6 Settembre 2013

Generazione ribelle

Esiste, persiste e resiste.
Sono in tanti, ragazzi e ragazze che se ne fottono della politica apicale ed elettorale, che non votano, ma che nel loro piccolo cosmo di idee, coltivando arte e passione, fregandosene dei pregiudizi e degli schemi precostituiti degli ordini sociali, dei moralismi bigotti dell’etica autoritaria, salveranno questo Paese ed il mondo interno dal destino cupo verso cui inesorabilmente sembra essere diretto come un treno ad alta velocità uscito fuori dai binari.
E’ una generazione attiva, è una generazione che al momento giusto alzerà la voce, si unirà ed il potere tremerà. Questo lo sanno i governanti, questo lo temono i governanti e l’alta borghesia, questo lo ignorarono i ben pensanti. Vivono l’amore, vivono i sogni, non conoscono le discriminazioni perché ripudiano le discriminazioni, non conoscono confini perché abbattono i muri dei confini, non conoscono la resa perché lottano giorno dopo giorno per conquistare un pezzo di strada, la loro strada.
Sono tanti, forse milioni, ancora non lo sanno, ma quando lo capiranno, ed il momento arriverà, quando la condizione sarà senza più condizione, si uniranno e rivolteranno terra e mare, città e contrade al grido noi siamo qua per la nostra dignità.
E la dignità non ha prezzo alcuno.
Nati nel secolo della grande tecnologia, robotizzazione dell’individuo, asocializzazione di massa, automatizzazione delle relazioni, invasione della propria intimità.
Ma il cavo della robotizzazione verrà stroncato, l’asocializzazione sarà socializzazione della comunità, l’automatizzazione sarà umanizzazione nella comunità. Hanno conosciuto l’indipendenza in giovane età. Usciti dal recinto di quella protezione della tradizione conservatrice familiare che altro scopo non ha avuto se non quello di inghiottire ogni spontaneismo ed autodeterminazione, hanno girovagato per la valle del cambiamento. Sono in tanti, ragazzi e ragazze il futuro è il loro, il futuro è presente. Certo, esistono milioni di poveri disgraziati, ignoranti ed opportunisti, ma sono persone non pensanti e non soggettività pensanti, persone che non conoscono l’autodeterminazione, che non conoscono l’amore per la cultura, l’arte, la vita vera antimaterialista, sono persone che fuggiranno da quell’onda di gioventù ribelle che sogna la rivolta, che vuole la rivolta, che vivrà la rivolta.
Perchè loro sono rivolta.
Il tempo sarà ragione, ragione della dignità.
E per questo ora sorrido.
Ed anche per questo e per loro ancora e forse solo scrivo.
Per la generazione ribelle.

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Un commento a Generazione ribelle

  1. capitano ha detto:

    Capisco… un giornale è fatto di pagine e bisogna pur trovare un per riempirle. Ma un blog?

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