5 Ottobre 2013

Il Parlamento di Giuda

Si è verificato in un qualche modo ciò che avevo anticipato quando il 27 settembre scrivevo che Dopo l’atto politico delle dimissioni dei parlamentari del PDL, ma soprattutto dopo il noto video messaggio di Berlusconi che già lasciava presagire l’inizio della campagna elettorale e chiamata di adesione a Forza Italia, è più che evidente che la sfida lanciata al Pd è in realtà una chiamata interna di adesione a Forza Italia.  Certo, all’ultimo momento Forza Italia ha mutato rotta non andrà per ora all’opposizione, ma la resa dei conti continuerà.  Si è consumata una spaccatura storica all’interno della destra italiana che non verrà certamente “sanata” dalla dichiarazione al fotofinish di fiducia al Governo da parte di Berlusconi. Si doveva scegliere tra la lealtà al PDL, che non esiste più per decisione unilaterale assunta da tempo da Berlusconi e soli i miopi non volevano capirlo e la fedeltà assoluta a Silvio Berlusconi manifestando consenso a Forza Italia e si è usato come alibi il Governo bloccando il Paese per diversi giorni.

E’ emerso il concetto della dissidenza per.
Già,  23 “formali” dissidenti non contro ma per Berlusconi, una follia una irrazionalità politica ribadita più volte da molti esponenti politici, ma in realtà Berlusconi è stato “tradito” da un numero certo e definito di parlamentari.
Ma altri tradimenti mascherati dalla dissidenza per e non contro, per l’unità, per il Paese(?), per la stabilità(?), si sono consumati in questo focoso inizio ottobre 2013.
Diti puntati, intimidazioni, aspettative mancate, lacrime, insulti, offese, respiri affannati, toni epici ma anche decisi e spesso ipocriti.
Il Parlamento di Giuda, una rappresentazione teatrale di quel trauma che vive la politica istituzionale italiana, sempre più distante dalle reali emergenze oramai ordinarie che affossano l’Italia. Questo Parlamento ha espresso lealtà al potere ed infedeltà ai cittadini italiani, poiché sorregge un governo non nato da libere consultazioni elettorali e democratiche ma da mosse di dama nelle solite stanze di gabinetto, ma è un Parlamento che rischia di essere anche incostituzionale qualora la Corte Costituzionale dovesse rilevare l’incostituzionalità del porcellumche ha determinato la situazione esistente.
Solo in Italia una legge elettorale può essere chiamata porcellum e chi è stato eletto con questa legge come deve essere chiamato? Porcello? Porcella?
Si sono consumati gli ultimi colpi di questa pseudo-Seconda Repubblica, che altro non è stata che una evoluzione od involuzione, questione di punti di vista, della Prima Repubblica.
Il cambiamento sarà possibile con l’esodo di massa dei responsabili diretti ed indiretti di questo modo di fare e concepire la politica, altro che rottamazione o innovazione.
Fino a quando questo esodo non avverrà l’Italia continuerà a vivere il suo esilio, stretta in quel pugno che è destinato in qualche tempo ad aprirsi per desistenza o resistenza alla cattiva politica, per liberare questo Paese dalla non compiuta reale e partecipata democrazia.
Il sipario con la fiducia sfiduciata dai cittadini italiani e non sfiduciata dal potere è ancora socchiuso ma destinato ad essere chiuso.
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