Una progetto espositivo, quello di Jannis Kounellis, che è un grande evento culturale non solo per Trieste ma per l’Italia tutta.
Dal Comune di Trieste, per questo evento, sono stati deliberati 264mila euro( soldi pubblici) da dividere con la mostra dell’artista croata Jagoda Buic ed i muri della città sono pieni di locandine che ti invitano alla mostra.
Si è parlato di linguaggio poetico ed espressivo, di modalità di assemblare oggetti e materiali poveri, riconducibili soprattutto alle attività dei cantieri, al mondo delle merci e del commercio, legati ai ricordi di un’infanzia trascorsa nel porto di Atene (Pireo) da parte dell’artista, come un qualcosa di unico ed irripetibile.
Ed allora prendiamo il caso di un docente che insegna per esempio storia dell’arte od educazione artistica, ma anche un docente qualsiasi che vuole arricchire il proprio patrimonio culturale da condividere con i propri studenti, ebbene il docente sarà costretto a pagare il prezzo pieno del biglietto pari a 6 euro.
Certo non è una cifra impossibile, ma quando all’ufficio informazioni presso la mostra chiederai lumi sul diritto alle riduzioni e ti sentirai gentilmente rispondere che tra gli aventi diritto figurano per esempio i militari, le forze dell’ordine od i soci del Touring Club Italiano e non i docenti che operano a scuola non potrai che pensare che qualcosa non funziona.
Non è tanto per una questione meramente economica ma di principio.
Andando a leggere la nuova relazione tecnica sul decreto della grandeipocrisia della scuola più che investimento sostanziale in questo settore emerge, salvo alcuni casi, una consistente sottrazione di risorse come previste nel e per il FIS( fondo dell’istituzione scolastica), quindi i così detti investimenti sarebbero in realtà una diversa distribuzione di risorse già predestinate alla scuola che vengono vincolate per finanziarie determinate attività e contestualmente si impongono nuovi obblighi per il personale scolastico a costo zero per lo Stato violando altresì ogni prerogativa contrattuale in merito.
In tema di formazione culturale è previsto per il 2014 un finanziamento di 10 milioni di euro per i docenti per accedere ai musei statali. La norma comporta una riduzione di entrate per i musei statali, cui si rimedia, potenzialmente, mediante corrispondenti trasferimenti a valere sul Fondo ivi previsto di nuova istituzione. Insomma una riflessione è dovuta.
A chi insegna nella scuola, che vede le proprie retribuzioni ferme al 2006, gli scatti di anzianità sospesi e destinati all’estinzione, ma anche incrementare il proprio carico di lavoro a costo zero per lo Stato ed aumentare quotidianamente le proprie responsabilità e diminuire i diritti, un maggior rispetto sarebbe dovuto o no?
16 Ottobre 2013
i docenti col tempo si son visti togliere dallo Stato quell’aura di ” cives romanus sum” che avevano come impiegati statali portatori di un progetto di cultura. Dall’abolizione del tesserino ferroviario, alle riduzioni sugli ingressi nei musei. e dire che a Parigi, esibendo il mio tesserino ferroviario di allora, ebbi gratis l’ingresso al Museo della Scienza alla Villette. Sono anche queste piccole punture che hanno dequalificato lo status di docente e che non credo abbiano salvato le finanze dello stato di cui sono cittadini. Per inciso, le riduzioni degli ingressi a musei ed altro variano da un momento all’altro e da luogo all’altro: un tempo, riduzione per alcune associazioni e per i portatori di biglietto ferroviario del giorno, adesso a volte gratis agli ultrassessantacinquenni ma nessuna riduzione per gli altri ( successo a Firenze recentemente).
E farlo ridotto a tutti? Non è che poi gli ex si inalberano perchè non hanno più una categoria da sfoggiare?
bè, i docenti hanno il giorno libero a settimana e luglio e agosto stanno sostanzialmente a casa. A Natale hanno 15 giorni di ferie. Insomma, non è che siano proprio quelli messi peggio….posso anche pagarselo, l’ingresso ad una mostra.
Caro nick, i paesi decenti (per esempio Finlandia, Svezia, Germania, ma adiritura la Spagna) ghe permeti ai docenti de entrar con una riduzion (o gratis) perchè la visita al museo dovessi esser considerada un aumento del livello culturale del docente e dunque un plusvalore per el suo lavoro e – de conseguenza – per le generazioni future che el docente sta formando.
Xe chiaro che per gente come ti, abituada a monetizzar tuto, la cultura e l’arte no ga alcun valor perchè no produci imediato riscontro economico. Xe evidente che no te ne frega niente se magari tra cinquanta ani se poderà aver una società decente perchè ghe xe più educazion, cultura, istruzion e perchè i cittadini ga un magior senzo civico.
Sarebbe decisamente ora di smettere di credere alla favola del giorno libero fisso a settimana e luglio e agosto a casa. A meno non si cerchi qualcuno con cui prendersela per forza e che funzioni da capro espiatorio di turno.
Caro sfsn, sbagli clamorosamente. Anzitutto, penso che il capitale umano è fondamentale, così come gli investimenti che per esso vengono fatti.
sono perfettamente d’accordo quando evidenzi che in certi paesi la considerazione per quella professione è ben diversa da quella di cui godono in Italia. Però davvero quello degli sconti è un po’ l’ultimo dei problemi. Che producano un po’ di più, i nostri insegnanti: più ore di lezione, meno ferie e riposi. E poi ne riparliamo
@5 perchè, a luglio e ad agosto i professori delle scuole italiane lavorano? Davvero? Per carità, magari mi sbaglio, però vorrei capire cosa fanno.
nick caruccio,
xe evidente che el mondo dela scola te lo bazzichi solo sule pagine de libero o del giornale: i insegnanti ga 18 ore de lezion perchè TUTTE le ore de consigli de classe, de scrutini e de corezion dei compiti no xe contegiade. Se te meti insieme anche ste ore se riva anche oltre le 36 dei normali impiegati delo stato.
Per quanto riguarda i due mesi de ferie: te ricordo che le scole xe serade… Ti te dirà “ma perchè non possono corregere i compiti durante l’estate questi fannulloni parassiti?” ma semplice: perchè i compiti xe relativi all’anno passado o all’anno successivo.
Inoltre te ricordo che l’insegnante xe considerà lavoro usurante, e questo spiega i due mesi come recupero psicofisico (ti, masinando bori fasulli sul computer, sicuramente no te rivi a capir la fadiga de star ogni giorno con più de 20 fioi urlanti, e che anche se no i urla te ga de seguir e spesso de spiegarghe un per uno perchè no tuti xe cussì inteligenti che riva a capir).
Altra novità del ultima ora: grazie a un provedimento ciapado dal stupendo governo Monti e diventà obligatorio da sto ano, desso no esisti più el registro cartaceo, ma quel elettronico. Bellissimo, se no fussi el problema che le aule insegnanti, ben che vadi, ga UN computer, che servi per tutto: verbali, relazioni, circolari, ecc. Soluzion? Cari insegnanti, cazzi vostri: el registro eletronico xe obligatorio per cui peteve ALTRE ore a casa con el PROPRIO computer e se un no ga el colegamento internet, cazzi sui, che el se compri una ciaveta coi sui soldi. Provedimento fio del stesso governo – de amici tui – che ga obligà i veci a verzerse un conto in banca PAGANDO le spese e no gratuitamente come che dovessi esser logico.
Caro nick, prima de parlar de qualcossa informite che te fa più bela figura.
Ma sai quanta gente avrebbe bisogno di recupero psico-fisico e invece d’estate è tanto se riesce a farsi 3 settimane di ferie? Gli insegnati non saranno certamente una categoria di privilegiati (alcuni sì, comunque, tipo quelli di educazione fisica) ma non sono nemmeno una categoria di mobbizzati. Continuo a pensare che stare a casa due mesi interi all’anno a non fare nulla percependo ugualmente lo stipendio non sia giusto (se fosse per me la scuola dovrebbe avere molte meno giornate libere di quante ne ha oggi, aggiungo). Penso poi, o almeno mi auguro, che non ci siano in Italia docenti, ad ogni livello, sprovvisti di connessione. internet….sarebbe un controsenso!
1. se lo Stato (o el tuo dator de lavoro, ma in questo caso xe lo stesso) te obbliga ad usar internet dovessi esser lo stato a fornirtelo, gratuitamente.
2. credo che tutte le categorie dovessi aver più ferie, e che i due mesi sia el riposo psicofisico per tutti! “Lavorare tutti lavorare meno”, e no – come sta succedendo da quando comanda i liberisti come ti – lavorare pochi, lavorare troppo.
3. El vero scandalo no xe né i insegnanti, né altre categorie che te pol ritener privilegiade fin che te vol ma che guadagna al massimo 1.800 euri al mese: el vero scandalo (e el vero privilegio) xe gente – dirigenti, professionisti, banchieri, ecc. – che se porta a casa anche 10.000 euri al mese, peraltro fazendo lavori che se ridusi a pubbliche relazioni o a stronzade che qualsiasi ragionier saveria far meio de lori. Mi personalmente faria una lege che vietano de guadagnar 5 volte più del tuo dipendente. Altro che do mesi de ferie! E se dopo sta gentaglia decidi de emigrar, beata l’ora: tuto risparmià per la coletività.
chiosa al n. 1:
col tuo ragionamento un autista de autobus dovessi comprar de tasca sua la benzina, l’oio del motor, ecc.
Il ragionamento che fai tu, caro sfsn, di mettere un tetto agli stipendi, laddove è stato adottato ha generato solo sottosviluppo. Oggi c’è un mercato delle competenze manageriali perfettamente globalizzato. Poi possiamo discutere se è giusto che un manager guadagni quello che guadagna, ma il mercato fissa certe retribuzioni e così è. Stop. Ripeto poi quello che penso sul lavoro. Per quanto mi riguarda il lavoro riempie di contenuti e di significato la vita. Se poi tu lo vedi come mero sfruttamento, è un altro paio di maniche. Ma mi rendo conto che ci possono essere state anche esperienze sfortunate che determinano tutto ciò
no caro, no xe esperienze sfortunate: xe ragionamento. Se te ragioni te se rendi conto che te vien sfrutà, a meno che no te sia ti un dei sfrutadori. Il che, visto el campo in cui te lavori ti, probabilmente xe vero
io non sfrutto proprio nessuno. Semplicemente mi piace quello che faccio, al netto ovviamente di momenti difficili, situazioni complicate e via dicendo.
me iero sbaglià su de ti: se no te sfruti nissun vol dir che te son un sfrutà. Ma se no te se acorzi che te son sfrutà, vol dir che manca el ragionamento
e sopratuto: se te son cussì contento del tuo lavor, cossa te interessa se i insegnanti fa do mesi de ferie? Lassili in pase e fa el tuo bel lavor de schiavo felice!
Al netto del fatto che ritengo l’insegnante un lavoro faticoso (io con 20 adolescenti potenzialmente scemi come lo ero io … brrr) mi chiedo e chiedo: ma fare un biglietto unico a prezzo inferiore? O meglio, non fare pagare per niente, era tanto difficile?
Intanto tanti insegnanti si fanno, oltre agli esami di sospensione, ex-di settembre, che si fanno ad agosto di solito, anche gli esami di maturità, quindi se non va troppo male, si fanno in pratica 5, max 6 settimane d’estate, di poco quindi superiore ai 36 giorni di ferie legali. Mentre durante l’anno la maggioranza non lavora né di sabato né di domenica, gli insegnanti hanno sì di solito (esistono eccezioni) una mattinata libera, quindi 5 mattine lavorative in una settimana, ma il pomeriggio può benissimo essere lavorativo.
Se poi vogliamo confrontare un’ora di lezione effettiva in una classe, magari di 28, con un’ora di lavoro in un ufficio qualsiasi, non ci siamo proprio.
Inoltre il mobbing è particolarmente frequente a scuola, gli insegnanti sono in cima alle categorie lavorative a rischio di burnout. Infine quelli italiani sono, assieme ai greci, quelli con gli stipendi più bassi in tutta Europa. è semplicemente la dimostrazione di quanto interessi in Italia investire nella formazione dei ragazzi (in realtà da anni ormai sono convinta che ci sia dietro una chiara intenzione di tenere il livello culturale più basso possibile in modo che le nuove leve non facciano opposizione verso i governanti…).
Concordo su quasi tutto con te, sfsn, a parte il registro elettronico, che offre notevoli vantaggi (ma non mi sembra il caso di approfondire qua).
@17 mettiamocelo bene in testa: nessun pasto è gratis. Anche la cultura ha bisogno di risorse. Lo Stato ormai non è in grado di finanziare praticamente più nulla. Per cui, le mostre tocca trovare il modo di renderle economicamente sostenibili.
@16, non sto affatto a rosicà. Semplicemente credo che tutti debbano produrre un po’ di più, se vogliamo che il paese si regga in piedi.
@18 “max 6 settimane d’estate”….accidenti. Ma dopo che uno scrive una cosa del genere bisogna anche commuoversi? Tocca piangere ed esprimere pietà per la categoria? Sei settimane sono davvero tantissime. Soprattutto se associate ai 15 giorni di Natale. E poi, soprattutto, non facciamo paragoni generalizzati del tipo “Se poi vogliamo confrontare un’ora di lezione effettiva in una classe, magari di 28, con un’ora di lavoro in un ufficio qualsiasi, non ci siamo proprio”…a parte che un ufficio qualsiasi non esiste, e che forse bisognerebbe rispettare il lavoro di tutti, e non ritenere di fare un lavoro “più migliore”; esistono tante altre professioni che comportano un grado di stress e di “usura” similare e che non godono delle tutele della categoria. Il problema del paese è che c’è gente troppo tutelata che non produce a sufficienza; e gente molto poco tutelata che – in proporzione – produce tantissimo, per compensare. Ridurre questo delta è l’unico modo per sistemare un po’ le cose. Se poi c’è gente che ha sbagliato lavoro nella vita, e ogni giorno che lavora guarda solo l’orologio aspettando che la giornata lavorativa termini, bè, quello è un problema tutto suo.
Se chi fa la mostra è un privato e non ha le sovvenzioni per certe categorie, non può *permettersi* di fare sconti. Touring Club mi fa pensare a una convenzione ad hoc stipulata tra le due parti.
Nick sei Brunetta in incognito?
Inutile parlar con un che ghe va ben sto sistema economico che valuta le persone solo come “capitale umano” e monetiza tuto.
Inutile parlar con uno che xe cussì felice del suo lavor che el ga sempre de sindacar su quanto e come lavora i altri (e questo me par alquanto incoerente). Mi una roba che me xe stada insegnada fin de picio xe sta: fa’ el tuo onestamente e in coscienza e no sta romperghe le bale ai altri. Ma probabilmente de picio Nick iera un de quei che ghe diseva ala maestra che pierin se meteva i diti nel naso, che giani morsigava le proprie matite e che alessandra gaveva lassà meza merenda nela cartella. E dopo el se lamentava anche se i altri no zogava con lui.
la questione non è quella di rompere o meno le balle agli altri. Penso sia legittimo poter esprimere delle critiche, delle considerazioni. Secondo me gli insegnanti non si possono lamentare (troppo), perchè comunque sono una di quelle categorie che vengono maggiormente protette dalla politica. Loro e i militari e quelli delle forze di polizia. Usare il termine “capitale umano” non è dispregiativo. Anzi, proprio l’opposto. Perchè sottolinea il fatto che l’insieme delle conoscenze e delle competenze di una persona hanno un loro preciso valore. Monetizzare tutto? Anche questo non lo ritengo affatto sbagliato. La sostenibilità economica è un problema della nostra epoca. Bisogna avere ben chiari i costi. Di tutto. Perchè se non hai ben chiari i costi di una cosa (di una mostra, di un certo servizio pubblico, del funzionamento di una nazione intera) alla fine si va a sbattere contro un muro. E ci si fa male. Sarebbe molto bello poter vivere di idealismo, fare a meno dei soldi, e parlare di grado di benessere e non di pil. Chi non lo vorrebbe? Purtroppo non si può
Beh nel calderone che hai costruito potevi almeno distinguere i mansionari dell’insegnante da quelli di un militare. Ma sembra che a te il termine ‘generalizzare’ piaccia troppo.
inutile nick,
no perdo più tempo con ti. Energie sprecade
“smettetela di mettere il fottuto simbolo del dollaro su qualsiasi cosa sia su questo pianeta” cit. Bill Hicks in Sane man del 1994.
Nick spero che basti come opinione.
Giustissimo, sfsn, non ha senso continuare a perdere tempo ed energie davanti a generalizzazion e pura ignoranza (nel senso che proprio manca la conoscenza effettiva dei fatti, situazioni e circostanze).
“Se poi c’è gente che ha sbagliato lavoro nella vita, e ogni giorno che lavora guarda solo l’orologio aspettando che la giornata lavorativa termini, bè, quello è un problema tutto suo”: appunto, giustissimo, si nota qual è il tuo vero problema, nick.
Io mi chiedo perchè militari e affini abbiano sconti ovunque.
p.s.: non mi risulta che la docenza sia inserita tra i lavori usuranti.
Concordo di massima con NICK
A me che sto nel commercio, quindi auto-rischiante, nessuno ha mai elargito alcuna riduzione e mi riesce estremamente indigesto leggere di match massacranti di uno vs. 28 e di ferie “appena superiori di quelle degli altri lavoratori,” col “rischio” sempre incombente di (udite udite!)dover lavorare qualche pomeriggio.Mala tempora currunt.
Chi sia riuscito a piazzarsi sotto l’ombrello statale, non si lamenti di inezie.”mobbing” ? forse è l’unico aspetto in comune con tutte le altre categorie meno privilegiate.
OPERA D’ARTE ? ? Opera d’arte de pubblicità forse,con la publicità i te fa inghiotir qualsiasi …..comunque…De gustibus non disputandum est! Alucinante, a quando la prosima esibizion del artista e del suo staff con rotami de auti o de biciclete o magari de casse de morto con ossi che pica zo del plafon dela ex pescheria? Naturalmente sull’arte si può dire di tutto e il contrario di tutto,… io ho detto quello che questa esposizione mi ha desolatamente trasmesso!
@29
bon dei, T.(andolon)T.(andol). Ben contenta ‘lora de no esser del ramo dei aventi dirito a bilieti a gratis e/o sconti…cussì me son risparmiada sta compilation de scrovade …sempre sogetivamente e con rispeto parlando, eh?! 😉
penso che questa discussione si vada esaurendo, perciò mi permetto di dire la mia. un cappuccino, una brioche, un paio di quotidiani e i sei euro sono spesi…. un aperitivo, un tubetto di caramelle e i sei euro sono spesi… un pacchetto di sigarette e un accendino, idem.
non pensavo mai di leggere una discussione su una cifra tanto misera, che durante la giornata si spende in un batter d’occhio.
questa la dice lunga sulla piccineria di certe categorie, che non paghe di essere al riparo sotto l’ombrello statale (@ 28) si piangono addosso perché non hanno tutte le riduzioni che pensano di meritare.
al confronto, aveva più grandiosità il preciso elenco di spese e costi che ci ha esposto Valentina qualche mese fa, in cui spiegava dettagliatamente che le occorrono ottocento euro al mese per andare a ballare due volte la settimana. ripeto, almeno è una che pensa in grande 🙂 ma leggere che un adulto, un maturo, un laureato, insegnante, persona di mondo, si tormenta per dover spendere sei euro, mi riempie di disprezzo. Non ha mai visto i prezzi di Palazzo Grassi, del Palazzo dei Diamanti, di musei che costano più del doppio? che poi ci si tormentasse per il prezzo di un elemento indispensabile alla dieta tipo pane o latte… ma dell’arte si può benissimo fare a meno (e lo dice una vecchia frequentatrice di musei e di mostre in tutta europa) perché talvolta non sono altro che operazioni di cui parla tandolon tandol ad @29).
Non mi meraviglierei che il fruitore di quella mostra, uscendo, attraversasse la strada ed andasse a consolarsi con un drink e uno spuntino nei tanti bar dirimpetto, che gli costerebbe di più, lamentandosi magari col barista di quanto è esoso il biglietto della mostra.
Con tutto il rispetto, avendo letto una notevole sequela di castronerie credo che qui dentro quasi nessuno fra gli intervenuti conosca il mondo della scuola ATTUALE.
Avendo io sposato un’insegnante che prende 1.250 euro/mese con vent’anni di anzianità, voglio segnalare quanto segue:
1. L’orario di lavoro non è solo quello dell’insegnamento frontale. Esistono le ore di ricevimento, i consigli di classe, gli scrutini, gli esami di stato, gli esami di riparazione. Oltre a ciò, ci sono le correzioni dei compiti (fatte a casa ma non solo: la mia signora insegna italiano e latino e ricordo di conseguenza grandi serate di correzioni lungo tutto l’inverno). E poi parrà strano a certuni, ma pure gli accompagnamenti esterni (gite scolastiche comprese) sono “orario di lavoro”. Se qualcuno sorriderà, pensi solo al fatto d’aver uno studente minorenne che si fa male di notte durante una gita scolastica: di chi è la responsabilità penale?
2. Oramai non esiste più da anni annorum la scuola “vado al mattino / torno alle due”. La mia gentil signora lavora pure tre pomeriggi alla settimana: fino alle 15:55.
3. Oramai per una grande aliquota di professori delle superiori non esistono più i due mesi di ferie luglio/agosto. Fra la seconda metà di giugno e circa il 15 luglio c’è infatti l’esame di stato. Con commissari interni per le materie d’esame. Che sono oramai quasi tutte.
4. UDITE UDITE: i giorni di ferie contrattualmente previsti per i professori assunti a tempo indeterminato dopo tre anni di servizio sono 32 (dicasi: trentadue) nel corso dell’anno.
Ciò premesso, si potrebbe pure continuare la discussione, ma mi piace segnalare anche un altro andazzo tipicamente nostrano: la piangina continua di pletore di genitori disposti a permettere ai loro figli di venir su ignoranti come capre, che si stracciano le vesti di fronte ad un cinque e si rivolgono al TAR per una bocciatura, perché il loro piccolo delinquente notoriamente è un santo. Fortunatamente da qualche anno mia moglie insegna in un liceo noto per essere assai severo e quindi nessuno si lamenta più, ma nel periodo precedente ne ho sentite di cotte e di crude. Comprese coppie che guadagnano parte del loro stipendio in nero frodando il fisco e quindi tecnicamente togliendo risorse alla stessa scuola, ma poi si lamentano di quanto lavorano i professori.
@32
che dirti ,Luigi?
Ognuno che c’ è “dentro” tende a sottolineare gli aspetti negativi di una professione a fronte delle considerazioni di chi guardi dal di fuori.
Fino a qualche tempo fa la mia corporazione, quella dei commercianti si beccava di arricchita e frodatrice del fisco ecc.ecc.
Ribadisco mala tempora currunt e beato chi il laoro c’e l’avrà fino alla pensione e non è lavorare in miniera.
Scuserai il mio semplicismo,vero? 😉
Fiora, io non ho mai fatto un giorno da lavoratore dipendente, per cui mi capita di vedere la doppia faccia della medaglia.
Da un lato le amenità del lavoro statale, dall’altro le amenità del lavoro autonomo.
Penso che la mancanza di senso della comunità sia il vero problema: uno crede di essere un gran furbo non pagando le tasse o facendo il fancazzista al lavoro. E invece si sta dando una gran martellata al ditone grosso del piede, visto che la sua furbizia gli ritornerà indietro moltiplicata per mille, sotto forma di schiaffone.
Un altro problema tipicamente nostrano – sempre a mio modo di vedere – è l’abbassatissimo livello di competenza e di castronaggine, per cui ognuno al bar è capacissimo di fare non solo il ct della nazionale di calcio, ma anche il sindaco, il ministro dell’interno e quello dell’economia. Poi questi qui magari vanno al governo veramente, e allora son dolori.
Insomma: la serietà non paga e l’onestà non è molto praticata. Ma siamo furrrbissimi!
curioso che ste robe (tuti ct, o ministri) le sia tipicamente nostrane. ma te pol far meio: mo le xe nostrane, le xe italiane. curiosa el uso che te fa del termine :nostrano.
contine gigi, te ga una pasion per le maestrine cola pena rossa? :D. digo scherzando,sia ciaro.
Questa non ti è venuta molto bene. Dovresti evitare l’alcool al sabato sera.
non sto bevendo. sono tranquillamente seduto sul divano. cmq xe ver o mo che co te vedi la penna rossa te scata la palpitazion? :D. 😀
@34
“penso che la mancanza di senso della comunità..”
Eh,eh,lo chiamiamo individualismo noialtri taliani e ce lo portiamo addosso a mo’ di fiore all’occhiello e anzi lo contrapponiamo orgogliosamente agli stereotipi spaghetti-chitarra-mandolino: individualismo italico altroché!
Individualismo che nella sua più becera connotazione è appunto carenza se non assenza del “senso della comunità” cui accenni.
Già a livello di condominio e socialmente via via allargando.
eppure sento che stiamo migliorando… ci stiamo convertendo? macché stiamo pian piano rendendoci conto che a fare i furbetti singolarmente alla fine non paga nessuno.
..libera interpretazione del “particulare”.
altro che il sovrastimato Machiavelli…è Guicciardini il nostro ideologo. 😀 😀 😀
Dimaco: sei così a posto che in due tentativi non sei nemmeno stato capace di scrivere “memorandum” una volta in modo corretto.
E non sai nemmeno che quel tipo di accordi vennero fatti da vari stati prima e durante la guerra. Oppure come pensi sia entrata in guerra la Turchia? E come la Romania? E come la Bulgaria?
Certo: per parlare di questi argomenti bisognerebbe conoscerli.
Il che nel caso tuo è un tentativo disperato.
Kounellis-Carneade…a non volerne sapere si è out? 😀
divertente: Lojze ghe disi a Dimaco che nol xe bon de scriver “memorandum”, in compenso lui no xe bon gnanche de scriver el comento nel post giusto!