Andiamo al Super!Mercato

Ma  quanto poco basterebbe perché il mercato coperto di via Boccaccio tornasse ad essere un luogo bello e vivo della nostra città! Lo sta dimostrando l’iniziativa Super!Mercato organizzata nell’ambito del Festival Vegetariano e capace  – con un investimento minimo economicamente, nessun progetto faraonico, una gran dose di creatività e una serie di collaborazioni azzeccate – di rianimare il Genius loci,  ripopolare il mercato e tutto quel che gli sta attorno. Esperienza che è vietato  archiviare.
Pochi interventi scenografici – all’insegna del riuso – un coordinamento per nulla ferreo ma agile e armonioso, molta autogestione e fantasia.  Fare la spesa, tra i banchi e le cassette dei contadini (ce lo ricordiamo, vero, che l’idea del vegetariano, in questa nostra città, ha anche una motivazione storica, seppur laterale, visto che Gorizia aveva una tradizione orticola e frutticola che ne facevano, in un tempo evidentemente dimenticato, il gran fornitore dei mercati di Vienna e Trieste ?) è stato più gradevole, più colorato e accattivante del solito; e persino si notavano meno i segni della decadenza della struttura, l’ incuria dovuta alle rare e provvisorie manutenzioni,  i tendaggi rappezzati, le coperture antisole stile campeggio abbandonato, le incoerenze logistiche interne di recente introduzione.

Si può cominciare con il bicchiere d’uva sgranata proposto da Antonella e Lorenza,  e piluccare i chicchi andando a guardare l’originalissima mostra di fotografie e parole su cassetta da frutta di Gianna Omenetto, che ripropone i volti e le storie delle persone, da decenni vere colonne portanti del mercato. E non sono nemmeno tutti, i volti familiari del nostro mercato,  perché chi custodisce, ad esempio, il segreto della misticanza di primavera – con le erbe e i fiori e dei prati di San Mauro, è troppo schivo per affrontare un obiettivo e una intervista. Ma non importa, basta che continui a prepararla, la sua magica misticanza.

E proseguire lungo il percorso   dei fioristi, per  sostare attorno al gran tavolo di marmo dell’ispettore micologico, dove c’è lo chef Simone Salvini, che spiega e condivide e risponde ai curiosi e aspiranti cuochi ( ed è così razionale e preparato e propositivo  su argomenti ben più profondi e vasti dell’arte di far saltar fuori una maionese profumata
di erbe spontanee con il solo latte di soia che ti chiedi se non sia il caso di mandarlo sui banchi di Montecitorio a difendere le ragioni dell’ambiente e della salute di questo nostra povera Italia).
E poi c’è Paola, che insegna a far da sé il dado vegetale, e ad avere pronto in frigo un concentrato di odori e sapori che è come l’aver preso tutti i sapori del mercato e averli rinchiuso in un vasetto.
Intelligenza, buone idee, efficaci dosi , grazie al tripudio di colori e profumi di fine estate, di cromo-aromaterapia; e i visitatori con una simpaticissima mappa in mano ( peccato il candido vuoto, come per le terre inesplorate delle carte geografiche antiche, della pescheria) si mescolano ai clienti di sempre, e si chiacchiera e si sorride.
Di questi tempi non è davvero poco.
Foto di Lodovica G.Stasi.