ancora. Poi, dopo la galleria, c’era una fontanella a forma di fascio, in pietra. Anche quella modernizzata, anzi non so nemmeno se c’è più. Parlando di “perpendicolare” si intende, nelle gallerie, “in volta”: errore, il profilo, io sapevo di Dante, (a destra, sempre per chi va verso Trieste, all’ingresso)è “a paramento”. Infine una nota sulla sicurezza di guida: non si bacia la propria bella (o il proprio bello, insomma fate voi) mentre si guida. Caso mai fermarsi, prima! (Ma era meglio specificarlo… CRASH!!!!)

  7. sfsn ha detto:

    ciò,
    l’altro giorno go inaugurà la nova tradizion:
    passando soto la galeria naturale inveze che sonar ghe go spudà in muso ala mia morosa.
    E anche ela ga inventà una nova tradizion: la me ga tirà un stramuson.
    Cossa ve par de ste nove usanze?

  8. Fiora ha detto:

    @7
    “Cossa ve par de ste nove usanze?”
    very very patòc le me par ste nove usanze, ciò!
    amori domaci,gnente de quele manfrine che usa i lianta. Noialtri azion /reazion e viva l’A.

  9. Bibliotopa ha detto:

    Nei anni 80 i me gaveva dito ( mai sentido prima) de guardar el profilo de Dante, ripeter tre volte Viva Dante e esprimer un desiderio. Mai sentido parlar de clacson.
    La fontanela per chi che ghe interessa xe sempre là e la ga forma de parallelepipedo a bordi smussai, ma la ga ancora un inequivocabile fascio scolpido sul fianco

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