15 Settembre 2013

Rigassificatore: Trieste chiama l’UE

Domani 16 settembre, nel pomeriggio, saranno al Centro Congressi Stazione Marittima di Trieste, per un’iniziativa di “dialogo con i cittadini”, la vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza Viviane Reding ed il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero.

In contemporanea, a partire dalle ore 14, WWF, Legambiente, Italia Nostra e il Comitato “Trieste dice no al rigassificatore” hanno organizzato una manifestazione contro il rigassificatore che la multinazionale spagnola GasNatural vorrebbe costruire nell’area portuale di Zaule.

All’iniziativa sono stati invitati tutti i cittadini, e i partiti politici che hanno votato contro il progetto del terminal, contro cui si sono espressi Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale.

Hanno aderito sinora diversi altri gruppi, tra cui il Comitato per la Salvaguardia del Golfo di Trieste e l’Unione degli Studenti e alcune formazioni politiche, tra cui PD, Movimento 5 Stelle, SEL, FdS.

Il giornalista e scrittore Paolo Rumiz ha inviato alla Reding, per conoscenza al premier italiano Enrico Letta, e alla città una lettera aperta.

Gli organizzatori, in una conferenza stampa, hanno illustrato le ragioni della manifestazione, esposte qui di seguito.

“Per molti mesi si è cercato di far credere che il progetto di GasNatural fosse ormai accantonato. C’è stato perfino chi ha affisso manifesti murali in città rivendicando il merito di aver “bloccato” il rigassificatore. Non è così.

Prima le notizie sulle riserve della SIOT per le possibili interferenze dell’impianto con il traffico in aumento delle petroliere, poi l’iniziativa dell’Autorità portuale di far proprie queste riserve, e infine il decreto dell’allora ministro dell’ambiente Clini che ha “sospeso” per sei mesi il decreto VIA con cui nel 2009 era stato dato un incredibile “via libera” ambientale al progetto del rigassificatore, erano stati gli elementi utilizzati furbescamente per diffondere la falsa sicurezza che l’impianto non sarebbe mai stato costruito. E invece le manovre a favore di GasNatural continuavano.

A partire dalla metà del 2012, infatti (ma lo si è saputo soltanto agli inizi del 2013), era partito l’iter per la costruzione dell’elenco dei progetti di infrastrutture energetiche prioritarie in sede UE, in cui compariva anche il rigassificatore di Trieste-Zaule. L’inserimento in tale elenco consentirebbe a GasNatural di ottenere contributi europei e procedure agevolate per la costruzione dell’impianto. Anche perché la “sospensione” della VIA, decretata da Clini, scadrà il 18 ottobre.

Sponsor principale del progetto è il Governo italiano, in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, con l’appoggio anche del Governo austriaco. Gli ambientalisti, dopo aver tentato – da soli – di contrastare questa operazione, hanno accertato che la Commissione Europea si rimette alle decisioni (e alle eventuali trattative) dei Governi su questo genere di tematiche.

Ciò accade anche quando, come in questo caso, sono molte ed evidenti le gravi violazioni della normativa europea commesse dal Governo italiano nell’iter di valutazione del progetto sotto il profilo ambientale e della sicurezza.

Ragion per cui, il progetto di GasNatural alla fine dello scorso luglio è stato ufficialmente inserito nell’elenco e l’opposizione del Governo sloveno ha portato soltanto all’invito da parte di Bruxelles di intavolare una trattativa diplomatica per trovare un accordo con l’Italia. Trattativa che è in corso, dopo un primo incontro tra i due premier Letta e Bratušek a Bled il 2 settembre ed un incontro trilaterale italo-sloveno-croato a Venezia il 12 settembre.
E’ inaccettabile che un progetto capace di produrre un insieme devastante di impatti negativi sull’ambiente, la sicurezza della popolazione e sullo sviluppo dei traffici portuali convenzionali, venga imposto alla comunità locale sulla base di procedure falsate e di una trattativa opaca, in cui i Governi paiono agire più che altro come mandatari degli interessi di una multinazionale.

Da qui la necessità di far sentire, ai rappresentanti della Commissione europea e del Governo italiano, alta e forte la voce dei cittadini che si oppongono a questa operazione. Ci auguriamo di vedere al nostro fianco lunedì anche i rappresentanti degli enti, Regione, Provincia di Trieste, Comuni di Trieste, Muggia e S. Dorligo-Dolina, Autorità portuale di Trieste, che si sono espressi contro il progetto di GasNatural e che devono fare ”massa critica” tutti assieme sui ministri per affossare definitivamente – e sul serio – il rigassificatore.

 

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2 commenti a Rigassificatore: Trieste chiama l’UE

  1. SERGIO ZERIAL ha detto:

    e non solo ma dove sono i nostri rappresentanti parlamentari????
    Questi signori si sono mai informati a Roma presso le fonti cosa stà succedendo in questa città??? A casa a casa, vergognatevi, vi stiamo mantenendo senza che voi alzate dito

  2. livio sirovich ha detto:

    (da viaggio di lavoro in medio oriente) Sono con voi. Bravo Luciano e bravi tutti !

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